Ipogeo Giacatello

Si può raggiungere l’ipogeo Giacatello da un viottolo che si apre a lato della Strada Statale a nord del parcheggio del Museo di San Nicola. L’ipogeo è costituito da un vasto ambiente quadrangolare (20×20 m circa) con un’altezza di poco superiore ai 2 metri e puntellato da 49 pilastri disposti su più file.  Il tetto presenta dodici aperture quasi tutti comunicanti con l’esterno, con la funzione di pozzi per il prelievo dell’acqua.

Al suo interno confluisce, da Nord Ovest, un acquedotto, mentre dall’angolo di Sud-Est si diparte un cunicolo tortuoso, che sfocia nel vicino torrente di S. Leone. Originariamente era una cisterna appartenente alla complessa rete di acquedotti di Akragas che, secondo la tradizione, fu progettata dall’architetto Feace e realizzata con la mano d’opera dei prigionieri Cartaginesi sconfitti a Himera nel 480 a.C.  

La struttura fu trasformata in deposito di grano in epoca romana.