Serapide

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Di origine asiatica era forse il dio del mare Shar-aphu. Il suo culto fu importato in Egitto dove prese il nome di Serapide e fu associato al culto di Osiride, fratello e sposo di Iside. Il culto dell’antico dio del mare si diffuse in tutto il Mediterraneo e i suoi templi, numerosi, presero il nome di Serapei.

In Sicilia il culto di Serapide dovette arrivare insieme a quello di Iside come dimostrano le monete di bronzo e le iscrizioni cui ho accennato parlando di Iside e del tempio che si trova sotto la chiesa di S. Pancrazio a Taormina. Cicerone (Verrine.I.II.160) parla di un Serapeo in un luogo centrale e frequentato a Siracusa. In effetti, i resti di un antico santuario, con caratteristiche che si discostano dai santuari tipicamente elleni, sono stati rinvenuti a Siracusa nel quartiere dell’Acradina (il principale quartiere dell’antica Siracusa). Che questo santuario, noto come “Ginnasio” perché identificato nel passato con un ginnasio romano, sia stato in realtà un Serapeo, cioè un tempio dedicato a Serapide, sarebbe avvalorato, oltre che da antiche fonti letterarie di epoca repubblicana (tra cui quella di Cicerone) che parlano della presenza di un Serapeo a Siracusa, anche da un’iscrizione con dedica a Serapide trovata non molto lontano dal santuario. Monete di epoca romana segnalerebbero la presenza del culto di Serapide anche a Menai [Ciaceri Emanuele: Culti e Miti dell’Antica Sicilia p. 263], nei pressi dell’attuale Mineo.

 Estratto dal Libro ” Culti dell’Antica Sicilia” di Ignazio Caloggero ISBN: 9788832060102 © 2022 Centro Studi Helios srl

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