Glauco 

di Ignazio Caloggero

Glauco e Scilla di Bartholomeus Spranger c.1581- Di Oursmili – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38682688

Pagina di riferimento: Repertorio dei Culti e dei Miti

Nella mitologia greca, il personaggio di Glauco è presente in molte leggende, il nome si riferisce a diversi personaggi raccontati da tantissimi autori tra cui Virgilio, Ovidio, Omero, Igino, Eschilo e Sofocle.

Il Mito in Sicilia

Tra le tante leggende prenderemo quella che la mette in correlazione con Scilla il cui mito è stato raccontato da Omero nell’Odissea (Canto XII, 112), da Ovidio nei libri XIII-XIV delle Metamorfosi e da Virgilio nell’Eneide, III.

Una delle tante versioni vede Glauco figlio di Poseidone e della ninfa Naide. Glauco nasce mortale e viveva di pesca. Un giorno si accorse che alcuni dei pesci che aveva pescato mangiando l’erba del prato su cui li aveva posati, tornavano in vita, volle provare anch’esso a mangiare quell’erba miracolosa, il risultato fu che diventò un dio immortale, con un effetto collaterale poco gradito, dalle gambe in giù divento pesce.   Con questo aspetto forse poco gradevole si presentò ad una bellissima ninfa di nome Scilla di cui si era innamorato, ma fu rifiutato dalla ninfa. Glauco ci rimase molto male per il palese rifiuto e non volendo rinunciare al suo amore chiese aiuto alla maga Circe chiedendole un filtro d’amore per fare innamorare la ninfa, ma Circe che nel frattempo si invaghì di Glauco, lo voleva tutto per sé, nonostante Glauco non volesse rinunciare a Scilla. Irritata dal rifiuto di Glauco Circe pensò bene di sbarazzarsi della rivale, preparò un filtro velenoso e lo versò in mare nel punto in cui Scilla era solito bagnarsi. Una sera Scilla si immerse per fare il suo solito bagnetto fu trasformata in mostro. Di sopra rimasero le sembianze umane ma nella parte inferiore gli erano cresciute sei gambe a forma di serpente ognuno con una testa di cane all’altezza del girovita. Divenuto mostro Scilla si rifugiò presso uno scoglio vicino una grotta dove viveva Cariddi e quando qualche sventurato si avvicinava troppo agli scogli, i cani divoravano i malcapitati. Successe a sei compagni di Ulisse la cui nave si trovò a costeggiare la grotta dove si nascondeva Scilla.

Il Mito nel Registro LIM della Regione Sicilia

La Regione Sicilia ha inserito il Mito di Glauco nel registro LIM (Luoghi dell’identità e della Memoria) – Luoghi delle metamorfosi.

Luogo indicato nella LIM:

  • Stretto di Messina

Estratto dal Libro Miti dell’Antica Sicilia”   di Ignazio Caloggero ISBN:9788832060157 © 2022 Centro Studi Helios srl

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