Homo Artisticus: Nascita dell’Arte
di ignazio Caloggero
Pagina di riferimento: Echi: Riflessioni dal passato, risonanze nel presente
Abstract
Quando nasce davvero l’arte? O meglio, quando l’uomo ha iniziato a esprimersi in modi che oggi definiamo artistici? In questo articolo, parte della collana “Echi: Riflessioni dal passato, risonanze nel presente”, esploro un quesito affascinante: l’Homo Artisticus è un fenomeno relativamente recente o affonda le sue radici in epoche molto più lontane di quanto immaginiamo?
Le scoperte archeologiche suggeriscono che le prime manifestazioni artistiche potrebbero risalire addirittura a mezzo milione di anni fa, ma se allarghiamo la definizione di “arte” al saper fare (téchne), allora potremmo dover riscrivere la storia dell’arte, spingendo le origini dell’espressione creativa umana a oltre due milioni di anni fa. Quanto è sottile il confine tra abilità tecnica e arte? E quando l’intenzionalità ha trasformato la semplice manualità in qualcosa di più profondo?
Scoprilo in questo viaggio alle origini dell’arte, tra archeologia, antropologia e sorprendenti rivelazioni.
Homo Artisticus: Nascita dell’Arte
Quando nasce l’arte o, meglio, quando nascono quelle manifestazioni che successivamente saranno considerate manifestazioni artistiche?
Dare una risposta non è facile, anche in considerazione del fatto che lo stesso concetto di arte si è evoluto nel tempo partendo da un significato del “saper fare” (téchne), passando dal concetto del “bello” e arrivando al concetto che considera l’arte come, intuizione, attività dello spirito.
Una risposta che non troverebbe tutti d’accordo è:
l’arte nasce con la capacità dell’uomo di manipolare gli oggetti
quindi nasce con il “saper fare”. Questo probabilmente avvenne tra i due e i tre milioni di anni fa, quando gli Australopitechi, ancor prima dell’arrivo dell’Homo habilis, avevano iniziato a camminare in modo eretto ed erano in grado di scheggiare le pietre. Ciò è confermato dal ritrovamento di utensili litici datati tra i 2,6 e i 2,4 milioni di anni in siti etiopici come Kada Gona e Kada Hadar, vicini alla vallata dell’Awash.” (questo aspetto è stato trattato nell’articolo “Alla ricerca dell’Australopithecus Siculus”)
Pertanto, una prima risposta alla nostra domanda sarebbe: le prime testimonianze delle espressioni dell’arte risalgono a oltre due milioni di anni fa con i primi utensili lavorati dai primi ominidi.
Pietre scheggiate.
Una seconda risposta potrebbe collegarsi al concetto di spiritualità e quindi a quello di religiosità.
l’arte nasce con i primi sentimenti religiosi
Probabilmente è nel paleolitico che l’Homo Erectus inizia ad appropriarsi di manifestazioni psichiche tali da giustificare per lui anche l’appellativo di Homo Religiosus. Nascono i primi riti funebri e l’arte figurativa, quindi nasce la vita religiosa e con essa l’Homo Artisticus. (questo aspetto è stato trattato nell’articolo “L’Homo Religiosus: alle origini del sentimento religioso”)
Si sviluppa, forse, a partire dal paleolitico inferiore, la capacità da parte dell’uomo di appropriarsi di un nuovo processo cognitivo, “il processo di simbolizzazione” per cui gli oggetti non sono solo strumenti meramente funzionali ma diventano strumenti simboli o di sostituzione.
In parallelo alla nascita del sentimento religioso, nasce probabilmente anche la capacità nell’uomo di rappresentare in modo grafico (arte rupestre) e tridimensionale (arte mobiliare) alcuni aspetti della realtà che lo circonda o che vorrebbe che si realizzasse. È ipotizzabile che l’arte che nasce nel paleolitico non è l’arte del “bello” ma l’arte del “funzionale” in quanto più che motivata da esigenze estetiche è dettata dalla speranza di incidere in modo magico, tramite riti propiziatori, sulla realtà quotidiana.
In tal senso va forse inquadrato l’utilizzo di alcune grotte ricche di figure parietali che probabilmente venivano utilizzate come santuari religiosi in cui si officiavano rituali religiosi, ad esempio per propiziare la caccia o per tentare di neutralizzare gli eventi naturali avversi.
Testimonianze della Prima Arte Parietale
L’arte rupestre si manifesta attraverso incisioni o pitture eseguite sulle pareti interne di grotte naturali, gli oggetti incisi o disegnati sulle pareti, rimandano spesso a rituali magici e sono costituiti prevalentemente da animali (bisonti, tori, cavalli, mammut, pesci) e raramente da figure umane.
La grotta di Blombos
La Grotta di Blombos, situata sulla costa meridionale del Sudafrica, è il sito archeologico in cui, nel 2018, è stato scoperto un frammento di pietra lungo circa 4 cm, su cui erano incise nove linee sottili rosse intersecanti, realizzate con un pezzo di ocra rossa. Questo disegno, datato a circa 73.000 anni fa, è considerato una delle più antiche rappresentazioni astratte conosciute attribuite all’uomo moderno, che avrebbe applicato intenzionalmente il pigmento ocra rossa sulla pietra utilizzando un pastello d’ocra (Nature, 12 settembre 2018)[1].
Ciotolo con iscrizioni (Grotta di Blombos)
Fonte: https://deepsurfing.wordpress.com/wp-content/uploads/2017/05/blombos.jpg
Tuttavia, non tutti gli studiosi concordano che il disegno sia stato creato dall’uomo, e il dibattito rimane aperto riguardo al loro significato e alla loro intenzionalità.
L’arte rupestre, universalmente riconosciuta come tale, più antica finora scoperta, è quella delle caverne preistoriche di grotte di La Pasiega, in Spagna, dove nel febbraio 2018 sono state trovate pitture rupestri di 65.000 anni fa, almeno 20.000 anni prima dell’arrivo dei Sapiens dall’Africa in Europa ed è opera dei Neanderthal, a testimonianza che l’arte nasce addirittura prima ancora dell’Homo Sapiens[2]. Nelle grotte di La Pasiega sono state trovati ben 291 disegni di animali.
Pitture rupestri nelle grotte di La Pasiega, in Spagna (circa 63.000 a.C)
Dalla Rete:
Cueva La Pasiega – Cantabria – España
L’arte rupestre precedentemente alla scoperta del 2018 considerata più antica, era quella delle caverne preistoriche di Maros karst sull’isola di Sulawesi (Indonesia) descritto in uno studio pubblicato su Nature (Ottobre 2014) e risalente a circa 40 mila anni fa[3].
Caverne preistoriche dell’Isola di Maros, Indonesia (Fonte: Web)
Isola di Maros, Indonesia – particolare (Foto: Web)
Dalla rete:
Indonesia scoperte le più antiche pitture dell’Umanità
Testimonianze della Prima Arte Mobiliare
Le statuette femminili preistoriche, spesso denominate “Veneri paleolitiche”, rappresentano alcune delle più antiche manifestazioni di arte mobiliare conosciute. Tra queste, la Venere di Tan-Tan (Marocco) e la Venere di Berekhat Ram (Israele) sono tra le più antiche mai scoperte, sebbene la loro origine antropica sia oggetto di dibattito tra gli studiosi.
Venere di Tan-Tan (Marocco)
Marocco: Venere di Tan-Tan, in quarzite (500.000 – 300.000 anni fa)[4]
La Venere di Tan-Tan è una statuetta in quarzite, alta circa 6 cm, presenta una forma umanoide senza una testa ben definita. Sono state rilevate tracce di pigmento, probabilmente ocra rossa, sulla sua superficie.
La statuetta è stata datata tra 500.000 e 300.000 anni fa, il che la collocherebbe tra le prime rappresentazioni della figura umana. Tuttavia la Venere di Tan-Tan non ha trovato concordi gli studiosi sul fatto che sia effettivamente opera dell’uomo ipotizzando che il manufatto sia stato creato da processi geologici naturali. Le scanalature orizzontali su entrambi i lati dell’oggetto sembrano formarsi in parte naturalmente in parte artificialmente (per percussione). L’oggetto contiene anche tracce di pigmento che sembrerebbe ocra rossa.
Venere di Berekhat Ram (Israele)
Venere di Berekhat Ram, in tufo (280.000 – 250.000 anni fa)
Israel Museum, Gerusalemme[5]
Ciottolo lungo circa 35 mm e realizzato in tufo rosso e datato tra 280.000 e 250.000 anni fa, è stato trovato trovato a Berekhat Ram sulle alture del Golan. Il ciottolo sembrerebbe raffigurare una figura umana femminile.
Alcuni studiosi ritengono che la forma della pietra sia il risultato di processi naturali piuttosto che di una lavorazione intenzionale da parte dell’uomo, altri studiosi sono orientati a confermare l’origine antropica del ciotolo.
Di seguto una brevissima sintesi delle diverse opinioni:
- Andrew Pelcin, A. (1994): A Geological Explanation for the Berekhat Ram Figurine. In: Current Anthropology, 35(5), pp. 674–675.
Andrew Pelcin propone una spiegazione geologica per la forma della pietra, suggerendo che potrebbe essere il risultato di processi naturali piuttosto che di una lavorazione intenzionale da parte dell’uomo
- Naama Goren-Inbar (1986): A figurine from the Acheulian site of Berekhat Ram. In: Mi’Tekufat Ha’Even, 19, pp. 7–12.
In questo studio, l’archeologa Naama Goren-Inbar descrive la scoperta della Venere di Berekhat Ram e discute le possibili modifiche antropiche sulla pietra.
- Alexander Marshack (1997): The Berekhat Ram figurine: a late Acheulian carving from the Middle East. In: Antiquity, 71(272), pp. 327–337.
Alexander Marshack, attraverso analisi microscopiche, sostiene l’ipotesi che la pietra sia stata intenzionalmente modificata da ominidi per rappresentare una figura femminile. - Francesco d’Errico & April Nowell (2000): A new look at the Berekhat Ram figurine: implications for the origins of symbolism. In: Cambridge Archaeological Journal, 10(1), pp. 123–167.
Francesco d’Errico e April Nowell confermano la natura antropica delle modifiche sulla pietra, ma esprimono cautela nell’identificarla come rappresentazione di una figura femminile, suggerendo che potrebbe avere un significato simbolico diverso.
In conclusione, mentre la Venere di Berekhat Ram e la Venere di Tan-Tan potrebbero rappresentare alcune delle più antiche forme di arte mobiliare, la loro origine antropica rimane oggetto di dibattito. Altre statuette, come la Venere di Hohle Fels, offrono evidenze più chiare dell’espressione artistica umana nel Paleolitico superiore
Venere Hohle Fels (Germania)
Venere di Hohle Fels , in avorio (35.000-40.000 anni fa)
La Venere di Hohle Fels è una statuetta in avorio di mammut scoperta nel 2008 nella grotta di Hohle Fels, vicino a Schelklingen, in Germania. Risalente a circa 35.000-40.000 anni fa, è considerata la più antica rappresentazione conosciuta del corpo umano femminile.
La statuetta, alta circa 6 cm, presenta caratteristiche femminili accentuate, come seni e fianchi pronunciati, tipiche delle cosiddette “Veneri paleolitiche”. La mancanza di dettagli facciali e la presenza di un anello al posto della testa suggeriscono che potesse essere indossata come pendente.[6]
In un prossimo articolo approfondirò la tematica dell’Arte parietale e mobiliare nel paleolitico e nel Mesolitico
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http://science.sciencemag.org/content/359/6378/852 e anche l’articolo su Repubblica: http://www.repubblica.it/scienze/2018/02/22/news/l_arte_piu_antica_e_dei_neandertal-189483683/ ↑
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http://www.nature.com/nature/journal/v514/n7521/full/nature13422.html ↑
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https://it.wikipedia.org/wiki/Venere_di_Tan-Tan#/media/File:Venus_of_Tan-Tan.jpg Immagine concessa con licenza Creative Commons Attribution Licenze ↑
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https://en.wikipedia.org/wiki/File:Venus_of_Berekhat_Ram_imj.jpg Immagine concessa con licenza Creative Commons Attribution Licenze ↑
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Conard, N. J. (2009). “A female figurine from the basal Aurignacian of Hohle Fels Cave in southwestern Germany.” Nature, 459 (7244), 248-252. / Cook, J. (2013). Ice Age Art: the Arrival of the Modern Mind. Londra: British Museum Press ↑
Articoli di “Echi”
Pubblicazioni
Pubblicazione recenti:
- 2025: Interpretazione del Patrimonio Culturale (Heritage Interpretation) – Principi, Metodi e Tecniche ISBN 978-8832060362
- 2024: Outdoor Exploration Experience (Escursioni Esperienziali): Principi, Esempi Operativi e Casi di Studio ISBN 978-8832060348
- 2024: Dinner Experience: Principi, Esempi Operativi e Casi di Studio ISBN 978-8832060331
- 2024: Antichi Cammini e Itinerari Storici di Sicilia. Vol. 1: Via Selinuntina: Collana Nuove Tecnologie Digitali al servizio dell’Archeologia ISBN 978-8832060300
- 2024: Guest Experience Qualità, Esempi Operativi e Casi di Studio ISBN 978- 8832060299
- 2024. The Skills Cycle for the Construction of Professional Profiles and Educational Standards ISBN 978-8832060270
- 2024. Tourism and Experiential Marketing: Principles, Case Studies, Experiential Quality Seal, Skills and Professional Profiles ISBN: 978-8832060287
- 2024. Destination Management: Qualità e Competitività delle Destinazioni Turistiche ISBN 978-8832060263
- 2023.Il Ciclo delle Competenze per la Costruzione di Profili Professionali e Standard Formativi ISBN 978- 8832060256
- 2023. Turismo e Marketing Esperienziale: Principi, Casi di Studio, Marchio di Qualità Esperienziale, Competenze e Profili Professionali 978-8832060249
- 2023. Dagli Ecomusei ai Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP) ISBN: 978-8832060232
- 2022. Percorsi Esperienziali e Interpretazione del Patrimonio Culturale Vol. 1: Origini e Principi Teorici ISBN: 9788832060218
- 2022. Sicilia Svelata: Prima dei Greci ISBN:9788832060188
- 2022. Miti dell’Antica Sicilia ISBN:9788832060157
- 2022. Culti dell’Antica Sicilia ISBN: 9788832060102
- 2022. Mascheroni e Volti di Sicilia ISBN: 9788832060119
- 2022. Il Barocco del Val di Noto nel Patrimonio mondiale UNESCO ISBN: 9788832060140
- 2022. Turismo, Arte e Patrimonio Culturale: Profili Professionali e Nuovo Quadro delle Competenze ISBN: 9788832060171
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