Il Mito di Ulisse in Sicilia

di Ignazio Caloggero

Pagina di riferimento: Repertorio dei Culti e dei Miti

Origini del Mito

Ulisse è il nome che i latini diedero all’eroe Odisseo le cui gesta sono state raccontate da molti autori del passato: Apollodoro, Igino, Pausania, Vigilio e molti altri ancora, ma soprattutto fu raccontato e reso celebre grazie a Omero, autore del celeberrimo poema epico Odissea.

Ulisse era originario di Itaca, isola della costa occidentale della Grecia nel Mar Ionio. I suoi genitori erano Laerte e Anticlea, figlia di Autolico a sua volta figlio del dio Hermes. Secondo alcuni il padre non fu Laerte ma Sisifo che aveva avuto una relazione con Anticlea.

Ulisse, divenuto re di Itaca, sposo Penelope, durante la guerra di Troia, suo malgrado, vi partecipò, fino a quanto, non contribuì, grazie al famoso espediente del “Cavallo di Troia”, a porre termine alla guerra.


La processione del cavallo di Troia di Giandomenico Tiepolo (National Gallery, Londra)[1]

Dopo dieci anni di lontananza dalla sua terra a causa della guerra di Troia, Ulisse avrebbe voluto far ritorno da sua moglie Penelope, ma un numero continuo di situazioni sfortunate lo costrinsero a vagare ancora per altri dieci anni prima di poter ritornare ad Itaca.

Il viaggio di ritorno da Troia a Itaca, suddiviso in dodici tappe (o quattordici) se si includono il punto di partenza (Troia) e di arrivo (Itaca), può essere così sintetizzato:

 Prima tappa: Terra dei Ciconi (Tracia). 

Dopo la partenza da Troia con 12 navi e 500 uomini, Ulisse approda sulle coste della Tracia per fare razzia al fine di approvvigionarsi delle proviste necessarie al viaggio di ritorno.  Ulisse e i suoi uomini, saccheggiano e distruggono Ismaro, città del popolo dei Ciconi, durante la razzia Ulisse risparmia un sacerdote che per sdebitarsi gli regala, tra l’altro, delle anfore di vino forte che saranno utili ad Ulisse quando si incontrerà con Polifemo.

Seconda tappa: Terra dei Lotofagi (coste africane/Sicilia). 

Una tempesta fa approdare le navi di Ulisse nella terra dei Lotofagi (mangiatori di Loto) che accolsero bene Ulisse e i suoi compagni, offrendo loro il loto un frutto dolcissimo che però fa perdere la memoria. Ulisse è costretto a usare la forza per far risalire i suoi compagni sulle navi e riprendere il viaggio.

Terza tappa: Terra dei Ciclopi (Sicilia). 

È questa la tappa che vede Ulisse approdare in Sicilia, alle pendici dell’Etna, dove incontrerà il ciclope Polifemo.

 Quarta tappa: Isola di Eolo (Eolie). 

Si tratta di una delle isole Eolie, qui incontra il Re dei venti Eolo che gli regala un otre contenente i venti contrari alla navigazione.

Quinta tappa: Terra dei Lestrigoni (Sardegna/Sicilia) 

Questa tappa vede la distruzione della flotta delle navi di Ulisse da parte dei Lestrigoni. Si salva unicamente la nave di Ulisse.

Sesta tappa: Terra di Circe (promontorio del Circeo) 

La sesta tappa riguarda il promontorio del Circeo (Lazio), sede della Maga Circe che trasforma i compagni di Ulisse in porci, ma il dio Hermes salva Ulisse e i suoi compagni che rimangono ospiti di Circe, divenuta, nel frattempo, ospite generosa.

Settima tappa: Averno (Campania) 

Su consiglio della Maga Circe, Ulisse si reca sul lago Averno che è l’ingresso del regno dei morti (chiamata appunto Averno o anche Ade) dove l’indovino Tiresia gli dirà delle difficoltà che troverà per ritornare ad Itaca, avvisandolo di non toccare i buoi sacri al dio Sole

Ottava tappa: Terra delle Sirene (Calabria/Sicilia) 

Durante il viaggio si avvicina, con la nave nella terra delle sirene (che secondo una tradizione erano tre e avevano il nome di Leucosia, Partenope  e Ligea) ma grazie ai consigli di Circe, Ulisse usò uno stratagemma che lo avrebbe salvato assieme all’equipaggio: Ulisse si fece legare a un albero della nave e ordinò ai suoi uomini di mettersi alle orecchie dei tappi di cera riuscendo a sfuggire alle tentazioni delle sirene. Secondo la versione di Igino della legenda le sirene non riuscendo nella loro impresa, si uccisero buttandosi in mare.

Nona tappa: Terra di Scilla e Cariddi (Stretto di Messina) 

Per tradizione il luogo di Scilla e Cariddi è lo stretto di Messina sotto il controllo di Scilla e Cariddi.  Qui Ulisse, pur riuscendo a passare, perde sei dei suoi uomini. Per i dettagli sul mito delle ninfe Scilla e Cariddi  so rimanda al volume “Culti dell’Antica Sicilia”.  

Decima tappa: Isola del Sole (Sicilia) 

Passato lo stretto di Messina, Ulisse approda in Sicilia (chiamata Trinacria), dove i suoi uomini mangiano le vacche sacre al dio Sole. Zeus, per vendetta scatenò una lunga tempesta durata nove giorni che causo la morte di tutti gli uomini e la perdita della nave.

Undicesima tappa: Isola di Ogigia – Calipso (Gozo/Pantelleria/Ortigia) 

Giunto naufrago sull’Isola di Ogigia dove incontrò la ninfa Calipso che innamoratasi dell’eroe lo trattenne come “prigioniero d’amore” per sette anni fino a quanto Zeus non mandò Hermes a convincere Calipso a lasciarlo andare a bordo di una zattera.

Dodicesima tappa: Isola dei Feaci (Corfù) 

La dodicesima tappa è l’isola di Scheria (Corfù), dove viene accolto e da Nausicaa figlia del re Alcino. Alcino, sentito la storia di Ulisse, volle aiutarlo fornendogli una nave che gli permise finalmente di arrivare nella sua amata Itaca.

Il Mito in Sicilia

Delle dodici tappe descritte, ben otto interessano (o potrebbero interessare) la Sicilia,  vediamole:

Seconda tappa: Terra dei Lotofagi

Alcuni individuano questi luoghi nelle coste africane altri hanno ipotizzato che la sede dei Lotofagi fosse nella zona meridionale dell’isola e precisamente da Camarina fino ad Agrigento[2]

Terza tappa: Terra dei Ciclopi (Sicilia). 

Dell’episodio di Ulisse e Polifemo ne parleremo ampiamente nel capitolo dedicato proprio a Polifemo

Quarta tappa: Isola di Eolo (Eolie). 

Dell’episodio di Ulisse e di Eolo ne parleremo ampiamente nel capitolo dedicato proprio a Eolo

Quinta tappa: Terra dei Lestrigoni (Sardegna/Sicilia) 

Secondo alcuni la terra dei Lestrigoni, giganti mostruosi non meno cattivi dei Ciclopi, si trovava in Sardegna, secondo altri, tra cui gli storici Tucidide[3] e Fazello[4] i Lestrigoni erano un popolo che viveva in Sicilia. Questa tappa vede la distruzione della flotta delle navi di Ulisse da parte dei Lestrigoni. Si salva unicamente la nave di Ulisse.

Ottava tappa: Terra delle Sirene (Calabria/Sicilia) 

Si rimanda ai miti di Leucosia, Partenope  e Ligea.  

 Nona tappa: Terra di Scilla e Cariddi (Stretto di Messina) 

Per tradizione il luogo di Scilla e Cariddi è lo stretto di Messina sotto il controllo di Scilla e Cariddi.  Qui Ulisse, pur riuscendo a passare, perde sei dei suoi uomini. Si è discusso ampiamente di queste ninfe divenute mostri nel volume “Culti dell’Antica Sicilia” a cui si rimanda per i dettagli[5].

Decima tappa: Isola del Sole (Sicilia) 

Passato lo stretto di Messina, Ulisse approda in Sicilia (chiamata Trinacria), dove i suoi uomini mangiano le vacche sacre al dio Sole. Zeus, per vendetta scatenò una lunga tempesta durata nove giorni che causo la morte di tutti gli uomini e la perdita della nave.

Undicesima tappa: Isola di Ogigia – Calipso (Gozo/Pantelleria/Ortigia) 

Sono molti i luoghi che autori antichi e moderni hanno indicato come il luogo dove era la grotta in cui Calipso avrebbe vissuto per sette anni con Ulisse. Per semplicità ne enunceremo solo tre.

  • L’isola di Gozo: L’isoletta facente parte di Malta dove sarebbe stata identificata una grotta conosciuta come Cava di Calipso.
  • L’isola di Pantelleria: Il luogo individuato da alcuni sarebbe la Grotta Sataria che si trova sul tratto di costa sudoccidentale dell’isola, tra Località Cimillia e Punta Tre Pietre, sulla strada perimetrale in direzione Scauri. La grotta è anche famosa per le sue vasche di acqua termale. Sateria vuol dire infatti salute.  La regione Sicilia ha voluto includere, la grotta tra i luoghi della memoria associati ad Enea. 
  • L’isola di Ortigia. Questa è una teoria poco nota, ne parla Melchiorre Trigilia nel suo “I viaggi ed i luoghi di Sicilia” pubblicato online nella piattaforma “La Sicilia in Rete”: Secondo Trigilia, Ortigia va identificata con la Ogigia di Omero in base alla sua affinità del nome e dal fatto che Ortigia ha nelle vicinanze, molte “cupe spelonche” oltre al fatto che Plemmirio potrebbe essere una deformazione di Cimmerio, luogo dei Cimmeri, che vivevano proprio nelle cupe spelonche[6].

Il Mito nel Registro LIM della Regione Sicilia

La Regione Sicilia ha inserito il Mito di Enea nel registro LIM (Luoghi dell’identità e della Memoria) – Luoghi degli eroi e delle leggende eroiche.

Luoghi indicati nella LIM:

  • Scoglio della Torre di Ligny (Trapani)
  • Grotta di Sataria (Pantelleria-prov. Trapani)
  • Porto di Ulisse (Pachino-prov. Siracusa)
  • Grotta di Polifemo (Milazzo-prov. Messina)
  • Faraglioni, Arcipelago dei Ciclopi (Aci Trezza-prov. Catania)
  • Isole Eolie (prov. Messina)
  • Scilla e Cariddi (Stretto di Messina)
  • Scogli dello Stretto di Messina

Per visualizzare i luoghi del Mito su Mappa Interattiva si veda la seguente pagina web: I luoghi di Ulisse

Estratto dal Libro Miti dell’Antica Sicilia”   di Ignazio Caloggero ISBN:9788832060157 © 2022 Centro Studi Helios srl

[1]https://it.wikipedia.org/wiki/Processione_del_cavallo_di_Troia#/media/File:The_Procession_of_the_Trojan_Horse_in_Troy_by_Giovanni_Domenico_Tiepolo_(cropped).jpg

[2] Discorsi sopra l’antica e moderna Ragusa di Garofalo Filippo. p. 3

[3] Tucidide (lib VI.2)

[4] Fazello: Storia di Sicilia Libro terzo, capitolo secondo

[5] Ignazio Caloggero: Culti dell’Antica Sicilia – Scilla e Cariddi

[6] http://win.lasiciliainrete.it/STORIAECULTURA/TRIGILIA/ULISSE/ulisse.htm

 

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