I Luoghi del racconto letterario di Giovanni Verga: Le storie del Castello di Trezza
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Descrizione

I Luoghi del racconto letterario di Giovanni Verga: Le storie del Castello di Trezza

I Luoghi del racconto letterario di  Giovanni Verga  sono inseriti nella “Carta regionale dei Luoghi dell’Identità e della Memoria” (LIM) istituita dalla Regione Sicilia con il  D.A n. 8410 del 03/12/2009

Il settore di riferimento è quello relativo ai “luoghi del racconto letterario, cinematografico e filmico” .

I luoghi inseriti nella LIM: 

• (Mastro don Gesualdo) Chiesa di S. Agata, Palazzo Ventimiglia-Trao, Palazzo Sganci, Palazzo Rubiera, Palazzo La Gurna, Casa di Mastro Don Gesualdo in via Santa Maria dei Greci (Vizziniprov. Catania)
• (Cavalleria Rusticana) Borgo della Cunziria, Osteria “Gnà Nunzia”, Casa di Alfio e Lola, Casa di Santuzza, Carretteria di Alfio, Piazza S.Teresa (Vizzini-prov. Catania)
• (I Malavoglia) Casa del Nespolo (Acitrezza-prov. Catania)
• (Storia di una capinera) Monte Ilice (prov. Catania)
• (Rosso Malpelo) Rione Monserrato (Catania)
(Le storie del castello di Trezza) Castello Normanno (Acicastello-prov. Catania)
• (Novella “Libertà”) Bronte (prov. Catania)

In relazione a Le storie del Castello di Trezza :

“LE STORIE DEL CASTELLO DI TREZZA”

 DI GIOVANNI VERGA

La signora Matilde, suo marito Giordano e Luciano guardavano una parte crollata del castello di Trezza che si trova in Sicilia sul mare. Li caddero e morirono Corrado e Donna Violante dopo essere caduti in un trabocchetto, in quella specie di pozzo, buio e tetro in cui si intravedono macchie di sangue.

Matilde era pietrificata e solo dopo molto tempo andò a pranzo insieme agli altri.

Luciano era un raccontastorie e raccontava storie di ogni tipo, come quella di Donna Violante e Corrado, e allora Matilde decise di farsene raccontare un’altra.

Molti anni fa, la seconda moglie del Barone D’Arvelo, Isabella, fu avvisata che nel castello si sentivano degli spiriti, lei però disse che no aveva paura di niente. La prima notte non successe nulla e nemmeno Don Garzia che dormiva lì accanto non sentì niente. Il secondo giorno Isabella si fece raccontare dalla Grazia, che si occupava di lei, tutto quello che sapeva e che gli avevano detto sugli spiriti. Lei le raccontò tutte le volte in cui avevano udito rumori e anche di una persona che gli ha visti, preparato con un coltello e ben nascosto, fin quando vide davanti a se lo spirito. Così gli puntò contro la spada, che però gli si ruppe in mano. Successivamente lo spirito sparì e quella persona ne rimase atterrita. Così si fece raccontare tutto anche sulla baronessa morta, e la Grazia le disse che si era buttata in mare, così l’antico barone andandola a cercare scomparì nel nulla. Donna Isabella passò la giornata a esaminare tutte le stanze vicino alla sua. Prima dell’alba lo scirocco fece traballare le finestre, quindi il barone disse al Rosso di chiudere la finestra, ma il Rosso disse che era da lasciare aperta, altrimenti si sentono gli spiriti che la aprono. Il barone gli urlò contro e il Rosso, vinto, gli chiuse la finestra. Il barone, quella notte, fece stare di guardia due persone per andare a dormire. Quella notte un grido terribile rimbombò, il barone e la baronessa si svegliarono di colpo e videro una figura bianca volare, aprire e uscire dalla finestra e scomparire poco più avanti. Da quella notte in poi il barone, ne passò tre nel corridoio senza successo e aveva perso le speranze. La quarta notte mentre attendeva si spense la candela e solo dopo un po’ di tempo vide lo spirito davanti a se con occhi di fuoco. Così sferrò un colpo di spada, si sentì un grido di morte e subito dopo si vide il cadavere della vecchia baronessa, Donna Violante, che si credeva si fosse buttata in mare. In seguito Isabella che aveva paura di morire, era andata ad abitare dalla sua famiglia e non era più tornata.

Questa era la leggenda del Castello Di Trezza.

Matilde disse che era una storia spaventosa.

Nei giorni dopo Luciano vide che qualcosa era cambiato nella signora Matilde e anche nel signor Giordano, era come se lo evitassero. Quando Matilde e Luciano si parlarono, Matilde gli chiese perché le aveva raccontato quella storia e che aveva paura di Giordano, perché amava la signora Olani.

Alcuni mesi dopo, in autunno, Luciano e Matilde si rincontrarono sempre al castello, ma stavano zitti ed evitavano di guardarsi.

A Don Garzia fu offerto di sposarsi con una damigella Castilla, lui accettò.

La prima notte gli tornò alla mente Donna Violante, la sua prima moglie, che voleva tornare al monastero. Egli però non la lasciò andare.

Un paggio di nome Corrado, si era innamorato di Donna Violante, però il barone sotto il consenso di Donna Violante, lo licenziò. Corrado cercò Donna Violante da tutte le parti, anche perché era preoccupato per lei. Quando la trovò, le disse che lui si sacrificava per lei, se dovesse esser stata in pericolo, ma lei non rispose.

Così, quella sera, il paggio si nascose fuori dalla finestra, dove dormivano il barone e la baronessa. Quando il barone uscì, Corrado e Donna Violante si baciarono. Il paggio le disse di ricordarsi di lui.

Quella notte Donna Violante non riusciva a dormire e sentì un gemito di dolore provenire dall’esterno. Pensando che fosse Corrado, si svegliò con un urlo di dolore, andò come un fantasma verso la finestra, uscì e scomparì poco più avanti.

La signora Matilde e il signor Luciano impallidivano mentre sentivano la storia, che già conoscevano. Luciano disse a Matilde che suo marito la guardava, e così si fece rossa in volto. Una volta scesi, quando erano sul ponte levatoio tutto buio, Giordano passò, successivamente anche Matilde e Luciano. A un certo punto Giordano si volse bruscamente e chiamò Matilde per nome. Ella però, lanciò un grido e cadde con Luciano nell’abisso.

A Trezza si dice che nelle notti di tempesta si sentono gemiti e si vedono fantasmi fra le rovine del castello.

(Fonte testo: https://scuolamediacisterna.wordpress.com/2013/01/28/riassunto-de-le-storie-del-castello-di-trezza-di-giovanni-verga/)

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto: web

Contributi informativi:  Ignazio Caloggero, Web 

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