Parco Archeologico della Neapolis
Esteso per 240.000 mq. Il Parco archeologico della Neapolis fu realizzato tra il 1952 ed il 1955, contiene importanti monumenti: l’Anfiteatro Romano, l’Ara di Gerone II, La grotta dei Cordari, la Chiesetta di San Nicolò di età normanna, Il Teatro Greco, La Grotta di Ninfeo, la latomia del Paradiso (Orecchio di Dionigi, necropoli sicane, romane e bizantine, Le Latomie della Intagliatella e di Santa Venera ed altro ancora
Anfiteatro Romano
Risalente all’età imperiale (III – IV secolo d.C.) l’anfiteatro romano è uno dei massimi edifici del genere esistente. Di forma ellittica, i diametri esterni misurano m. 140 x 119; fu parzialmente scavato nella roccia del Temenite. Presenta due ingressi: il principale, a nord, era collegato con un piazzale destinato ad accogliere i cocchi degli spettatori, mentre quello secondario, a Sud è attualmente in uso per la visita al monumento.
Ara di Ierone II
Altare probabilmente dedicato a Zeus Eleuterio eretto nel III secolo a.C da Gerone (Ierone) II. Ciò che rimane oggi sono quasi esclusivamente le strutture basamentali (198 x 22,80 m.), ricavate nella parte bassa del declivo roccioso del Colle Temenite. La struttura in blocchi superiore infatti, venne asportata quasi completamente nel XVI sec al fine di utilizzare i blocchi già squadrati per la costruzione delle fortificazioni spagnole della città.
Grotta dei Cordari
All’interno della latomia del Paradiso (Orecchio di Dionisio), vi è la Grotta dei Cordari che, per secoli, grazie alla propria lunghezza e alla presenza dell’acqua, ha ospitato i fabbricanti di corde (cordari). La volta è sostenuta da piloni scavati sulla pietra, sulle pareti sono ancora visibili degli ipogei funerari bizantini che danno il nome al luogo: “Via dei Sepolcri”.
Chiesa di S. Nicolò ai Coradari e Piscina Romana
Posta all’ingresso del Parco archeologico della neapolis, la chiesetta fu costruita in epoca normanna (XI secolo) probabilmente su preesistente chiese sotterranee di epoca paleocristiana e bizantina. Il nome di San Nicolo dei Cordari o di San Nicolo della Pietra deriva dal fatto che la chiesa fu concessa nel 1577 alla corporazione dei cordari, che avevano nella vicina grotta dei cordari uno dei loro luoghi di lavoro. In questa chiesa nel 1093 fu celebrato il funerale di Giordano, figlio di Ruggero d’Altavilla. La chiesa è a navata unica con abside semicircolare, finestrelle a feritoia e piccolo portale d’accesso laterale.
La chiesa è in parte costruita su una piscina d’epoca romana scavata nella viva roccia, costruita a sua volta su una latomia d’età greca, La piscina si trova a 5 metri di profondità, su di essa si trovano 14 pilastri in tre navate coperte da volte a botte che sorreggono la chiesetta soprastante.
La piscina, in origine, svolgeva la funzione essenziale di serbatoio d’acqua, con pareti intonacate, ed era collegata con un canale al vicino anfiteatro romano attraverso un canale interrato. Successivamente, dopo aver probabilmente avuto la funzione di chiesetta sotterranea, òa piscina romana fu utilizzata come cripta della chiesa di San Nicolò dei Cordari. Nel XX secolo, durante dei lavori di restauro sotto il pavimento sono state rinvenute sepolture databili I-II secolo d.C. entro tombe a fossa, a bauletto e a cappuccina oltre a incinerazioni in urne di terracotta.
Teatro Greco
Il Teatro Greco, quasi interamente scavato nella roccia è stato costruito nel V sec. a.C rifatto nel III sec. a.C e modificato nel in epoca romana. Nel XVI secolo molte parti furono asportate al fine di utilizzare i blocchi già squadrati per la costruzione delle fortificazioni spagnole della città. I lavori di ripristino iniziarono nel XVII secolo e solo nella seconda metà del Novecento furono portati a termine.
Grotta di Ninfeo
La Grotta del Ninfeo è una piccola caverna artificiale, che ospitava il vestibolo in cui i gli attori e i musicisti si preparavano prima di esibirsi all’interno dell’adiacente Teatro Greco. L’ingresso della Grotta presenta ai lati quattro nicchie votive, due furono trasformate in epoca Bizantina in sepolcri rupestri. L’interno è caratterizzato dalla presenza di una fonte alimentata dalle acque dell’Acquedotto Galermi, condotta idrica di epoca greca.
Latomia del Paradiso (Orecchio di Dionigi)
La latomia del Paradiso era una cava di pietra, secondo la tradizione era usata da Dionigi (Dioniso) come luogo di detenzione. Della Latomia del Paradiso è diventata famosissima una grotta artificiale ottenuta scavando un preesistente acquedotto, lunga m. 65, larga da 5 a 11 metri e alta 23, che presenta uno caratteristico effetto di amplificazione acustica dei suoni emessi al suo interno. Questo effetto acustico, la somiglianza dell’ingresso al condotto uditivo dell’orecchio umano e la stanzetta che si vede in alto a destra nell’ingresso della grotta hanno dato origine alla leggenda che quell’antro fosse stato fatto scavare dal tiranno Dionisio perché potesse ascoltare, di nascosto quello che dicevano i detenuti. Il nome “Orecchio di Dionigi” gli fu dato dal pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio che nel 1608 visitò la latomia.
Latomia della Intagliatella
La latomia dell’Intagliatella è collegata tramite una breve galleria, con la latomia del Paradiso, è la meno estesa delle latomie che sono ubicate dentro il Parco.
Latomia di Santa Venera
La latomia di Santa Venera è la più orientale del Parco della Neapolis. In età settecentesca fu trasformata in giardino con una ricca vegetazione sub-tropicale, ancora oggi è visibile un secolare “ficus delle pagode”. La Latomia era utilizzata, in epoca greca come luogo di devozione dei defunti eroizzati, come testimoniano gli incavi votivi presenti nelle pareti settentrionali della latomia.
Necropoli a grotticelle e “Tomba di Archimende”
L’area cimiteriale detta “Necropoli a grotticelle” sono di epoca greca e romana. Le tombe di età greca che occupano questa zona sono solo un lembo della vasta necropoli che si estendeva su tutto il pianoro, ai margini delle latomie, fino alla zona sovrastante al Teatro Greco. Tale necropoli restò in uso da un’età tardo-arcaica fino ad età ellenistica.
Una di queste tombe, ben visibile dalla strada che costeggia il Parco lungo la Via Romagnoli è conosciuta come “Tomba di Archimede”. In realtà la tomba in questione è di epoca siccessiva alla morte di Archimede, in quanto si tratta di una camera sepolcrale di età romana provvista all’interno di due ordini di nicchie per la sistemazione delle urne cinerarie. La vera tomba di Archimede, come racconta Cicerone, era posta vicino l’agorà, zona lontana dalla Necopoli Grotticelle.
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