Serapide
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Serapide

Quanto segue è estratto da: Culti, Miti e Leggende dell’Antica Sicilia (Autore: Ignazio Caloggero – ISBN: 9788894321913)

Di origine asiatica era forse il dio del mare Shar-aphu. Il suo culto fu importato in Egitto dove prese il nome di Serapide e fu associato al culto di Osiride, fratello e sposo di Iside. Il culto dell’antico dio del mare si diffuse in tutto il Mediterraneo e i suoi templi, numerosi, presero il nome di Serapei.

Testa di Serapide – Museo del Bardo – Tunisi

In Sicilia il culto di Serapide dovette arrivare insieme a quello di Iside come dimostrano le monete di bronzo e le iscrizioni cui ho accennato parlando di Iside e del tempio che si trova sotto la chiesa di S. Pancrazio a Taormina. Cicerone (Verrine.I.II.160) parla di un Serapeo in un luogo centrale e frequentato a Siracusa. In effetti, i resti di un antico santuario, con caratteristiche che si discostano dai santuari tipicamente elleni, sono stati rinvenuti a Siracusa nel quartiere dell’Acradina (il principale quartiere dell’antica Siracusa). Che questo santuario, noto come “Ginnasio” perché identificato nel passato con un ginnasio romano [1], sia stato in realtà un Serapeo, cioè un tempio dedicato a Serapide, sarebbe avvalorato, oltre che da antiche fonti letterarie di epoca repubblicana (tra cui quella di Cicerone) che parlano della presenza di un Serapeo a Siracusa, anche da un’iscrizione con dedica a Serapide trovata non molto lontano dal santuario [2]. Monete di epoca romana segnalerebbero la presenza del culto di Serapide anche a Menai [3], nei pressi dell’attuale Mineo.

Tempio di Serapide a Pozzuoli

[1] Il ginnasio, considerato luogo di educazione spirituale e di ritrovo, era un complesso architettonico generalmente costruito in mezzo al verde e costituito da una palestra e da uno stadio.

[2] Filippo Coarelli e Mario Torelli: Sicilia “Guide Archeologiche Laterza” p.242.

[3] Ciaceri Emanuele: Culti e Miti dell’Antica Sicilia p.263

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto: web, Ignazio Caloggero

Contributi informativi:  Ignazio Caloggero, Regione Sicilia

Nota esclusione responsabilità

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