Porta Nord (Mozia)
Street View (se presente)
Descrizione

Porta Nord (Mozia) (Mozia)

L’ingresso alla città (Porta Nord) si articolava attraverso tre porte successive, a circa 22 m l’una dall’altra, ognuna delle quali era costituita da due aperture affiancate separate da un muro centrale. Le strutture meglio conservate sono relative alla porta più esterna, cui forse era pertinente, come fregio di coronamento, il gruppo scultoreo di due felini che azzannano un toro, conservato nel museo. Nella zona fra la porta e la costa gli scavi hanno individuati tre livelli stradali, di cui è visibile l’ultimo, con ampliamento della sede stradale a circa 10 m di larghezza, pavimentato con grandi lastre di calcare su cui sono visibili i solchi dei carri. Le aree laterali pavimentate in ciottoli sono forse interpretabili come passaggi pedonali. All’interno della porta questa pavimentazione più recente era preceduta da quattro livelli pavimentati in ciottoli. Ai lati della strada sorgono due piccoli complessi: quello occidentale consiste in un edificio centrale a pianta rettangolare, di cui si conservano solo le fondazioni, racchiuso ad est e a sud da un recinto con parte inferiore in blocchi di pietra accuratamente squadrati e alzato in mattoni crudi. A circa m 1,50 ad est, sorge una struttura pressoché quadrata, più piccola (il lato misura circa 2 metri), della quale resta soltanto il basamento in pietra. L’edificio maggiore presenta due fasi: nel VI secolo a.C. fu edificato un sacello rettangolare (m 2,52 x 4,11), prostilo o in antis con facciata a nord. A questa fase del complesso appartengono un frammento di capitello dorico di calcare rivestito di stucco, confrontabile con quelli del tempio F di Selinunte, e un frammento di rilievo in calcare con scena di battaglia, conservato nel museo. In una seconda fase della prima metà del V secolo a.C. il sacello più antico fu sostituito da un edificio quadrato (m 3,93 x 4,11), al quale apparterrebbero alcuni frammenti di capitelli angolari di tipo foliato, d’ispirazione orientale, ora esposti nello spiazzo antistante il museo. Il sacello venne quindi distrutto probabilmente in occasione dell’assedio siracusano del 397 a.C. In corrispondenza dei sacelli la strada appare interrotta e una fila di massi, forse uno sbarramento eretto in occasione dell’assedio.

Il complesso orientale, molto rovinato, è costituito da un’area rettangolare (circa 5 x 7 metri) delimitata ad est e ad ovest da rozzi muri a piccole pietre e a sud da un muro a blocchi squadrati alla prima fase del sacello maggiore nel VI secolo a.C. Anche in questo secondo edificio esistono tracce di una ristrutturazione degli inizi del V secolo a.C. Nell’area si sono rinvenute tre anfore infisse nella sabbia, la cui funzione non è ancora chiara. Gli strati riferibili all’ultima fase dell’impianto, numerosi frammenti di ciotole e piccoli piatti utilizzati probabilmente per il culto. Il santuario sia per le forme architettoniche che per le caratteristiche dei depositi votivi sembra riferibile ad un culto grecopunico.

 

Fonte: wikipedia, web

Foto: Di Davide Mauro – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7541020

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Contributi informativi:  Web, Regione Sicilia

Nota: Il popolamento delle schede della Banca dati Heritage, procede per fasi incrementali: catalogazione, georeferenziazione, inserimento informazioni e immagini. Il bene culturale in oggetto è stato catalogato, georeferenziato ed inserite le prime informazioni. Al fine di arricchirne i contenuti informativi sono graditi ulteriori contributi, se lo desiderate potete contribuire attraverso la nostra area “I Vostri Contributi

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