Settimana Santa
I riti della settimana santa di Ispica (RG) sono organizzati dalle due principali confraternite storiche del paese, quella di Santa Maria Maggiore, detta dei cavari (di colore rosso) e quella della Santissima Annunziata, detta deinunziatari[3] (di colore azzurro). Il ciclo di festività si apre con l’ultimo venerdì di quaresima e con la domenica delle palme, per culminare con i riti del giovedì santo, del venerdì santo e della Pasqua. Le manifestazioni, molto numerose, sono costituite da processioni e vere e proprie sacre rappresentazioni rifacentisi a riti antichi già praticati nel XVII secolo, i quali rivestono una doppia valenza, sia mistico-religiosa che popolare, attraverso i loro più salienti e riconoscibili tratti iconografici.
Con l’ultimo venerdì di quaresima alla basilica Santissima Annunziata si entra nei festeggiamenti della settimana santa. In serata si svolge la tradizionale processione dell’urna reliquiaria contenente la “Santa spina”. Dopo aver accompagnato la “Santa Cascia” (termine siciliano che sta ad indicare le tantissime reliquie di santi contenuti all’interno dell’urna, tra cui, appunto, la “Santa Spina” così chiamata perché facente parte della corona intrecciata dai romani e messa sul capo di Cristo) in Basilica, ha inizio la Via Crucis Vivente. Essa è un momento di vera fede dove si ripercorrono gli ultimi istanti della Passione di Gesù in maniera reale e commovente. Inutile dire che la Via Crucis Vivente richiama ogni anno migliaia di fedeli o semplici visitatori da tutte le province per la particolarità e suggestività della stessa.
Il giovedì santo, per i cavari della basilica di Santa Maria Maggiore, ha inizio in piena notte.
Alle ore 1:30 inizia il pellegrinaggio dei fedeli alla chiesa rupestre di Santa Maria della Cava da dove parte la Via Crucis, animata dai giovani della parrocchia. Durante il tragitto vengono rappresentate le stazioni della passione di Cristo e le ultime due, la crocefissione e la deposizione del Cristo morto nel sepolcro, avvengono nella piazza antistante la basilica di Santa Maria Maggiore. Appena dopo la sepoltura del Cristo, alle ore 4:00, il parroco ed il presidente dell’arciconfraternita, si avviano verso l’ingresso principale della basilica dove, bussando per tre volte al portone, danno avvio alla tradizionale apertura delle porte, che si spalancano all’improvviso consentendo ai fedeli di entrare di corsa in chiesa per dirigersi verso l’altare del Santissimo Cristo alla colonna, dove è usanza recarsi a pregare (‘U Patri a Culonna), tra il pungente odore di incenso e il tipico suono dell’organo a canne che intona le note della marcia funebre dedicata al Cristo. Inizia così la liturgia del giovedì santo.
La mattina verso le 11 il parroco sale sull’altare del Cristo flagellato, bussa per tre volte con una chiave sulle porte dell’SS. Cristo flagellato che improvvisamente scivolano giù. Dopo un’omelia in cui il sacerdote spiega il vero significato della devozione popolare, la banda musicale inizia a suonare la marcia funebre intitolata al cristo, ed il simulacro inizia a scendere lentamente tra i devoti suscitando una profonda commozione.
Dopo la mezzanotte, la trasuta e i tradizionali giri all’interno della basilica.
Il Santissimo Cristo flagellato alla Colonna è situato nella cappella sinistra del transetto della basilica di Santa Maria Maggiore. La statua è raccolta in una macchinetta lignea argenteo-dorata costruita nel 1700 e più volte fatta indorare. La base della macchinetta è rettangolare, di legno. La colonna dalla base a quasi metà del corpo, è di colore oro, il resto è colore argento, sormontata da un capitello in stile corinzio. Nel corpo della colonna, un medaglione di cristallo contiene una reliquia della santa croce. Il corpo nudo del Cristo flagellato è cinto alla vita da un perizoma dorato e la testa è coperta da una parrucca raccolta in due code e realizzata con veri capelli, offerti dai devoti come ringraziamento e devozione. Dei due Giudei ai lati, quello di destra è raffigurato nell’atto di percuotere la schiena di Gesù, mentre quello di sinistra è piegato in avanti all’altezza del Cristo e lo percuote al petto. Un’altra macchinetta lignea sormonta il gruppo con frange statiche ed è collegato alla base da quattro colonne simile a quella centrale ma più piccole. Sul capo del Cristo nel 1899 fu posto un nimbo in argento impreziosito da pietre, e comunemente chiamato patena, dove all’interno è applicata la reliquia della santa croce posseduta dalla chiesa fin dal 1696, frammento donato alla basilica dal frate G. Battista, per ricambiare i favori ottenuti dal marchese don Maurizio Statella.
Fonte: Wikipedia
———————————————-
Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana
Registro Eredità Immateriali