Processione della Madonna della Visitazione
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Descrizione

Processione della Madonna della Visitazione

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

N. Prog. 108
Bene: Processione della Madonna della Visitazione
Libro: REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione: 28-04-2008
Categoria: Festa/Cerimonia
Provincia: Enna
 
Comune: Enna
Denominazione locale: A Madonna
Notizie Cronologiche
A Enna, la religione cristiana penetrò diffusamente durante il periodo della dominazione aragonese (1282-1516). Eleonora, moglie di Federico d’Aragona, nel 1307 fece iniziare la costruzione del Duomo di Enna intitolato alla Madonna. Allora tutto il popolo si mobilitò per raccogliere il denaro necessario per l’acquisto della statua della Madonna. Una delegazione di ennesi partì alla volta di Venezia. Don Luigi Catalano, esperto ebanista facente parte della delegazione, fu attratto da una bellissima statua della Madonna col Bambino Gesù. I delegati decisero per il suo acquisto, anche se gli ennesi avevano manifestato la preferenza per una statua della Madonna senza bambino, considerato che Gesù non era ancora nato quando Maria andò a fare visita a Santa Elisabetta.
La tradizione narra che a Venezia, dopo l’acquisto, il simulacro della Madonna fu imballato e spedito via mare verso il porto di Catania, ma la nave fece naufragio e la cassa col simulacro si arenò vicino al porto di Messina. I messinesi restituirono il simulacro. Quando il carro giunse alle falde di Enna, i nobili e gli ecclesiastici, che si erano riservati l’onore di portare a spalla il fercolo, non riuscirono a sollevarlo per il peso eccessivo. Accorsero allora i contadini che lavoravano nelle campagne, a piedi scalzi e coperti da una leggera camicia bianca, riuscendo nell’intento. Dall’anno successivo furono i contadini e gli agricoltori i titolari del diritto di portare il simulacro in processione e ancora oggi i portatori indossano una veste bianca, procedono a piedi scalzi e vengono chiamati “Nudi”. Il simulacro di Maria SS. della Visitazione si trova ad Enna dal 29 giugno 1412.
Ricorrenza: Annuale
Data: 2 Luglio
Occasione: Festeggiamenti in onore della Santa Patrona
Funzione: Patronale, devozionale e propiziatoria
Attori: “I Nudi”, confrati di Maria SS. Della Visitazione; bambini con l’abito della Prima Comunione; donne a piedi scalzi; confrati di altre confraternite della città.
Partecipanti: Devoti, comunità locale, turisti
Descrizione
Le celebrazioni in onore della Madonna della Visitazione iniziano un mese prima la festa del 2 luglio. Infatti, a partire dal 2 giugno, alle sei del mattino, le campane suonano per richiamare i fedeli che si recano, spesso a piedi scalzi, al Duomo. Segue recita della Coroncina della Madonna della Visitazione e S. Messa. Il 29 giugno viene commemorato l’arrivo della statua della Madonna in città con una solenne funzione: alle 19.30 la porticina che chiude la nicchia viene aperta e, all’apparire della statua della Madonna, “i Nudi” la acclamano a gran voce. Portata giù dalla nicchia, viene issata su un piccolo fercolo e portata in processione fino all’altare maggiore, dove Le vengono tolti la corona, il manto e gli ori e viene rivestita con il cosiddetto “corredo giornaliero”. Il 2 luglio, dopo la scampaniata e la prima Messa delle 6.30, le altre messe si susseguono senza interruzione. Dopo l’ultima messa delle 13, viene allestita la vara, il grande fercolo chiamato anche “nave d’oro” perché rivestito in oro zecchino: alla presenza di poche persone e con le porte della chiesa chiuse, la statua viene coperta dai fasciuna, fasce di panno rosso sulle quali sono cuciti monili d’oro, donati nel corso dei secoli dai fedeli alla Madonna come ex-voto. Infine, Le viene posta sul capo la corona d’oro e smalti, un gioiello di inestimabile valore, realizzato da valenti orafi siciliani nel 1652. Verso le 17 la chiesa viene riaperta ai fedeli. Alle 19 inizia la grande processione: in testa alla sfilata un grandissimo e pesantissimo stendardo, seguono bambini con l’abito della Prima Comunione e numerose donne che compiono il viaggio a piedi scalzi, per penitenza o per ringraziare la Madonna di una grazia ricevuta. Seguono poi i confrati delle confraternite della città, i simulacri di San Michele Arcangelo e di San Giuseppe (tra i quali si interpone la grande insegna dello Spirito Santo) e, infine, la vara della Madonna, seguita dalla banda, dalle autorità civili e militari e da una folla di fedeli. La processione sfila tra due ali di folla, lungo il tradizionale percorso cittadino, fino alla Chiesa di Montesalvo. Quando la Patrona passa tra i suoi fedeli, questi la salutano e fanno piovere dai balconi petali di rose e bigliettini multicolori inneggianti a Maria, Patrona del popolo ennese. Arrivata nella Chiesa di Montesalvo, la statua viene spogliata del prezioso mantello e degli ori e issata sull’altare maggiore, dove rimarrà per due settimane circa. Ai portatori, stanchi e sudati, vengono offerti vino emastazzola, caratteristici biscotti impastati con il miele. La manifestazione termina poi con i fuochi d’artificio.
Bibliografia
AA. VV. 2005. Appunti di viaggio: folklore, storia e religiosità in Sicilia. Siracusa: Emanuele Romeo Editore.
  
Note
La confraternita di Maria SS. della Visitazione, detta dei “Nudi”, fu fondata il 20 aprile 1874 dal parroco priore don Carmelo Savoca, convalidando giuridicamente l’antica congregazione che riuniva i portatori della “nave d’oro”.
Dal XVI secolo il vestiario della confraternita è composto da un camice bianco a sacco (a vistina) diviso in due parti, coi bordi merlettati, la mantelletta color azzurro chiaro e lo scapolare con sopra ricamata l’effigie della Madonna.
Si ipotizza una continuità della celebrazione della Patrona con l’antico culto pagano per la dea Cerere: nello stesso periodo, che coincideva con la raccolta del grano, si celebravano i riti pagani e propiziatori delle “Cerealia” della durata di dieci giorni. Sembrerebbe quasi si sia voluta affermare la conversione degli ennesi al Cristianesimo.
Autore Scheda: Paola Barbata

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