Cozzo Telegrafo - Vallone Maccaudo
Street View (se presente)
Descrizione

Cozzo Porte Rosse – Occhiali

Area di rinvenimento di materiali di età romanoimperiale; insediamento rupestre di età tardoantica e bizantina

Descrizione 

Grotta con tracce di frequentazione del Paleolitico Superiore; stazione mesolitica; area di rinvenimento di frammenti ceramici del Neolitico, Eneolitico, Bronzo Antico, Bronzo
Medio, Bronzo Tardo; necropoli del Bronzo antico e insediamento preistorico; area di rinvenimento di ceramica greca arcaica; edicole votive di età greca; tracce di carraie; area di
rinvenimento di ceramica romana; area di rinvenimento di ceramica bizantina. (A2).

Sulla sommità, all’interno di una grotta, furono ritrovate ossa fossili. L’utilizzo di quest’ultima stessa come postazione militare ha determinato lo svuotamento da tutto il materiale presente all’interno e l’ampliamento della stessa cavità. I materiali rinvenuti attorno alla grotta comprendono: resti di fauna quaternaria (bos, equus, cervus, ecc.), frammenti di industria litica su selce e quarzite attribuibili al Paleolitico superiore, frammenti di ceramica impressa ed incisa, del Neolitico associati ad industria su selce ed ossidiana. Qualche frammento decorato a solchi incisi è stato attribuito ad età eneolitica. Altri frammenti fittili a decorazione dipinta in bruno sul fondo rossastro, appartengono all’età del Bronzo antico. Fu sede di uno stanziamento la cui presenza è confermata da una decina di tombe a grotticella scavate lungo i fianchi. Un solo frammento è stato attribuito al Bronzo
medio. Il rinvenimento di ceramica a decorazione geometrica marrone su fondo grigio, attribuita alla facies di Cassibile, attesta la frequentazione del sito in età protostorica. Risulta segnalata inoltre la presenza di ceramica orientalizzante (VII sec. a.C.), ceramica ellenistica e ceramica romana (terra sigillata). La frequentazione fino ad età bizantina è attestata da frammenti di ceramica corrugata e dal rinvenimento di un follis di Anastasio I della zecca di Costantinopoli contromarcato sotto Eraclio. In età bizantina la
grotta ebbe probabilmente funzione di oratorio. Alle pendici del Cozzo, sul versante meridionale, risultano segnalate tre tombe a grotticella del Bronzo Antico, anch’esse da
riferire all’insediamento che doveva occupare la sommità di Cozzo Telegrafo. In prossimità di queste tombe furono segnalate, alla fine del XIX secolo, tracce di carraie antiche profondamente incise nel calcare, che si interrompevano sotto i terreni di un vicino agrumeto. Nella parete verticale di roccia, vicino alla quale si notarono le carraie, furono individuate sedici edicole votive (pinakes), di forma rettangolare e dimensioni variabili, attribuibili ad età ellenistica

Il toponimo deriva dalla costruzione, nel 1858, del telegrafo elettrico. Prima il sito era indicato con il nome di monte Diavolopri o Diavolo d’opera, ed era ricordato per l’esistenza di una grande grotta scavata sul fianco. La tradizione agiografica vuole che qui siano stati trucidati nel III sec. i martiri cristiani, il che giustifica il riferimento all’opera del diavolo, conservato nel precedente toponimo. Bernabò Brea lo considera la sede dell’abitato relativo anche alla necropoli del vallone Maccaudo. Doveva essere un piccolo abitato fiorito fra l’VIII e il VII sec. a.C. sopravvissuto in età più tarda: sul pendio di Cozzo Telegrafo, al di sopra della strada pedonale, vi sono infatti le edicolette votive confrontabili con quelle delle latomie di Siracusa e Akrai. Durante l’ultima guerra il sito ha accolto una postazione militare

Fonti bibliografiche

Vigo A., Neofito(ossia, Cenno storico delle Grotte del Greco, alle falde del Monte Assia in Sicilia, dei Santi che le abitarono, della Immagine di Maria Mater Adonai e dell’Eremo
sotto questo titolo) 1872, p.55-56; Strazzulla V., Storia ed archeologia di Trotilon, Xifonia, ed altri siti presso Augusta di Sicilia, 1899, pp.483- 485; Orsi, Mulinello presso Augusta, “NSc”, 1902b, p.642; Bernabò Brea L., Il crepuscolo del re Hyblon, “PP”, CXX, 1968, pp.185-186; Russo I. Gianino P. Problematica storicoarheologica di Trotilon e del torrente Pantakyas, ” Notiziario storico di Augusta”, 18, 1995b, p.26-28; Russo I.-Gianino P.-Lanteri R., Augusta e territori limitrofi, I, Preistoria, Dal paleolitico superiore alla precolonizzazione, “ArchStorSir”, suppl. n.5, 1996, pp. 63-76; Lanteri R., Insediamenti di età tardo antica nel territorio megarese,1996b, p.23-24; Lanteri R., Augusta e il suo territorio, elementi per una carta archeologica, 1997, pp.27-29; linee Guida 1999, Carta Siti archeol., n. 208. Guzzardi L., L’uomo e le grotte nella preistoria della regione Iblea, in
Atti del 4 Convegno di Speleologia della Sicilia, Ragusa 2004, pp. 296-299

(Fonte testo scheda di rilevazione n. 38 Piano Paesistico della Provincia di Siracusa  – Beni Archeologici)

Schede Beni Archeologici Piano Paesaggistico di Siracusa

Contributi informativi:  Web, Regione Sicilia 

Foto:  Scheda su indicata

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