Popoli Leggendari: I Giganti 

di Ignazio Caloggero

I Giganti, illustrazione Gustave Dorè, Divina commedia, Inferno, canto XXXI[1]

Pagina di riferimento: Repertorio dei Culti e dei Miti

Il popolo dei Giganti è probabilmente lo stesso a cui appartenevano il popolo dei Ciclopi e quello dei Lestrigoni.

Tommaso Fazello li chiama Ciclopi e li considera i primi abitatori della Sicilia; Giovanni Di-Blasi invece distingue Giganti e Ciclopi, non crede nei primi e considera invece questi ultimi come i primi abitatori della Sicilia[2]

Il Fazello, che crede nei giganti chiamandoli popolo dei ciclopi, li dipinge come dei gran cattivoni:

“Costoro confidatisi nella gagliardia, e grandezza de’ lor corpi, havendo ritrovate l’armi, opprimevano tutti quanti gli altri huomini, et essendo molto lascivi, et libidinosi, furno inventori delle tende de’ padiglioni, de gl’instrumenti musicali, e di tutte l’altre lascivie, e delicatezze. Essi mangiavan gli huomini, e procuravan d’haver de’ bambini non nati, ò sconciature, per mangiarsegli, et usavano (ndr: si univano carnalmente) indifferentemente con le madri, con le sorelle, con figliuole, co’ maschi, e con le bestie. e non era sceleratezza alcuna ch’eglino non havessero ardir di commettere, essendo in un medesimo tempo dispregiatori della Religione, e de gli Dei” [3]

Il Fazello racconta di numerosi ritrovamenti anche in Sicilia di cadaveri di giganti, che però, una volta venuti alla luce, si riducono in polvere, non lasciando tracce se non qualche dente.

Riportiamo alcuni di questi ritrovamenti indicati dal Fazello come li racconta Giovanni di Blasi:

“L’anno 1342. Dice egli, alcuni contadini cavando il terreno per fare i fondamenti di una lor casa. Si abbatterono in un antro grandissimo, dove essendo entrati trovarono a sedere un uomo di una smisurata grandezza. Sbigottiti corsero alla terra e racontarono agli Ericini lo spaventevole mostro che veduto avevano; questi preser le armi, e portarono seco torce accese, entrati nell’atro, trovarono lindicato cadavere umano, che stava a sedere appoggiato colla sinistra ad un bastone, a guisa di un albero di nave. Sembrava alla vista intero, ma appena toccato, il bastone ed il corpo si risolverono in polvere, salvo una grossa vergadi piombo ch’era dentro il bastone, tre denti mascellari di incredibile grossezza, e la parte anteriore del cranio, ove potevano entrare parecchie moggia di crano che rimasero saldi ed interi. Fu creduto il corpo di Erice figliuolo di Buthe, che il Boccaccio[4] racconta ucciso da Ercole. Un altro cadavere gigantesco fu trovato lanno 1516 in Mazzarino con un capo così grande, che sembrava una botte, ma questo col solito successo, appena toccato, si risolvè in polvere, rimanendo solo i denti mascellari ciascuno dei quali pesava cinque once[5].”

Ancora altri ritrovamenti, questa volta riportati direttamente dal libro del Fazello:

“Milillo è un castelletto in su la cima de’ Monti Iblei vicini al mare, il quale è tra Leontino, e Siracusa; poco sotto a questo castello, a le radici del monte dove è l’indeficiente fonte di S. Cosmano, si vedono sepolture di Giganti, lequali sono di grandezza incredibile, fuor delle quali son cavati del continuo denti mascellari grandi, e grandissime ossa da coloro, che son diligenti, e studiosi d’haver cose antiche. Molti di questi denti mi sono stati dati da Pietro Paulo, ch’è uno de’ nobili di quella terra, e molto curioso investigatore di simili cose, i quali io conservo con gran diligenza, per poterne far fede a chi non lo credesse, e ciascuno di quelli pesa quasi quattro once.

Iccara è un’antichissimo castello de’ Sicani, hoggi detto Carini, et è lontano da Palermo verso Ponente dodici miglia. In questo paese ci è un monte verso Ponente, chiamato monte lungo, a pie del quale è un’antro grandissimo, e ha nome Piraino, detto cosi da un castello, ch’è lontano tre miglia, dove sono molte sepolture di Giganti, onde si cavano denti, et ossa di maravigliosa grandezza. Di questa cosa ne son testimoni i proprij huomini d’Iccara, e insieme con loro quelli di Palermo. Ne posso far ancor io chiarissima, et indubitatissima fede, come quello, che mi trovo ricco d’un’osso di spalle di gigante grandissimo, e quasi simile a una cosa monstrosa, il qual fu disotterato di quivi.

***

Calatrasi è una Rocca, poco lontana da Entella, di cui essendo morto il Capitano l’anno MDL, e volendolo sepellire, mentre che s’andava cavando la fossa in Chiesa, s’abbaterno i cavatori in una sagrestia ò stanza sotterranea fatta in volta, e vi trovaron dentro un corpo humano lungo quasi ventiduo cubiti: della cui grandezza prima cominciatisi a maravigliare, e poi ridersene, presero la testa, laquale era di circuito forse venti piedi, e fattone come dir un bersaglio, vi cominciarono a trar dentro de’ sassi: et havendola [39] spezzata in molte parti, serbaron solamente i denti, e tutto il resto del capo e del corpo messero sotterra.

***

Petraglia inferiore è un castello mediterraneo, et è moderno, in un villaggio del quale, chiamato Billicino, mentre che Bartolo da Petraglia, Artalo, Curtio, e Niccolò da Camerata, et altri muratori, l’anno MDLII. faceano i granai per Susanna Gonzaga, Signora del Castello, e moglie del Conte Pietro Cardona Golisano, s’abbatterono a caso in molte sepolture di Giganti, ch’eran chiuse con certe pietre quadre, dentro alle quali trovarono molti corpi humani, i quali passavan l’uno piu d’otto cubiti di lunghezza. de’ quali corpi, Susanna, per esser ella non men nobile di sangue, che liberale, e generosa d’animo, mi mandò a donar insino a Palermo una mascella con due denti mascellari, i quali pesavan quasi due once l’uno, e queste cose, tutte serbo appresso di me, con gran diligenza, e cura.” [6]

[1]https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4c/Gustave_Dor%C3%A9_-_Dante_Alighieri_-_Inferno_-_Plate_65_%28Canto_XXXI_-_The_Titans%29.jpg

[2] Storia di Sicilia libro primo, capitolo secondo e terzo

[3] Fazello: Storia di Sicilia capitolo sesto: De gli habitatori di Sicilia

[4] Giovanni Boccaccio: Genealogia degli Dei, lib. 4, cap. 68

[5] Giovanni E. Di-Blasi: Storia del Regno di Sicilia. Vol. I p. 13

[6] Fazello: Storia di Sicilia capitolo sesto: De gli habitatori di Sicilia

 

Estratto dal Libro Miti dell’Antica Sicilia”   di Ignazio Caloggero ISBN:9788832060157 © 2022 Centro Studi Helios srl

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