Luoghi del Mito di Artemide - Diana (Segesta)
Descrizione

Luoghi del Mito di Artemide – Diana (Segesta)

Il sito fa parte dei Luoghi del Mito e delle Leggende – inseriti nel Registro della Regione Sicilia LIM (Luoghi degli dei e divinità minori)

Secondo la mitologia greca, Artemide, identificata con l’italica Diana dei Romani, è considerata figlia di Zeus e sorella gemella di Apollo. Così come il fratello, è armata di arco ed è amante della caccia; però, mentre Apollo è visto come la personificazione del sole, Artemide è vista come la personificazione della luna, infatti, è sovente rappresentata con l’inseparabile arco mentre va a caccia di notte, a lume di torcia.

Nelle sue battute di caccia era spesso accompagnata da bellissime ninfe, e guai a chi osava attentare alle loro virtù: il cacciatore Orione fu, infatti, ucciso per aver tentato di violentare alcune delle sue accompagnatrici.

Segesta

A Segesta il culto di Artemide doveva essere particolarmente fiorente, come si deduce dalla lettura di Cicerone (Verrine II. IV. 72-80), che descrive una statua bronzea raffigurante Diana presente nella città e della sua sottrazione da parte di Verre, Governatore romano della Sicilia dal 73 al 71 a.C. Cicerone racconta che, presso i Segestani, esisteva una statua bronzea di Diana, “circondata da una venerazione tutta particolare che risaliva a tempi molto antichi, per di più magistralmente eseguita in uno stile veramente originale e con straordinaria abilità”.

Segesta fu distrutta e saccheggiata dai Cartaginesi che portarono via la statua. Dopo la presa di Cartagine da parte di Publio Scipione, durante la terza guerra punica, la statua fu riconsegnata ai Segestani che la risistemarono nell’antico sito, sopra un piedistallo sul quale era scolpito il nome di Publio Scipione, a ricordo della restituzione della statua.

“la statua era di notevoli proporzioni e di considerevole altezza, con un lungo manto. E tuttavia pur in quella maestosità, trasparivano l’età e il portamento di una vergine. Dalla spalla pendevano le frecce, con la mano sinistra impugnava l’arco, con la destra teneva protesa una fiaccola accesa”.

Verre ordinò ai Segestani di rimuovere la statua e di consegnarla a lui; il loro rifiuto fu punito con una serie di angherie che, alla fine, costrinsero la popolazione di Segesta a sottomettersi al volere di Verre e deliberare un appalto per la rimozione della statua. Nessun Segestano, però, libero o schiavo che fosse, osò toccare la statua per rimuoverla; per risolvere il problema dovettero essere chiamati, da Marsala, alcuni operai di stirpe non greca che, tra il dolore e la costernazione dei Segestani, rimossero la statua.

“mentre Diana veniva portata fuori dalla città, accorsero tutte le donne di Segesta, sia sposate che nubili, la cosparsero di unguenti profumati, la coprirono di corone di fiori, la scortarono fin sui confini del loro territorio bruciando incenso ed essenze odorose”.

Per la lettura della scheda relativa al mito si veda Artemide (Diana)

Luoghi segnalati nella LIM: 

  • Ortigia (Siracusa) 
  • Lipari (Isole Eolie)

Altri luoghi interessati dal Mito 

  • Segesta
  • Camarina
  • Selinunte

Per visualizzare i luoghi del Mito, compresi quelli inseriti nella LIM, su Mappa Interattiva si veda la seguente pagina web: I luoghi di Artemide (Diana)

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto: Di Ludvig14 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=88746902

Contributi informativi:  Ignazio Caloggero, Regione Sicilia

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