Eolo

di Ignazio Caloggero

Pagina di riferimento: Repertorio dei Culti e dei Miti

Il Mito di Eolo è raccontato in diverse versioni, a volte distinte, a volte tra di loro sovrapposte e lo stesso Diodoro Siculo né da due versioni distinte.

Nella prima versione raccontata da Diodoro Siculo (libro IV. 67), si parla di Eolo, proveniente da Metaponto, da cui era fuggito con la madre Arne ed il fratello Beoto. Il fratello e la madre navigarono fino all’Elide, governata da Aeolo, padre di Arne che successivamente cedette il trono a Beoto. Eolo invece si impossessò delle Isole Eolie fondando la città di Lipari. Eolo è visto come il figlio di Arne e Poseidone[1], a sua volta figlia di un secondo Eolo,  il quale a sua volta era figlio di Ippote e nipote del primo Eolo, il figlio di Elleno. Quindi in questa versione il nostro Eolo non è figlio di Ippote ma un suo pronipote.  

Nella seconda versione raccontata dallo stesso Diodoro Siculo (libro V. 7-8), Eolo è considerato figlio di Ippote e la sua figura coincide con l’Eolo raccontato dall’Odisseo. In questa versione Diodoro racconta che le Isole Eolie, anticamente disabitate, furono occupate da Liparo, il figlio del re Ausono, vinto dai suoi fratelli ribelli nei suoi confronti, che fuggì dall’Italia fondando la città di Lipara. Quando Liparo era ormai anziano, Eolo, figlio di Ippote, giunse a Lipara con alcuni compagni, sposò Ciane, figlia di Liparo e successivamente divenne re dell’isola. Eolo introdusse tra i marinai l’uso delle vele ed aveva una grande capacità nella conoscenza dei venti locali “e per questa ragione, il mito si è riferito come ad un tesoriere dei venti; ed per la sua grande religiosità che fu chiamato amico dei venti[2]

Secondo il Ciaceri, le versioni relative alle prime due figure non dovevano essere molto diverse in quanto Ippote non doveva essere altro che il Poseidone dei Greci[3]

Nella seconda versione raccontata da Diodoro si parla del figlio del re Ausono, costretto a fuggire dall’Italia, la cosa può essere messa in relazione con il fatto che verso il Bronzo recente (1300-1200 a.C.) e quello finale (1200-1000 a.C. circa) si assiste, sulle Eolie, una riduzione dell’influenza micenea  che inizia a cedere il posto ad un tipo di cultura del tipo appenninico e subappenninico, causa questa di fenomeni migratori di popolazioni provenienti dall’Italia meridionale che porteranno oltre a nuovi influssi culturali anche l’uso del ferro[4]. Nelle isole Eolie e la Sicilia nord-orientale, compare un tipo di cultura denominata dell’Ausonio che prende il nome dal popolo degli Ausoni proveniente dall’Italia meridionale e che in questo periodo estese la sua influenza sino in territorio siciliano.

Eolo nel Mito dell’Odissea

Nell’Odissea di Omero, Ulisse, nella sua quarta tappa del viaggio di ritorno da Troia a Itaca, giunge nell’isola di Eolo[5], dio dei venti, da cui viene ospitalmente accolto per un mese, ricevendo in dono l’otre dei venti, accompagnato da un divieto da non infrangere: nessuno dovrà aprire l’otre. Saranno i compagni però che, invidiosi del dono dell’ospite, ormai in prossimità di Itaca, approfittando del sonno di Odisseo, apriranno l’otre scatenando i venti che risospingeranno la nave al largo.

Il Mito nel Registro LIM della Regione Sicilia

I luoghi del Mito di Eolo sono stati inseriti dalla Regione Sicilia nel Registro LIM (Luoghi dell’Identità e della Memoria di Sicilia), settore dei Luoghi degli dei e divinità minori.

I Luoghi interessati sono:

  • Isole Eolie (Messina)

[1] Igino in “Fabulae” considera Eolo figlio di Melanippe e Poseidone

[2] Diodoro Siculo Lib. V. 7.

[3] Emanuele Ciaceri: Culti e Miti nella Storia dell’Antica Sicilia p. 302

[4] Jaques Heurgon: Il mediterraneo occidentale – Dalla preistoria a Roma Arcaica p. 32

[5] Rispetto a Diodoro Siculo, che indica Eolo semplicemente come Re dell’isola, nell’Odissea Eolo è visto come il dio dei venti

Estratto dal Libro Miti dell’Antica Sicilia”   di Ignazio Caloggero ISBN:9788832060157 © 2022 Centro Studi Helios srl

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