I Luoghi del racconto filmico: Il cammino della speranza (1950): Solfara Ciavolotta
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Descrizione

I Luoghi del racconto filmico: Il cammino della speranza (1950): Solfara Ciavolotta

 

I Luoghi del racconto filmico “Il cammino della speranza” sono inseriti nella “Carta regionale dei Luoghi dell’Identità e della Memoria” (LIM) istituita dalla Regione Sicilia con il  D.A n. 8410 del 03/12/2009

Il settore di riferimento è quello relativo ai “luoghi del racconto letterario, televisivo e filmico” . –  Luoghi degli anni del dopoguerra della Sicilia nelle trasposizioni cinematografiche del testo letterario – Il cammino della speranza, 1950, (da “Cuore negli abissi” di Nino De Maria ) regia di Pietro Germi

Luoghi interessati:

  • Favara (prov. Agrigento);
  • Miniera Ciavolotta (Agrigento);
  • Stretto di Messina

Il cammino della speranza è un film del 1950 diretto da Pietro Germi, tratto dal romanzo Cuore negli abissi di Nino Di Maria.

È stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1951 e ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino.

A causa della chiusura della solfara Ciavolotta nei pressi di Favara, un gruppo di minatori, guidati da Saro Cammarata, un giovane operaio vedovo e con tre bambini piccoli, tenta di occupare la miniera. Vista l’inutilità della lotta, risalgono in superficie e si affidano ad un personaggio, tale Ciccio Ingaggiatore, che si offre di condurli in Francia dove, secondo lui, c’è lavoro ben retribuito per tutti. Ma per le leggi del tempo questi spostamenti sono proibiti e quindi il gruppo dovrà muoversi nella illegalità. Poiché per il viaggio la loro guida pretende 20 000 lire a persona, molti sono costretti a vendere i mobili di casa o il corredo. La mattina della partenza due giovani, Luca e Rosa si sposano poco prima di salire sulla corriera che li porterà al treno. Tra i partenti c’è anche Barbara Spadaro, una giovane rifiutata da tutto il paese e dalla sua stessa famiglia in quanto ha una relazione con Vanni, un fuorilegge, il quale si aggrega successivamente al gruppo. Dopo aver attraversato lo stretto di Messina, gli emigranti giungono a Napoli, dove Ciccio si rivela un truffatore e cerca di abbandonarli. Scoperto da Barbara e da Vanni, l’uomo confessa che con la sorveglianza presente al confine, è impossibile che un gruppo così numeroso possa passare. Vanni allora decide che non dirà nulla agli altri, ma in cambio Ciccio dovrà portare lui e Barbara in Francia, dopo aver lasciato gli altri nella capitale. Ciccio dapprima sembra accettare, però quando arrivano a Roma denuncia Vanni alla polizia, ne segue una sparatoria tra il malvivente e le guardie, e nella confusione sia Ciccio che Vanni fuggono. Tutti gli altri sono arrestati dalla Polizia e ricevono il foglio di via obbligatorio che intima loro di tornare in Sicilia. Vanni, invece, riesce ad incontrare Barbara e si accorda con lei per rivedersi sul confine.

Ma gli emigranti decidono di non obbedire all’ordine di rientro: stracciano i fogli di via e proseguono il cammino da clandestini, utilizzando il passaggio di un camionista. Arrivano così in Emilia, dove incontrano un fattore, che offre loro un temporaneo lavoro retribuito nei campi, più cibo ed ospitalità. Ignorano che in realtà sono stati assunti solo perché è in corso uno sciopero dei lavoratori agricoli. Durante una manifestazione di questi ultimi, che li accusano di essere dei crumiri, scoppiano degli incidenti e la Polizia chiede al fattore di allontanarli. Durante gli scontri è rimasta ferita una delle figlie di Saro. Barbara, che già era partita per raggiungere Vanni, torna indietro per assistere la piccola, mossa anche da una crescente intesa con Saro, che l’ha sempre difesa contro l’ostracismo degli altri paesani. C’è bisogno di un medico, che però si trova nel paese presidiato dagli scioperanti. Con coraggio Barbara vi si reca nonostante il clima di forte tensione e, facendo appello al senso di umanità, riesce a convincere il capo degli scioperanti a condurre il medico al capezzale della bimba.

A questo punto gli emigranti si dividono: alcuni, ormai demoralizzati, decidono di tornare in Sicilia, mentre gli altri proseguono, ritrovandosi a Noasca sul confine italo-francese, dove nel frattempo è arrivato anche Vanni. Decidono, con altri due clandestini, di tentare l’ingresso in Francia attraversando a piedi un valico reso difficile dalla neve. Mentre il gruppo si avvia, Vanni, geloso di Saro in quanto ha intuito la simpatia che ormai Barbara prova per lui, lo sfida a duello. Nello scontro rusticano con i coltelli Vanni viene ucciso.

Nel corso della traversata, il gruppo viene investito da una tormenta di neve, nel corso della quale uno di loro, il ragionier Carmelo, si smarrisce e muore assiderato. Gli altri riescono a salvarsi e ad arrivare finalmente al confine francese. Quando ormai sembrano salvi, vengono intercettati da due pattuglie di doganieri, una francese e l’altra italiana, che si muovono sugli sci, ai quali appare subito evidente che si tratta di clandestini. Ma gli agenti, commossi dalle condizioni di povertà e sofferenza degli emigranti, si inteneriscono al sorriso di uno dei bambini e li lasciano proseguire senza arrestarli.

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto: web

Contributi informativi:  Ignazio Caloggero, Web 

Nota: Il popolamento delle schede della Banca dati Heritage, procede per fasi incrementali: catalogazione, georeferenziazione, inserimento informazioni e immagini. Il bene culturale in oggetto è stato catalogato, georeferenziato ed inserite le prime informazioni. Al fine di arricchirne i contenuti informativi sono graditi ulteriori contributi, se lo desiderate potete contribuire attraverso la nostra area “I Vostri Contributi

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