Lotofagi
Quanto segue è estratto da: La Sicilia tra Storia, Miti e Leggende – Vol. 1: Dalla Preistoria ai Fenici Autore: Ignazio Caloggero – ISBN: 9788894321951)
Lotofagi
Secondo Erodoto (Lib. IV.177), I Lotofagi vivevano nelle coste africane, cibandosi esclusivamente del frutto del loto;
“Questo frutto di loto è grosso quanto una bacca di lentisco e per dolcezza è molto simile al frutto della palma: i lotofagi detraggono anche un vino”.
In realtà con il nome di Loto gli antichi indicarono piante assai diverse tra di loro; la più famosa era l’albero dei Lotofagi il cui frutto, secondo Omero, era così buono da far dimenticare la patria agli stranieri. Quest’albero detto “Ziziphus lotus” o piu semplicemente “giuggiolo selvaggio” (“Nzinzuli sarvaggi“) è un arbusto della zona Mediterranea che cresce anche in Sicilia.
Nel IX libro dell’Odissea (vv. 82-102), si narra come Ulisse approdasse presso questo popolo dopo nove giorni di tempesta che lo portarono oltre l’isola di Citera. I Lotofagi accolsero bene i compagni di Ulisse e offrirono loro il dolce frutto del loto, unico loro alimento che però aveva la caratteristica di far perdere la memoria, per cui Ulisse dovette imbarcarli a forza e prendere subito il largo per evitare che tutto l’equipaggio, cibandosi di loto, dimenticasse la patria e volesse fermarsi in quella terra (nell’Odissea non si dice se fosse su un’isola o sulla terraferma).
Ulisse tra i Lotofagi in un disegno del XVIII sec.
In Sicilia scrittori del passato hanno ipotizzato che la sede dei Lotofagi fosse nella zona meridionale dell’isola e precisamente da Camarina fino ad Agrigento. [1]
[1] Discorsi sopra l’antica e moderna Ragusa di Garofalo Filippo. p.3
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
Foto: web,
Contributi informativi: Ignazio Caloggero