Itinerari Archeologici: Cava d'Ispica (Ispica)
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Descrizione

Itinerari Archeologici: Cava d’Ispica (Ispica)

Il territorio degli iblei è ricco di valli scavate dall’acqua, vengono chiamata cave. Una delle più famose è senz’altro la Cava d’Ispica,  attraversata dal piccolo ruscello Pernazzoni, si estende per 13 Km all’interno dei territori di Modica e Ispica. Il settore a nord, nella parte iniziale della cava, nelle contrade Serrapero e Baravitalla si trova nel territorio di Modica e ospitava l’antico abitato medievale di Isbarha[1],  scendendo la cava si restringe formando una strettoia caratterizzata da due speroni rocciosi che sporgono dai pianori soprastanti: il Cozzo (a Est) e il Poggio Salnitro (a Ovest). Scendendo a sud la cava si allarga ed in essa confluiscono due brevi cave  laterali: la “Cava Mortella” ed il “Vallone della Barriera”. A seguire una colonna rocciosa stretta e lunga detta la “Forza” in prossimità di Ispica e che costituiva la parte centrale dell’antico abitato tardo medievale di Spaccaforno abbandonato dopo il terremoto del 1693. Percorrendo la cava si incontrano tracce abitative che coprono vari periodi: età del Bronzo Antico (XX-XV sec. A.C), periodo protostorico (X sec. A.C), periodo tardo siculo (VII-VI sec. A.C), greco (VI-III sec. A.C), e via via interessando i periodi tardo romano e bizantino, per finire quasi ai nostri giorni.

[1] L’abitato rupestre nella Sicilia sud orientale: l’esempio di Ispica. Di Stefano pag 510

Per chi volesse approfondire lo studio della Cava d’Ispica consigliamo la lettura della bellissima opera di Melchiorre Trigilia: La Cava d’Ispica Archeologia Storia e Guida

Data la vasta dimensione della cava, conviene suddividere il percorso  in tre itinerari:

I° Itinerario:Contrada di Baravitalla e Cava d’Ispica Nord

  1. Chiesetta di San Pancrati
  2. Villaggio preistorico di Baravitalla (Tomba a finti pilastri)
  3. Grotta dei Santi
  4. Grotta della Signora
  5. S. Nicola (o Grotta della Madonna)
  6. Catacomba della Larderia
  7. Grotta di S. Maria
  8. Ipogei del Camposanto
  9. Grotte Cadute
  10. Grotta della Spezieria

II° Itinerario: Insediamenti rupestri di Cava d’Ispica centro

  1. Insediamento rupestre del Castello
  2. Insediamento rupestre del Convento 
  3. Insediamento rupestre della Craperia

 

III° Itinerario:Cava d’Ispica Sud

1 Parco della Forza 

  • Palazzo Marchionale
  • Centoscale
  • Chiesa SS. Annunziata
  • Antiquarium

2 Santa Maria della Cava

3 Grotta Conceria

4 Grotte di Lintana 

5 Grotta di S. Ilarione 

6 Catacombe di S. Marco

 I° Itinerario:Contrada di Baravitalla e Cava d’Ispica Nord

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Chiesetta di San Pancrati

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 La chiesetta di San Pancrati si trova su un pianoro situato a nord – ovest della Cava d’Ispica, per raggiungere il sito si può prendere come riferimento l’ufficio della Sovrintendenza situato all’inizio della zona recintata che racchiude i monumenti di Cava d’Ispica – Nord (che comprende la Grotta  della Larderia le cui coordinate sono: Lat. 36.50.59.74, Long. 14.50.16.30). Seguire la strada provinciale per circa 700 metri, girare a destra e proseguire per circa 400 metri dove  sulla destra della strada a pochi metri sono visibili i resti dell’impianto scheletrico perimetrale (le coordinate della chiesetta sono: Lat. 36.51.19.10 Long. 14.50.22.09). La chiesetta è a pianta longitudinale con presbiterio a trifoglio, purtroppo oggi sono visibili solo un mucchio di ruderi. Dal punto di vista cronologico, il periodo della sua costruzione è riferibile al V-VI sec. d.C[1]  

[1] Giovanni Di Stefano: Cava D’Ispica: Breve guida archeologica

Villaggio preistorico di Baravitalla

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La Contrada Baravitalla si trova nella parte settentrionale della Cava d’Ispica, ad Est della Cava si innalza un altopiano roccioso sede della piccola necropoli del villaggio castelluciano di Baravitalla.  In quest’ultimo sito è stato trovato un vero è proprio villaggio fortificato e una necropoli con una cinquantina di tombe a grotticelle artificiali, una di queste tombe, vicino ad una masseria, è la “Tomba a finti pilastri” caratterizzati da 10 finti piastrini ricavati ai lati dell’ingresso: 5 a sinistra e 5 a destra dell’ingresso. Il prospetto largo circa mt 3,80 è alto mt 1,15. La tomba è costituita da due ambienti, divisi da un secondo portello: un’anticamera ovale e una cameretta funeraria del tipo a “forno” di altezza pari a mt. 1 e con diametro pari a mt. 2 e 1,5. (La Masseria suddetta ha le seguenti coordinate: Lat. 36.51.34 Long. 14.49.49). Durante la prima età del bronzo, l’area degli iblei è fortemente caratterizzata dalla cultura cosiddetta di Castelluccio. Esempi di utilizzo del prospetto di tomba a finti pilastri ricavati dalla roccia si hanno a Cava Lazzaro o Cava grande (tra Modica e Rosolini), a Cava D’Ispica – Calicantone e, appunto a Cava D’Ispica – Baravitalla. Nella Sicilia sud orientale e meridionale sono centinaia gli insediamenti appartenenti al periodo castelluciano, a volte distanti tra di loro solo qualche chilometro, alcuni di questi siti sono: Branco Grande e Paolina, Castiglione, contrada sulla strada tra Comiso e Ragusa, Monte Tabuto e Monte Racello nei pressi di Cannicarao, Paraspola e Aranci, nei pressi di Chiaramonte Gulfi, Monte Sallia, Cava dei Servi, tra Frigintini e S. Giacomo, Ragusa Ibla, S. Croce Camerina. 
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Grotta dei Santi

a21grottadeisanti a26grottadeisanti  La Grotta dei Santi si trova in linea d’aria a circa 300 m a sud est dalla tomba a finti pilastri di Baravitalla. La grotta è una chiesetta rupestre frequentata da comunità cristiano-bizantine, il suo nome deriva dal fatto che lungo le pareti si susseguono cicli pittorici bizantini ( circa 31 figure di santi e vescovi) che forniscono anche una chiara indicazione cronologica sulla frequenza della grotta (periodo iniziale della conquista normanna). La Chiesetta è preceduta da un vestibolo a cielo aperto ed è costituita da due ambienti rettangolari: il maggiore (mt. 9,40 x 5,50 circa) usato per il culto ed il minore (mt. 3,50 x 2,70) adibito forse a sagrestia.  Delle figure rimangono, in modo parziale, solo i volti contornati dal nimbo giallo ritagliato sul fondo blu. 13 figure si trovano sulla parete sinistra, 7 sulla parete frontale e 11 sulla parete destra.

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Grotta della Signora

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 Dopo aver visitato la Grotta dei Santi, proseguendo per circa 400 metri a sud est si incontra la Grotta della Signora (15 x 7 metri), il cui soffitto presenta diverse cupolette intagliate nella roccia. Si ritiene che la grotta fosse una antichissima fonte d’acqua sacra. Al suo interno sono state trovate delle epigrafe cristiane incise su lapidi di calcare.

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S. Nicola (o Grotta della Madonna)

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 Prendendo come punto di riferimento l’ufficio della Sovrintendenza situato all’inizio della zona recintata che racchiude i monumenti di Cava d’Ispica – Nord (coordinate  Lat. 36.51.01.14 Long. 14.50.16.19), per raggiungere la Chiesetta rupestre di San Nicola (XIII-XIV secolo) bisogna attraversare l’adiacente strada provinciale che porta a Modica, prendere la stradina sderrata e continuare per circa 120 metri, sulla destra si incontra una piccola grotta segnalata da un cartello turistico. La chiesetta è costituita da una aula rettangolare (mt. 4 x 4,5) a cui si accede da un ingresso laterale. Subito a destra dell’ingresso una nicchia che costituiva molto probabilmente l’abside, seguita subito dopo un’altra nicchia più piccola. Le pareti della chiesetta presentano i resti di 5 affreschi devozionali tra cui spicca, sulla parete sinistra un affresco che rappresenta una “Madonna con il Bambino”, a seguire San Nicola per alcune scritte visibili ai lati del volto riconducibili al santo. Sulla parete di fronte all’ingresso, un affresco poco riconoscibile che rappresenterebbe l’Annunciazione.  Il Periodo di datazione delle figure è probabilmente quello svevo[1] (XII-XIII sec.)

[1] Giovanni Di Stefano: Cava D’Ispica pag.40 (166.40)

Catacomba della Larderia

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E’ una delle più grandi  catacombe della Sicilia Sud-Orientale, con quella di S. Marco di Ispica e la grotta delle Trabacche nel ragusano. L’ingresso, chiamato “vestibolo”, che ha forma di rettangolo di m. 7,40 x 5,50, risulta danneggiato per crolli, l’esistenza di un antico tratturo e la costruzione di un ponte nel 1885. Nella sua parete nord-ovest ci sono 4 pile di loculi con 4 sepolture ciascuna e nel pavimento 26 fosse a tappeto. Esso dà accesso a tre corridoi. Il decumano centrale, orientato da est ad ovest, è lungo mt. 35,60, largo 3 all’inizio e 1,5 alla fine, e alto m. 2,50. Tutto il piano di calpestio è occupato da 55 fosse terragne disposte in 4 file parallele. E’ diviso in tre parti: la prima ha solo loculi a pila, in numero di nove e sette sui due lati; la parte mediana ha 4 arcosoli polisomi a destra e 3 a sinistra, con un minimo di 2 e un massimo di 7 fosse ciascuno, le ultime delle quali sono più alte. La parte finale comprende gli arcosoli più importanti, 7 a destra e 10 a sinistra; tre polisomi e gli altri, monumentali, con una sola fossa. Sono più alti e disposti perpendicolarmente al corridoio, con evidente funzione scenografica, come nella catacomba di S. Marco di Ispica e con le pareti laterali sfondate e comunicanti, eccetto il lato del baldacchino addossato alla parete. Il soffitto è pianeggiante e il raccordo nella fronte e nei lati è formato con archetti a tutto sesto. Nel lato sinistro al centro del decumano si apre il cd. “cubicolo del baldacchino”, con arcosoli polisomi  nelle pareti, il più monumentale dei quali ha 11 fosse. Nell’angolo N-E c’è un singolo sepolcro a tegurium o baldacchino e al centro uno bisomo con 4 pilastri angolari, tre dei quali ridotti a monconcini. Il corridoio meridionale è posteriore al decumano ha una lunghezza di 22 m e una larghezza che si restringe da 3m a 1,5 ca.; il pavimento è pieno di fosse in triplice fila. Nella parte anteriore ci sono loculi a pila multipli, mentre nella parete destra della parte finale ci sono due arcosoli polisomi con 5 e 9 sepolcri, uno dei quali è a baldacchino. Il terzo corridoio è il più corto (10 m.ca.) ma il più intensamente sfruttato. Vi si accede da un secondo vestibolo, che ha 5 pile di loculi multipli. La galleria è più larga delle altre due, ha 20 sepolcri nella zona nord e 12 in quella sud. In uno dei pilastrini del corridoio di destra è incisa, in modo non chiaro, una croce. Secondo Agnello (1959,99) si tratta di un monogramma costantiniano chi-rho. La Sammito ora (Archivium Historicum motycense 2001, p.57 e 124)  lo legge invece come croce montante su triangolo (simbolo della Trinità), con le due iniziali I. X (Gesù Cristo), monogramma che risale al III secolo. Le date 1657  e 1684 incise nella galleria centrale non depongono contro l’autenticità della croce perché opera  certamente da un visitatore del tempo del Carrafa. La datazione perciò della Larderia può essere anticipata al III sec. invece che al IV-V sec. , come finora si afferma sulla base delle epigrafi cristiane provenienti dalla Cava, alcune delle quali  proprio dalla Larderia, e anche da un frammento di lucerna in argilla rosso-corallino decorato con amorini vendemmianti fra tralci di vite, che si dipartono da un vaso, databile tra il IV e il V sec.d.C.(Di Stefano). Sono riconosciuti come simboli paleocristiani. (Fonte: Melchiorre Trigilia: La Cava d’Ispica Archeologia Storia e Guida)

 Grotta di S. Maria

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 La Grotta di S. Maria è quello che resta di una antica chiesetta rurale, manca del prospetto, crollato  e fa parte di un gruppo di escavazioni, che probabilmente sfruttavano ambienti paleocristiani; hanno una fronte di ca. 20 m., sono articolate su due piani e divisi. in due settori. Quello ad ovest è formato da un pianterreno chiuso da un muro e da un piano superiore con due ambienti. Quello ad est è occupato dalla chiesa. L’atrio a piano terra è collegato piccole con quello che era il piano superiore 

Ipogei del Camposanto

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Sono 2 ipogei databili al IV-V sec.d.C., su un sito dell’età del bronzo, con una parete in comune ma a diversa altezza. L’ipogeo “A” è un vasto camerone di mt. 12,40 x 6,80, nel pavimento ci sono 13 fosse. Sul lato destro ci sono tre pile di loculi sovrapposti per adulti e bambini e un arcosolio monosomo; sul lato sinistro sono disposti 18 sarcofagi, articolati su tre file parallele orientate da nord a sud; il fondo a N.O. è chiuso da tre suggestivi arcosoli. Una parete rocciosa separa l’ipogeo da un piccolo cubicolo con 11 sarcofagi e un arcosolio trisomo. L’ipogeo “B” è rettangolare come il precedente (11,60×5,60). Le pareti  del  vestibolo sono occupate da loculi a pila, mentre sul lato destro ci sono 6 sarcofagi disposti due per fila, parallelamente al corridoio; in fondo un profondo arcosolio trisomo a nicchia. A sinistra altri sarcofagi e fosse, alcuni dei quali trasversali al corridoio. Alla fine un arcosolio monosomo con arco a tutto sesto con sul piedritto sinistro, ancora leggibile, un grande monogramma costantiniano decussato racchiuso in un clipeo. Le fosse terragne sono 93. (Fonte: Melchiorre Trigilia: La Cava d’Ispica Archeologia Storia e Guida)

Grotte Cadute

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 Abitato rupestre ( VI – VII sec. d. C. ) Sito all’interno dell’Area Archeologica Cava d’Ispica Nord

Grotta della Spezieria

Nella parte Ovest di Cava Ispica si trova la “Spezieria”, in parte crollata all’ingresso della grotta. La “Spezieria” di un ambiente costituito da una grande sala a pianta quadrangolare. Le pareti presentano decine di incavi che fanno pensare a mensole e ripostigli dove collocare e sistemare ordinatamente vasi e contenitori di unguenti, creme, pozioni d’erbe di varia natura. Lungo uno dei lati si individuano tre absidi irregolari.Occupa, inoltre, gran parte della parete, tutt’attorno, un ampio sedile circolare ricavato nella roccia. Una buca scavata nella roccia calcarea del pavimento ha fatto pensare a una specie di mortaio, tanto da indurre qualche studioso a ipotizzare che il sito fosse adibito a una specie di farmacia, da cui il nome “spezieria” come appunto è denominata nel dialetto locale. Sembra che possa trattarsi di un luogo destinato a sepolcro, modificato in epoca posteriore per una diversa destinazione, se si tien conto della particolare ampiezza della grotta, della sua forma circolare e della bassa banchina che contorna gran parte delle pareti, nonché della celletta.

II° Itinerario: Insediamenti rupestri di Cava d’Ispica centro

Insediamento rupestre del Castello

 

Questo monumento, che ha le caratteristiche di un luogo fortificato ed ha suscitato grande interesse nei viaggiatori europei del Sette e Ottocento, si trova in alto sulla parete rocciosa di destra, alta ca. 30 m., in posizione imprendibile e isolata. E’ disposto su cinque piani sovrapposti, comunicanti per mezzo di un tunnel interno a sezione circolare con appigli e pioli. L’ingresso originario è costituito da un’angusta, ricurva galleria con volta a botte (lung. m.8, alt. 1,70). E’ un accorgimento di efficace difesa da possibili nemici. Essa dà accesso a un  cortile illuminato dall’esterno che si sviluppa secondo un asse allungato, attorno al quale si sviluppano gli ambienti, di forma rettangolare o quadrata. L’ambiente vicino all’ingresso era probabilmente utilizzato come cucina, perché c’è il posto del fuoco e del forno. Gli altri vani non pare abbiano una destinazione precisa: le porte e finestre hanno incavi per chiusure lignee e lungo le pareti  ci sono piccole nicchie, intacchi per cavicchi, mensole, palchetti, letti, ripiani e tramezzi. In fondo al ballatoio due piccoli ambienti con finestrelle servivano probabilmente come torrette di avvistamento. I piani più alti, che sono in parte crollati, avevano analoga sistemazione.

(Fonte: Melchiorre Trigilia: La Cava d’Ispica Archeologia Storia e Guida)

Insediamento rupestre del Convento

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A breve distanza dal Castello, seguendo il corso inferiore del Busaitone. Il nome è dovuto forse all’esistenza di alcune tracce assai evidenti di architettura chiesastica. Ricavato in un sito assolutamente quasi inaccessibile, il convento si presenta come un complesso aperto nel vivo di una rupe precipite sul greto della Cava Ispica. Nel piano superiore è visibile un corridoio sul quale si aprono stanzette piccolissime, rettangolari o quadrate, somiglianti a vere e proprie cellette. La supposizione che possa trattarsi di un “monasterion” è avvalorata dal piccolo oratorio rupestre, intitolato a Santa Alessandra, ricavato a brevissima distanza dal Convento

Insediamento rupestre della Craperia

L’insediamento è scavato nella parete, su cinque piani, dei quali è possibile visitare solo i piani più bassi

 III° Itinerario:Cava d’Ispica Sud

Parco della Forza: Palazzo Marchionale, Centoscale, Chiesa SS. Annunziata e Antiquarium

 Palazzo Marchionale

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Il palazzo, collocato sul lato meridionale della fortezza, ha impianto planimetrico a L; lo spazio antistante è occupato da un cortile pavimentato con ciottoli. Sul lato destro sono individuabili gli ambienti di servizio, con granai incassati nel piano del pavimento. Difficile dare indicazioni sugli altri vani tra cui un corridoio con piastrelle di pietra asfaltica e un vano con pavimento lastricato in rosso pompeiano; la base di una colonna posta nell’angolo Nord-Est fa ipotizzare un impianto monumentale scomparso. Il rinvenimento di frammenti ceramici bizantini fa pensare a una struttura riferibile a quel periodo, mentre nell’articolazione dei resti attuali è da individuare il palazzo della famiglia Caruso prima (XV secolo) e degli Statella dopo. Il palazzo, demolito dal terremoto del 1693, non fu ricostruito.

Centoscale

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Il monumento ipogeico denominato Centoscale è un tunnel che si snoda per oltre 50 m con circa 180 gradini sotto l’alveo del torrente. La destinazione d’uso del vano è incerta, una serie di corridoi laterali atti alla canalizzazione dei rifiuti, però, permette di ipotizzare che esso potesse servire da cisterna o da pozzo.

Chiesa SS. Annunziata

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Della chiesa dell´Annunziata, posta nell´angolo sud del fortilizio restano, i tagli di fondazione nella roccia,il piano della navata occupato da numerose fosse sepolcrali e il piano dell´abside: la chiesa, originariamente dedicata a S. Pietro, fu organizzata, con ogni probabilità, secondo un impianto a croce latina, orientata in senso N-S, nel periodo degli Statella (secc. XVI-XVII). Vi si venerava il Cristo con la Croce, il cui culto è ancora vivo nella chiesa dell´Annunziata ricostruita dopo il terremoto del 1693 nella nuova Ispica. (Fonte sito del Comune di Ispica)

Antiquarium

All´interno del parco archeologico della Forza una grotta è stata adibita ad Antiquarium. Vi sono sistemati i reperti rinvenuti nel sito: frammenti di pithoi, di anforette, utensili litici databili a partire dalla prima età del bronzo (sec. XVIII a.C.) fino alla prima colonizzazione greca (VIII sec. a.C.). Altri reperti in ceramica si riferiscono al periodo rinascimentale.  (Fonte sito del Comune di Ispica)

 

Santa Maria della Cava

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La grotta originariamente a pianta cruciforme e mononavata, si apre su uno slargo con una facciata costruita e inscritta in un arco a tutto sesto in conci squadrati. Dopo il terremoto del 1693 gran parte della spazialità originaria è andata perduta rimanendo solo l’abside scavata nella roccia. Nella parete di fronte all’ingresso un affresco con la Madonna col Bambino, mentre, lungo la parete sinistra appaiono tracce di affreschi raffiguranti sant’Ilarione.

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Grotta Conceria

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La grotta si trova esattamente di fronte alla chiesa di Santa Maria la Cava. All’interno di essa si notano circa venti fosse rettangolari affiancate da un sedile mentre, attigue ad esse sono pozzetti rotondi per le fasi della concia. Un canaletto scavato nella roccia permetteva, poi, di convogliare, per le fasi lavorative, l’acqua nelle vasche apposite

Grotte di Lintana

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Questo complesso occupa una fenditura rocciosa alta almeno 80 metri ed è costituito da uno “ddieri” con enorme numero di cellette ad alveare, disposte singolarmente e collegate da scalette intagliate nella roccia. Al piano inferiore le cellette sono estremamente anguste e disposte attorno ad un ambiente di dimensioni un po’ più ampie, riconoscibile come oratorio grazie alla presenza di un pannello pittorico.

Grotta di S. Ilarione

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A circa un Km a nord della Chiesa di S. Maria della Cava, in alto sul costone sinistro, c’è la grotta dove abitò, dal 363 al 365 d.C., S. Ilarione, il quale, come dice S. Girolamo, “approdato a Capo Pachino, si ritirò in luoghi più interni a 20 miglia dal mare”. La tradizione è confermata da Vito Amico Statella (1757) che dice: “ Additano verso queste parti una grotta decorata, per antica testimonianza della dimora di S. Ilarione, nella quale si sale per gradini”(la detta “scalauruni”, scavati nella roccia ed ancora esistenti). Accanto ci sono altre due grotte dove dimorarono i suoi discepoli, Gazano ed Esichio. (Per iniziativa dello scrivente è stata posta una lapide ricordo sopra l’ingresso).

Catacombe di S. Marco 

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La catacomba di Sa Marco si trova nella contrada omonima, nella parte finale della Cava, laddove la collina s’incontra con la pianura. La catacomba in realtà è un insieme di catacombe, per l’esattezza sei e costituiscono il più vasto complesso cimiteriale paleocristiano della Sicilia sud-orientale, dopo quelli di S. Giovanni e S. Lucia di Siracusa.

La più grande è lunga m. 44,20 e larga 17,10. La sua direzione va da Sud a NordEst. Dopo un vestibolo di m. 8×2 ca. si apre il decumano largo m. 5. Subito a sinistra c’è un piccolo cardo con otto arcosoli polisomi, contenenti 25 loculi. A 19 m. il corridoio si restringe a m. 1,50 e dà accesso a un vasto ambiente rettangolare lungo 22 m. ca. e largo 6, illuminato da tre lucernai. All’inizio e alla fine ci sono due sepolcri a baldacchino bisomi; al centro un gruppo di 6 tombe a sarcofago con rozze colonnine. Nel pavimento sono scavati un centinaio di loculi, ora interrati o distrutti.

La catacomba, legata ad una comunità rurale, è da situare tra il IV e il V secolo d.C. Per raggiungere la catacomba di S. Marco si va per la strada Ispica-Bufali-Marza. A due chilometri di distanza circa dal bivio Ispica-Pozzallo-Noto s’incontra, in aperta campagna, sulla destra, una trazzera (strada sterrata) che va percorsa per 800 metri circa.

Per chi volesse approfondire lo studio della Cava d’Ispica consigliamo la lettura della bellissima opera di Melchiorre Trigilia: La Cava d’Ispica Archeologia Storia e Guida

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Contributi informativi:  Web, Regione Sicilia

Nota: Il popolamento delle schede della Banca dati Heritage, procede per fasi incrementali: catalogazione, georeferenziazione, inserimento informazioni e immagini. Il bene culturale in oggetto è stato catalogato, georeferenziato ed inserite le prime informazioni. Al fine di arricchirne i contenuti informativi sono graditi ulteriori contributi, se lo desiderate potete contribuire attraverso la nostra area “I Vostri Contributi

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