Culti Miti e Leggende dell’Antica Sicilia
2.5 Ibla

Il Solarino[1] fa intendere che, nel periodo dei Sicani e dei Siculi, dovevano esistere molti santuari consacrati al culto della dea Ibla e che, intorno ad alcuni di essi, si raccolsero, in seguito, dei centri abitati. In realtà bisogna dire che, non ci sono notizie certe sul culto di una divinità di nome Ibla. Il Di Blasi[2], citando lo storico Pausania, scrive che in Ibla Galeote vi era un tempio dedicato alla dea Ibla, venerata da una corporazione di sacerdoti, indovini ed esperti nell’interpretare i sogni. Tali sacerdoti erano soprannominati “Galeoti“.

Una moneta conservata nel monastero dei padri cassinesi di Catania presenta da un lato una donna velata con ornamento al collo (ritenuta la dea Ibla), dietro a cui c’è un’ape, e sull’altro una donna appoggiata ad un’asta con un vaso alla mano, un cane ai piedi e la scritta ΥΒΛΛΣ  ΜΕΓΑΛΑΣ  [8]

ibla

Si hanno invece notizie di varie località o città con un nome simile, anche se questo non vuol dire che esista una relazione tra questi luoghi e il culto della dea Ibla. Di una Ibla italiana diversa da quelle siciliane parlano Stefano Bizantino e Claudiano[3]. I Germani avevano una divinità di nome Iludona o Ibladana, custode dei focolai (questa divinità germanica era nota anche con il nome di Hludana o Hluthena ed era venerata anche dai legionari romani di stanza in Germania[4]); tra i Galli vi era la dea Isbel, chiamata anche Belisana o Belinuccia. Una località irlandese abitata dai Celti era chiamata Ibla o Iblana ed una Ebla molto famosa esisteva in Siria prima ancora che in Sicilia si potesse parlare di Sicani e di Siculi.

Scrittori del passato non hanno mai ipotizzato legami tra il culto della dea Ibla e la città di Ebla in Siria, per il fatto che la definitiva locazione di Ebla è avvenuta solo di recente, nel 1968 ad opera dell’archeologo Paolo Matthiae e che gli scavi in questo luogo non sono stati ancora completati.

afroditeI primi insediamenti nell’Ebla siriana vengono fatti risalire al 3000/3500 a.C. e verso il 2600 a.C. Ebla ricopriva un importante ruolo politico e commerciale. Fu distrutta una prima volta verso il  2300/2200 a.C. e, dopo una fase di ricrescita, fu nuovamente distrutta nel 1600 a.C. Dopo l’ultima distruzione, la città fu abbandonata quasi completamente perdendo, nell’arco di qualche secolo, anche i suoi abitanti.

E’ probabile che, tra i popoli che giunsero in Sicilia nel II millennio a.C., vi fossero dei gruppi provenienti dalla potente Ebla in seguito ad una delle distruzioni prima riferite. E’ anche ipotizzabile che alcuni di questi gruppi, una volta arrivati a destinazione, abbiano, in qualche modo, voluto conservare un ricordo della potente patria dando vita al culto di una divinità con lo stesso nome, poi trasformato in Ibla.

Nell’antichità non era insolito personificare la propria città d’origine. A Roma, ad esempio, esisteva un tempio edificato da Augusto in onore della dea Roma, personificazione e apoteosi della stessa città di Roma[5].

Si potrebbe anche pensare che la divinità il cui nome fu poi trasformato in Ibla, fosse effettivamente venerata dalla afrodite eros e pangente che emigrò nella nostra Isola.

Una delle ipotesi, che giustificherebbe la perdita delle tracce dell’esistenza di questa dea potrebbe dipendere dal fatto che Ibla fosse una divinità tellurica, legata, pertanto, agli aspetti della natura così come lo era Demetra. L’affinità tra il culto di Ibla e quello di Demetra avrebbe, in seguito, fatto confluire il culto di Ibla in quello di Demetra. Un’altra ipotesi collega il culto di Ibla con quello di Afrodite protettrice della fecondità oltre che della bellezza.

AstarteIl fatto che Ibla sia stata associata ora a Demetra, ora ad Afrodite, potrebbe non essere casuale, infatti
isthar una divinità che per le sue caratteristiche sembra abbia dato origine alle divinità di Demetra e Afrodite, è la dea assiro-babilonese Isthar[6]. Questa dea è, allo stesso tempo, dea dell’amore e della fecondità, ma è anche una divinità guerriera. Così come il dio degli inferi rapisce la figlia di Demetra, la morte rapisce il figlio-amante di Isthar, costringendola a recarsi negli inferi per farsi restituire l’amato. Anche i babilonesi, in onore di Isthar, compivano un rito simile a quello effettuato nelle feste Eleusine in onore di Demetra: il rito sessuale pubblico tra la sacerdotessa ed il re. Non mancano neanche gli elementi che legano Isthar ad Afrodite: la prostituzione sacra delle sacerdotesse e la colomba, sacra a tutte e due le divinità. Forse, non è neanche un caso che il maggiore santuario della città di Ebla sia stato dedicato ad Isthar, come farebbe pensare il ritrovamento di un busto di statua votiva che il principe di Ebla, Ibbit-Lim dedicò a questa dea[7]. 

In realtà, analizzando gli aspetti che caratterizzano i culti della sicula Ibla, di Demetra, di Venere Ericina, della cartaginese Tanit, dellafenice Astarte, della dea assiro-babilonese Isthar, della sumera Innana, della egiziana Iside e in genere di tutte le “grandi madri”, è difficile non pensare a tutte queste divinità come ad una specie di grande “fiume sincretico” che, partendo da un’unica montagna posta in cima al mondo (la grande madre), scorre su tutto il pianeta, cambiando nome in funzione del tempo e dei luoghi e adattandosi alla psicologia dei popoli che hanno la ventura di vivere sulle sue rive.

iblaUn’altra moneta di Ibla simile alla precedente di incerta provenienza

 

[1]Raffaele Solarino: La Contea Di Modica Vol. I. p.77.

[2]Giovanni E. Di-Blasi: Storia del regno di Sicilia. vol I. p.62.

[3]Giuseppe Leggio: Ibla Erea pag. 43

[4]A. Morelli: Dei e miti pag. 272

[5] E.W.Stoll: Manuale delle religioni e mitologia dei greci e dei Romani. p.315.

[6]che a sua volta sembra trarre origine dalla dea sumera dell’amore Innana.

[7]Paolo Matthiae: Scoperte di archeologia orientale pag. 38.

[8] Carmelo Ciccia: Il mito di Ibla :http://www.paternogenius.com/pagine/Carmelo%20Ciccia/Pagine/ibla.htm

Ignazio Caloggero

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Culti Miti e Leggende dell’Antica Sicilia di Ignazio Caloggero

ibla 

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