Rete Natura 2000 

Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha assegnato ad un sistema coordinato e coerente (“rete”) di aree destinate alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell’Unione stessa. La costituzione della rete Natura 2000 è prevista dalla Direttiva n. 92/43/CEE Logo Acrobat/Documento in formato PDFdel Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla“Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche”, comunemente denominata Direttiva “Habitat”. L’obiettivo della Direttiva è però più vasto della sola creazione della rete, avendo come scopo dichiarato di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante attività di conservazione non solo all’interno delle aree che costituiscono la rete Natura 2000 ma anche con misure di tutela diretta delle specie la cui conservazione è considerata un interesse comune di tutta l’Unione.

Il recepimento della Direttiva è avvenuto in Italia nel 1997 attraverso il Regolamento D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 Logo Acrobat/Documento in formato PDF modificato ed integrato dal D.P.R. 120 del 12 marzo 2003 Logo Acrobat/Documento in formato PDF. La conservazione della biodiversità europea viene realizzata tenendo conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali. In altre parole si vuole favorire l’integrazione della tutela di habitat e specie animali e vegetali con le attività economiche e con le esigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono all’interno delle aree che fanno parte della rete Natura 2000.

Secondo i criteri stabiliti dall’Allegato III della Direttiva “Habitat”, ogni Stato membro redige un elenco di siti che ospitano habitat naturali e seminaturali e specie animali e vegetali selvatiche, in base a tali elenchi e d’accordo con gli Stati membri, la Commissione adotta un elenco di Siti d’Importanza Comunitaria (SIC).

La Rete Natura 2000, ai sensi della Direttiva “Habitat” (art.3), è costituita da:

  • Zone di Protezione Speciale (ZPS)
  • Zone Speciali di Conservazione (ZSC).

Zone di protezione speciale (ZPS)

La direttiva 79/409/CEE Logo Acrobat/Documento in formato PDF (direttiva Uccelli) chiedeva agli Stati membri dell’Unione europea di designare delle ZPS ossia dei territori idonei per numero, estensione e/o localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli minacciate, vulnerabili o rare citate nell’allegato I della direttiva. Il progetto “Important Bird Areas” (IBA) di BirdLife International serve come riferimento per istituire le ZPS. Le zone scelte sono dei luoghi di riproduzione, di alimentazione o di migrazione e sono quindi considerate particolarmente importanti per la conservazione degli uccelli. La designazione delle ZPS è relativamente semplice e si fa a livello nazionale senza dialogo con la Comissione europea. In Italia l’individuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome, che trasmettono i dati al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; il Ministero, dopo la verifica della completezza e congruenza delle informazioni acquisite, trasmette i dati alla Commissione Europea (formulari Standard più cartografia). Le ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e l’elenco aggiornato delle ZPS viene pubblicato sul sito internet del Ministero. Guarda l’elenco completo

Zone speciali di conservazione (ZSC)

Le Zone Speciali di Conservazione hanno come obbiettivo la conservazione di questi siti ecologici:

  • habitat naturali o semi-naturali d’interesse comunitario, per la loro rarità, o per il loro ruolo ecologico primordiale (la lista degli habitat è stabilita nell’allegato I della Direttiva degli Habitat) ;
  • le specie di fauna e flora di interesse comunitario, per la rarità, il valore simbolico o il ruolo essenziale che hanno nell’ecosistema (la cui lista è stabilita nell’allegato II della Direttiva degli Habitat).

La procedura di designazione di un sito come ZSC è più lunga rispetto a quella per le ZPS. Ogni stato procede inventariando i siti potenziali sul proprio territorio proponendoli poi alla Commisione Europea sotto forma di pSIC (proposta di Sito d’Interesse Comunitario). Dopo l’approvazione da parte della Commissione Europea, il pSIC viene iscritto come Sito d’Interesse Comunitario per l’Unione Europea (SIC) e integrato nella rete di Natura 2000. Il più rapidamente possibile ed entro un termine massimo di sei anni a decorrere dalla selezione di un sito come Sito d’Importanza Comunitaria, lo Stato membro interessato designa il sito in questione come Zona Speciale di Conservazione (ZSC). Quindi tutti i Siti Un sito naturale può anche appartenere a più tipi in questo caso una ulteriore classificazione data è:

  • Sito di tipo A: ZPS
  • Siti di tipo B: SIC
  • Siti di tipo C: SIC o ZSC coincidenti con ZPS

In Italia, nel 1995 il Ministero dell’Ambiente ha dato vita al progetto“Bioitaly” con l’obiettivo di recepire e dare concreta attuazione alle Direttive “Habitat” ed “Uccelli”. il progetto Bioitaly ha portato alla identificazione di altri due tipi di aree: i Siti di Importanza Nazionale (SIN) e i Siti di Importanza Regionale (SIR). Queste ulteriori aree (SIN e SIR) non è collegata all’attuazione della direttiva Habitat ma costituisce un approfondimento del quadro conoscitivo a livello regionale, normato da appositi regolamenti. Ad oggi, (2018) sono stati individuati da parte delle Regioni italiane 2332 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), 1889 dei quali sono stati designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e 612 Zone di Protezione Speciale (ZPS); di questi, 335 sono siti di tipo C, ovvero SIC/ZSC coincidenti con ZPS. All’interno dei siti Natura 2000 in Italia sono protetti complessivamente: 131 habitat, 90 specie di flora e 112 specie di fauna (delle quali 22 mammiferi, 10 rettili, 16 anfibi, 26 pesci, 38 invertebrati) ai sensi della Direttiva Habitat; circa 380 specie di avifauna ai sensi della Direttiva Uccelli. La tabella seguente riporta, per ogni Regione, il numero, l’estensione totale in ettari e la percentuale rispetto al territorio complessivo regionale a terra e a mare, rispettivamente delle ZPS, dei SIC-ZSC, e dei siti di tipo C (SIC-ZSC coincidenti con ZPS).

* Poiché il sito IT1201000 cade in parte in Piemonte ed in parte in Valle d’Aosta, il calcolo delle superfici è stato effettuato attribuendo a ciascuna Regione la parte di sito effettivamente ricadente nel proprio territorio.
** Poiché il sito IT7110128 cade in Abruzzo, Lazio e Marche e il sito IT7120132 cade in Abruzzo, Lazio e Molise, il calcolo delle superfici è stato effettuato attribuendo a ciascuna Regione la parte di sito effettivamente ricadente nel proprio territorio.
/ Regioni che non hanno territorio a mare

Di seguito si riportano i dati complessivi dei siti Natura 2000 per ogni Regione (numero, l’estensione totale in ettari e percentuale a terra e a mare) escludendo le eventuali sovrapposizioni.

* Poiché il sito IT1201000 cade in parte in Piemonte ed in parte in Valle d’Aosta, il calcolo delle superfici è stato effettuato attribuendo a ciascuna Regione la parte di sito effettivamente ricadente nel proprio territorio.
** Poiché il sito IT7110128 cade in Abruzzo, Lazio e Marche e il sito IT7120132 cade in Abruzzo, Lazio e Molise, il calcolo delle superfici è stato effettuato attribuendo a ciascuna Regione la parte di sito effettivamente ricadente nel proprio territorio.
*** Numero ed estensione dei siti Natura 2000 per Regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i SIC-ZSC e le ZPS.
/ Regioni che non hanno territorio a mare

Fonte: minambiente.it

Gli allegati alla Direttiva Ambiente:

I TIPI DI HABITAT NATURALI DI INTERESSE COMUNITARIO LA CUI CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI AREE SPECIALI DI CONSERVAZIONE
II SPECIE ANIMALI E VEGETALI D’INTERESSE COMUNITARIO LA CUI CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE
III CRITERI DI SELEZIONE DEI SITI ATTI AD ESSERE INDIVIDUATI QUALI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA E DESIGNATI QUALI ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE
IV SPECIE ANIMALI E VEGETALI DI INTERESSE COMUNITARIO CHE RICHIEDONO UNA PROTEZIONE RIGOROSA
V SPECIE ANIMALI E VEGETALI DI INTERESSE COMUNITARIO IL CUI PRELIEVO NELLA NATURA E IL CUI SFRUTTAMENTO POTREBBERO FORMARE OGGETTO DI MISURE DI GESTIONE
VI METODI E MEZZI DI CATTURA E DI UCCISIONE NONCHÉ MODALITÀ DI TRASPORTO VIETATI