Chiesa e Monastero della Badia Grande (S. Maria dell’Itria)
UBICAZIONE:
Piazza Gerardo Noceto
DATAZIONE
XIV sec. Ricostruita nel XVIII sec.
Monastero della Badia Grande
Annessa alla chiesa di S. Maria dell’itria. Il monastero della Badia Grande fu fondato nel 1380 dal conte Guglielmo Peralta e fu completato nel 1401 dalla moglie Eleonora d’Aragona infante di Spagna, e dal figlio Nicolò. In seguito il monastero fu ampliato e restaurato apportando degli abbellimenti, ad opera del conte Artale Luna, marito di Margherita Peralta, e da altri benefattori. Il monastero prese il nome di Badia Grande perché era il monastero più grande e più ricco della città, chiamato in dialetto “Bataranni”.
Al’interno del Monastero durante la demolizione di un solaio, fu rinvenuto un portale ad arco a sesto acuto in stile gotico che faceva parte della costruzione originaria. Passando attraverso il portale si entrava in una stanza, con volta a crociera sulla cui chiave è scolpito lo stemma dei Benedettini raffigurante un agnello e una bandiera con il simbolo della croce.
Chiesa della Badia Grande
DESCRIZIONE:
La chiesa di S. Maria dell’Itria assieme con all’annesso monastero, detto comunemente Badia Grande formano il più importante complesso monumentale della città. Fondata nel 1380 dal conte Guglielmo Peralta, che fu uno dei quattro vicari del Regno di Sicilia, dopo la morte di Federico III. Tra il 1776 e il 1784 fu ricostruita su progetto dell’ing. Luciano Gambino di Trapani. L’interno, originariamente a tre navate, è, dopo la ricostruzione del XVIII sec. Ad un’unica navata, contiene motle opere tra cui: una tela raffigurante S. Maria dell’Itria di ignoto autore del XVIII sec; una statua in legno del SS Crocifisso; due tele di Gaspare Testone raffigursanti “il martirio di Sant’Eufemia” e “il Transito di San Giuseppe”. Alla chiesa è annesso il Monastero di S. Maria dell’Itria (Badia Grande)
Il Complesso monumentale della badia Grande è vincolato ai sensi della Legge 1089/1939
Scarica decreto:
D.A. n. 6333 del 01.07.98 |
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
Contributi informativi: Web, Regione Sicilia
Foto: Ignazio Caloggero
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