Festa della Madonna del Lume di Porticello
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Descrizione

Festa della Madonna del Lume di Porticello

La Festa è legata al culto di Santa Maria del Lume che secondo una leggenda fu portata a Porticello a seguito del ritrovamento di un dipinto della Madonna del Lume da parte di alcuni pescatori che trovarono il quadro nelle loro reti durante una battura di pesca. Il quadro fu portato in una chiesa dedicata alla Madonna ma di notte, miracolosamente il quadro si spostava nel luogo della chiesa attuale. 

La Festa della Madonna del Lume di Porticello (dal sito REIMAR 

La devozione della comunità venne ufficialmente sancita e riconosciuta nell’Ottocento quando, grazie all’impegno economico dei pescatori del borgo, fu edificata la chiesa destinata al culto di Maria Santissima del Lume, che soppiantò definitivamente tutti gli altri culti locali precedenti dedicati a Sant’Antonino e a San Nicola.

Relativamente alla data di inizio dei festeggiamenti, nella forma in cui li conosciamo oggi, non ci sono fonti storiche certe; tuttavia, come riportato da Sorgi, molti pescatori del territorio richiamano alla memoria la processione del simulacro tenutasi nel 1837, in occasione dell’epidemia di colera. Per mezzo di questa processione la comunità invocò la cessazione dell’epidemia. La salvezza del paese venne dunque attribuita all’intervento divino e, in segno di ringraziamento, si celebrarono i festeggiamenti in onore della Madonna del Lume.

La festa, organizzata grazie ai fondi raccolti dalla comunità dei pescatori locali, aggregata nel Comitato dei Festeggiamenti Maria Santissima del Lume, ha inizio la prima domenica di ottobre, a conclusione della principale stagione di pesca dell’anno; la comunità ringrazia dunque per il ricavo e i rendimenti del duro lavoro del ciclo appena concluso, e invoca la buona riuscita delle future stagioni di pesca, attraverso una celebrazione propiziatoria.

Le celebrazioni hanno inizio con momenti ludici che coinvolgono l’intera comunità, come la corsa delle barche e il gioco dell’antenna a mare, e proseguono con la processione per le vie del paese. In questa occasione si rievoca il momento del ritrovamento del quadro sacro: il simulacro viene infatti posto su un fercolo portato a spalla dai pescatori, e posto all’esterno della chiesa dove i devoti possono toccare l’effigie ed esibire i bambini al cospetto dell’immagine sacra, al fine di ricevere benedizioni o di porgere ringraziamenti. Parte così la processione per le vie del paese, fino ad arrivare alla marineria e al porto di Santa Nicolicchia, luogo del ritrovamento del quadro, dove la processione giunge al termine e si esplodono i giochi pirotecnici.

All’ottava della festa si tiene una seconda celebrazione che prevede una processione via terra dei fedeli che raggiungono a piedi la cappella di Capo Zafferano, sita proprio sotto il faro, e una processione via mare in cui tutte le imbarcazioni della marineria, al seguito del peschereccio che trasporta il simulacro della Madonna del Lume, si dirigono, via mare, verso la medesima cappella, dove viene recitata l’omelia del vescovo. Il peschereccio incaricato di portare l’effigie della Madonna viene scelto tramite sorteggio. Anche questi festeggiamenti si concludono con uno spettacolo pirotecnico.

Un elemento importante, che testimonia ancora una volta la solidità del legame tra la comunità marinara e la Madonna del Lume, è che nel giorno dei festeggiamenti il mercato ittico rimane sempre aperto e in alcune occasioni il simulacro è stato portato in processione fino al mercato, i cui spazi sono stati allestiti con decorazioni a festa.

Il Culto di Santa Maria del Lume (da Wikipedia) 

Con il titolo di Maria Santissima del Lume o di Madre Santissima del Lume si esprime una devozione cattolica mariana che deriva da una rivelazione della Madonna a una veggente che sarebbe avvenuta il 21 novembre del 1722 a Palermo.

Il Padre Giovanni Antonio Genovesi, sacerdote della Compagnia di Gesù, zelante missionario morto nel 1743, venerato dal popolo di Messina come un santo durante il flagello della peste, decise di consacrare le fatiche del suo lavoro missionario alla Madonna cui era devotissimo.

Quindi, insieme al crocefisso, decise di portare con sé un’immagine in tela della Madonna. Indeciso sul titolo e sull’immagine, pensò di chiedere direttamente alla Madonna il modo con il quale voleva essere venerata. Ma ritenendosi indegno di fare tale richiesta, volle chiedere la particolare grazia tramite una nobile e pia donna, fattasi religiosa. Un giorno, dopo la comunione, intenta a ringraziare il Signore, cadde in uno stato d’estasi. Ecco come la veggente descrisse la sua visione: … Una schiera di serafini la circondavano… sorreggevano sul capo… un triplice diadema. Adornava il capo verginale una lunga veste, una fascia le cingeva i fianchi, dalle spalle graziosamente pendeva un mantello azzurro. Avrebbe colpito in particolare: La straordinaria affabilità e grazia che effondeva il volto augusto della Vergine… ne accresceva ancor più la gioia il vedere la Gran Madre non sola, come altre volte, ma portante nel suo braccio sinistro il suo Divin Figlio in forma di Bambino allegro e sorridente.

La veggente riferì che, quando chiese a Maria perché si facesse vedere, la Madonna le avrebbe ricordato la preghiera rivoltale dal padre Genovesi, e avrebbe pronunciato le seguenti parole: Voglio essere dipinta su una tela così come mi vedi e, mentre così diceva, si curvò per trattenere un’anima dal cadere nelle pene dell’inferno. La donna ricordò che il Padre Genovesi aveva chiesto che nella pittura si rappresentassero i cuori dei peccatori in atto di presentarli in qualche maniera alla Vergine. La Madonna acconsentì a questo desiderio mostrandole proprio ciò. La veggente riferì: … ed ecco (sempre nella stessa visione) si presenta in ginocchio accanto alla Vergine un angelo che, tenendo in mano un canestrino pieno di cuori, li presenta a Lei dalla parte sinistra, dove il divin pargoletto, che stava in braccio alla Madre, a uno a uno li prende e, non men cogli sguardi che con contatto, li infervora e li infiamma di carità. Infine: “… vedi ora – ripeté la madre di Dio – come io mi sono lasciata vedere da te, tale e quale esattamente voglio essere dipinta, e in questa maniera voglio essere evocata col nome di “Madre Santissima del Lume”[1].

La seguente espressione sarebbe stata ripetuta per ben tre volte, aggiungendo che chiunque l’avesse evocata con questo titolo sarebbe stato coronato con ogni grazia e benedizione. Il quadro fu dipinto a Palermo, alla presenza della veggente e del padre Genovesi. Era l’anno 1722.

La diffusione del culto di Maria SS. del Lume nel mondo (dal sito Arcipretura Parrocchiale “Santa Maria del Lume” di Linera

Maria SS. del Lume viene festeggiata:

  • a Linera (CT): la terza Domenica di novembre (Domenica precedente alla solennità di Cristo Re);
  • a Palermo (al Noviziato) : l’ultima Domenica di Luglio;
  • a Palermo ( chiesa di S. Cristoforo): la seconda Domenica di Settembre;
  • a Porticello (PA): il primo lunedì di Ottobre;
  • a Presinaci di Rombiolo (VV): la terza Domenica di Settembre;
  • in California e nel Wisconsin: la prima Domenica di Ottobre;
  • in Messico : il Mercoledì antecedente la Domenica di Pentecoste.

La Madonna del Lume è protettrice di:

  • Artigiani (Palermo);
  • Pescatori (Porticello);
  • Elettricisti (Messico).

Chiese dedicate alla Madonna del Lume in Italia:

Parrocchie in Italia:

  • Cesta di Copparo (FE);
  • Linera (CT):Chiesa Madre;
  • Lume (RC);
  • Melara (RO);
  • Naro (AG);
  • Palazzo Adriano (PA);
  • Pellaro (RC);
  • Porticello (PA).

Chiese in Italia:

  • Baucina (PA): Chiesa del collegio;
  • Cesta di Copparo (FE);
  • Favelloni (VV) ;
  • Fiumara di Piraino ( ME);
  • Grottaglie (TA);
  • Lume (RC);
  • Palermo (3): ai Cassàri, in Corso Calatafimi, in via S. Cristoforo;
  • Pellaro (RC);
  • Sambuca di Sicilia ( AG).

Fonte testo: indicata nei singoli capitoli 

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Contributi informativi:  Web

Foto: Google

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