Duomo di Messina (Maria Assunta)
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Descrizione

Duomo di Messina (Maria Assunta)

UBICAZIONE Piazza Duomo DATAZIONE IX-XX SEC. DESCRIZIONE La sua fondazione è da collocarsi probabilmente prima dell’invasione araba, profanata dagli arabi, fu riconsacrata dopo la partenza degli stessi nel 1192 alla presenza dell’Arcivescovo Berzio, dell’imperatore Enrico VI (figlio del Barbarossa) e della moglie Costanza d’Altavilla. Il tetto ligneo realizzato da artigiani arabi fu distrutto da un incendio avvenuto nel 1254 durante i funerali di Corrado IV, figlio di Federico II di Svevia. Dal 1300 si susseguono una serie di modifiche che se da una parte arricchiscono artisticamente la cattedrale (mosaici delle absidi, portale, facciata), dall’altra snaturano l’originario aspetto normanno. In seguito, danneggiato dai terremoti del 1638 e del 1783 che rovinò buona parte della facciata, fu quasi interamente distrutto da quello del 28 dicembre 1908. Il sisma risparmiò soltanto la parte absidale e riportò alla luce molti elementi della primitiva costruzione normanna. La ricostruzione degli anni 20 ripristinò l’aspetto originario recuperando gran parte delle opere d’arte e dei mosaici. Il bombardamento del 13 giugno 1943 causò un terribile incendio che distrusse irrimediabilmente gran parte dell’interno. La struttura attuale che si è voluta il più possibile vicino all’originale mantiene nell’esterno pregevoli parti dal XIV al XVII secolo. Da segnalare in particolare la facciata con il magnifico portale in stile gotico e le belle finestre quattrocentesche sulla parete di destra della cattedrale (il portale del lato destro è attribuito a Polidoro da Caravaggio). All’interno del Duomo di Messina, tripartito da una doppia fila di 13 colonne, si possono ammirare i mosaici, alcuni monumenti funebri, tra cui quello di Guidotto de Tabiatis, arcivescovo di Messina nel XIV secolo, ed alcune statue di santi, pregevole il San Giovanni Battista di Antonello Gagini del 1525. Inoltre è più che degno di nota l’organo al suo interno: il secondo più grande d’Italia (il primo è quello del Duomo di Milano), e il terzo in Europa, con 5 tastiere, 170 registri, 16.000 canne distribuite nei due lati del transetto, dietro l’altare, sulla porta maggiore e sull’arco trionfale. È opera della ditta Tamburini di Crema del 1948. Il campanile, alto 90 metri e con una base di circa 10 metri, ha all’esterno il più grande ed il più complesso orologio meccanico ed astronomico del mondo, realizzato da una ditta di Strasburgo, fratelli Ungerer: inaugurato nel 1933, tutti i giorni a mezzogiorno le varie statue si muovono in modo spettacolare al suono dell’Ave Maria di Schubert. Le figure del campanile ricordano la Guerra del Vespro del 1282: Il Leone in cima rappresenta il Popolo Siciliano vittorioso su Carlo d’Angiò e l’esercito guelfo inviato dal papa contro la Sicilia; Dina e Clarenza rappresentano le donne di Messina che aiutarono gli uomini a difendere la città; il galletto in mezzo alle due statue femminili rappresenta l’esercito franco-papale; la chiesa che scompare ricorda il Colle della Caperrina, luogo della battaglia del 6 e 8 agosto 1282, ultimo tentativo di Carlo d’Angiò di entrare in città dalle colline a ovest. FONTE: Rielaborazione da fonti varie a cura del Centro Studi Helios

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Audio Guida: Ignazio Caloggero

Contributi informativi:  Web, Regione Sicilia

Foto: Ignazio Caloggero

Nota: Il popolamento delle schede della Banca dati Heritage, procede per fasi incrementali: catalogazione, georeferenziazione, inserimento informazioni e immagini. Il bene culturale in oggetto è stato catalogato, ed inserite le prime informazioni. Al fine di arricchirne i contenuti informativi sono graditi ulteriori contributi, se lo desiderate potete contribuire attraverso la nostra area “I Vostri Contributi

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