Pane Votivo di San Giuseppe - Chiusa Sclafani
Descrizione

Pane Votivo di San Giuseppe – Chiusa Sclafani

Bene inserito nel Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia (REIS)

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

N. Prog. 111
Bene: Pane Votivo di San Giuseppe
Libro: REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione: 28-04-2008
Categoria: Pane votivo
Provincia: Palermo
 
Comune: Chiusa Sclafani
Denominazione locale: U pani ri San Giuseppi
Notizie Cronologiche
La data della festa è incerta in quanto, nel 1972 fu distrutto l’archivio che conservava il patrimonio librario e parte dei registri dei verbali del comitato festivo. In ogni caso sembra che l’inizio sia legato, con molta probabilità, alla comparsa della festività nel calendario liturgico universale romano risalente agli inizi del 1600
Ricorrenza: Annuale
Data: 19 Marzo
Occasione: Celebrazione festa di San Giuseppe
Funzione: Celebrativa
Attori: Le donne del paese che hanno contratto il voto
Partecipanti: Comunità locale
Descrizione
Gli Altari sono allestiti presso i locali dell’ex Monastero benedettino Badia a Chiusa Sclafani e nelle case di moltissime famiglie.
Uno dei compiti più impegnativi e difficili della preparazione degli altari, consiste nella realizzazione dei pani votivi, un lavoro svolto quasi esclusivamente dalle donne. Gli ingredienti sono: farina di grano duro, sale quanto basta, acqua, lievito di casa, seme di cimino e rosso d’uovo sbattuto. La pasta deve contenere poca acqua e deve essere dura per favorire la modellazione dei pani. Caratteristica del pane votivo è l’essere impastato unitamente con il sesamo; con esso si modellano, in maniera artistica, forme di cavallucci, uccelli, piatti colmi di frutta, oggetti sacri, cucciddati.
È usuale a Chiusa Sclafani convocare nei panifici dei quartieri le donne più abili, che fanno uso anche dell’acqua con cui si inumidiscono le dita e attraverso la quale incollano ai pani le piccole forme di decorazione, ottenendo come risultato delle vere e proprie opere d’arte.  Prima di essere infornato, il pane viene pennellato con la chiara d’uovo e tolto dal forno solo quando ha raggiunto un colore dorato. I pani che presentano delle difficoltà artistiche, per evitare che si rompano come il nome di Maria, Varva e vastuni di San Giuseppi, a Sfera etc., vengono sistemati ed infornati all’interno di teglie, mentre tutti gli altri direttamente nel forno.
Il pane costituisce la centralità della festa: come sostanza vitale, simbolo di luce e di vita terrena. Il giorno dopo, ai vicini di casa, agli amici ed ai parenti, vengono regalati i pani benedetti. Il pane più artistico, travaggliato ( lavorato), il “bastone” di San Giuseppe, il “cuore” ed il “nome” di Maria, etc., vengono regalati alle persone più intime. Non è ammesso nessuno spreco.
 

Note

Legato al mito di Cerere, l’altare votivo con il pane si ripete ogni anno in occasione del ritorno della dea sulla terra per sei mesi. Tale risveglio della natura fu chiamato “Primavera” e, con l’avvento del Cristianesimo, l’altare votivo fu dedicato a San Giuseppe. Per l’occasione, alcune famiglie, o per voto o per grazia ricevuta, preparano il pane per offrirlo ai poveri. La dedica dell’altare andò su San Giuseppe il cui bastone fu l’unico a “fiorire”, segno di purezza fra i pretendenti di Maria, evento che lo prescelse quale sposo della madre di Gesù e custode della Sacra Famiglia.
Autore Scheda: Laura Mattaliano

 

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