La Religione Naturale 

Pagina di riferimento: Echi: Riflessioni dal passato, risonanze nel presente

Metopa raffigurante Helios che esce dal mare – Pergamonmuseum di Berlino

Abstract

Questo articolo, parte della collana “Echi: Riflessioni dal passato, risonanze nel presente”,

esplora le prime religioni del Paleolitico, il quale segna l’inizio delle prime forme di pensiero religioso, un sistema di credenze che verrà successivamente definito religione naturale.

Con questo termine si indica quella categoria di religioni in cui gli elementi della natura – fenomeni meteorologici, corpi celesti, flora, fauna e aspetti legati alla vita umana – vengono divinizzati o considerati espressioni di potenze sovrannaturali.

I primi esseri umani, cercando di dare un senso all’ambiente che li circondava, iniziarono a sviluppare culti rivolti a entità non umane, identificando nei fenomeni naturali la presenza di forze sacre

La Religione Naturale

Nell’articolo L’Homo Religiosus: alle origini del sentimento religioso, ho raccontato di come Il paleolitico segna l’inizio delle prime forme di pensiero religioso.

Il Paleolitico, infatti, segna l’inizio delle prime forme di pensiero religioso, un sistema di credenze che verrà successivamente definito religione naturale. Con questo termine si indica quella categoria di religioni in cui gli elementi della natura – fenomeni meteorologici, corpi celesti, flora, fauna e aspetti legati alla vita umana – vengono divinizzati o considerati espressioni di potenze sovrannaturali.

I primi esseri umani, cercando di dare un senso all’ambiente che li circondava, iniziarono a sviluppare culti rivolti a entità non umane, identificando nei fenomeni naturali la presenza di forze sacre[1] Tra gli elementi divinizzati possiamo distinguere:

  • Fenomeni meteorologici, come i tuoni e i fulmini, spesso associati a divinità celesti, viste come esseri potenti e talvolta irascibili
  • Corpi celesti, come il Sole e la Luna, ritenuti fondamentali per il ciclo della vita e spesso oggetto di culto (ad esempio, il dio Ra in Egitto, Helios nella mitologia greca, Tonatiuh nella mitologia Azteca, la dea del Sole “Sól” nella mitologia Nordica o Surya: Il principale dio del sole nell’induismo)
  • Flora e agricoltura, con rituali dedicati alla fertilità della terra e alla crescita della vegetazione, pratiche che con l’avvento dell’agricoltura diventarono parte integrante delle religioni arcaiche
  • Fauna sacra, con la venerazione di specifici animali ritenuti sacri per le loro caratteristiche peculiari (come il toro, il serpente o l’aquila)
  • Momenti chiave della vita umana, come la nascita e la morte, celebrati attraverso riti di passaggio e credenze legate alla continuità dell’esistenza dopo la morte

Adorazione del Sole/Vitello (d’Oro). Deir el-Medina (nei pressi di Luxor – Egitto), età ramesside (1320-1085 a.C.)

Dal Totemismo all’animismo

All’interno della religione naturale, possiamo distinguere una prima fase totemistica, basata sulla venerazione di un animale o di un elemento naturale ritenuto sacro e strettamente legato all’identità di un gruppo sociale.

Il termine Totem deriva dalla parola ototeman, appartenente alla lingua degli Ojibwa, una tribù nativa dell’America Settentrionale. Il totemismo era un sistema di credenze che stabiliva una relazione di parentela mistica tra una comunità (tribù o clan) e un animale o pianta considerati sacri. Questo legame non era solo di tipo biologico, ma soprattutto religioso e spirituale: il totem veniva venerato come simbolo di protezione e identità tribale. Normalmente, tale rapporto immaginario legava un gruppo di persone a determinati animali o piante a cui il gruppo pensava di dovere il proprio sostentamento. Non era raro che il gruppo stesso assumesse il nome dell’animale elevato a Totem.

Il Totemismo può essere considerato la più antica forma di religione nella storia dell’uomo[2].

Il totemismo fu gradualmente affiancato da un’altra forma di religione naturale, quella naturistica, caratterizzata dall’attribuzione di un’anima ai fenomeni naturali e alla vita umana. Questo processo, noto come animismo, consisteva nella convinzione che ogni elemento della natura fosse abitato da uno spirito o da una divinità[3]

Il passaggio dal totemismo all’animismo non fu netto, poiché le due concezioni continuarono a influenzarsi a vicenda. Ad esempio, anche nelle religioni naturali più avanzate, gli animali continuarono a essere venerati come intermediari tra l’uomo e le forze divine.

Tra gli animali ricordiamo il toro, presente nella mitologia sin dai tempi della cultura minoica, la colomba associata ad Afrodite, il daino associato ad Artemide, la mucca associata ad Era, la cornacchia e la civetta associati ad Atena, ed infine il cane associato a molte divinità e spesso elemento ricorrente nei miti e nelle leggende siciliane.

Atene – Tetradramma del periodo 449 – 431 a.C. con Pallade Atena e la civetta.

 

Venere che scherza con due colombe (ritratto della ballerina Charlotte Chabert) di Francesco Haiez (1830)

 

Moneta con il viso del dio Adrano sul dritto ed uno dei suoi cani sul rovescio

Venere con colomba e phiale (VI sec. a.C) – Museo Nazionale di Reggio Calabria

Moneta ateniese con la civetta

  1. Ignazio Caloggero: Culti dell’Antica Sicilia. pag 9.

  2. Ambrogio Donini: Breve storia delle religioni. p. 48

  3. Edward Burnett Tylor: Primitive Culture. London: John Murray (1871) p. 86

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