Leggenda del Cocchio d'oro di Falaride
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Descrizione

Leggenda del Cocchio d’oro di Falaride

Bene inserito nel registro LIM della Regione Sicilia (Luoghi del mito e delle leggende)  – Settore “Luoghi delle leggende plutoniche e dei tesori” nella seguente sottocategoria: Leggenda del Cocchio d’oro di Falaride : Ipogeo del Purgatorio o Labirinto in via Atenea

La città di Agrigento, fu fondata nel 582 a.C. Dopo circa 10 anni ebbe a soffrire la tirannia sotto Falaride (572 a.C.), famoso per la sua crudeltà. Era un mercante molto ricco, gli era stata affidata una grossa somma di denaro che doveva servire per la costruzione del tempio dedicato a Zeus (il Giove Romano), ma egli invece si appropriò del denaro, assoldando con questo un esercito di mercenari. Appena ne ebbe l’occasione, approfittò del fatto che la gente era riunita per una festa religiosa in onore di Cerere, piombò con il suo esercito di mercenari sulla folla facendo una vera strage e costringendo i superstiti, in prevalenza donne e bambini, a sottomettersi al suo volere. 

 Il Toro di Falaride

Di pochi Tiranni nella storia della tirannia siciliana si è parlato così male come di Falaride, si diceva che avesse a volte il vizio di pasteggiare con carne di bambini in età di latte, amava spesso torturare i suoi nemici. Uno dei suoi strumenti di tortura preferito era il famoso toro cavo di bronzo, il cui dorso era fatto in maniera tale che si potesse aprire e introdurre nel suo ventre un uomo, dopo di che veniva acceso il fuoco sotto di esso. Sembra che la cosa che lo divertiva più di ogni altra cosa erano le urla emesse dal malcapitato fatto arrosto, che si dice, assomigliavano al muggito di un toro. Falaride usò la gentilezza del collaudo del toro, allo stesso inventore dell’odioso strumento. Il toro, dopo la caduta del tiranno fu gettato in mare. Secondo un’altra versione fu trovato dai punici nel 406 a.C e portato a Cartagine come trofeo di guerra.

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto: web

Contributi informativi: Ignazio Caloggero Web, 

Nota: Il popolamento delle schede della Banca dati Heritage, procede per fasi incrementali: catalogazione, georeferenziazione, inserimento informazioni e immagini. Il bene culturale in oggetto è stato catalogato, georeferenziato ed inserite le prime informazioni. Al fine di arricchirne i contenuti informativi sono graditi ulteriori contributi, se lo desiderate potete contribuire attraverso la nostra area “I Vostri Contributi

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