Palio dei Normanni a Piazza Armerina
Street View (se presente)
Descrizione

Palio dei Normanni a Piazza Armerina

 

 

 

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

Registro Eredità Immateriali

N. Prog. 37
Bene: Palio dei Normanni
Libro: REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione: 05-08-2006
Categoria: Rappresentazione/Spettacolo
Provincia: Enna
 
Comune: Piazza Armerina
Denominazione locale: A’ cavalcata
Notizie Cronologiche
Il Palio dei Normanni è una rappresentazione storica in costumi medievali che si svolge tutti gli anni a Piazza Armerina, una bella cittadina che si trova al centro della Sicilia in provincia di Enna.
Le origini del Palio risalgono all’incirca alla fine del XVII secolo.
La rappresentazione si ispira alla guerra di liberazione della Sicilia dai Saraceni operata dal Conte Normanno Ruggero d’Altavilla che all’inizio del 1061 sbarcò con le sue truppe nell’isola. La sua azione fu appoggiata dal fratello Roberto il Guiscardo ed autorizzata da papa Nicolò II nel Concilio di Menfi del 1059.
Nel 1063 Ruggero con le sue truppe ottenne una grandissima vittoria a Cerami, sui Nebrodi, ed alla fine della battaglia inviò a Papa Alessandro II, che era succeduto a Nicolò II nel 1061, parte del bottino di guerra.
Alessandro II, in segno di riconoscenza, concesse al Conte l’indulgenza plenaria e gli donò il vessillo raffigurante la Madonna che tiene in braccio Gesù Bambino.
Il vessillo accompagnò Ruggero in tutte le sue successive vittorie e da ciò che la Madonna raffigurata prese il nome di Maria Santissima delle Vittorie, divenuta ai giorni nostri patrona della città e della diocesi di Piazza Armerina.
La leggenda infatti vuole che Ruggero, terminata la conquista della Sicilia, abbia donato il vessillo alla città, che allora si chiamava “Platia”, perché lo custodisse nella Chiesa Madre.
Nel 1161 l’antica “Platia” fu distrutta e rasa al suolo da Guglielmo il Malo; il vessillo fu chiuso da alcuni fedeli in una cassa di legno e nascosto in luogo sicuro nell’eremo dove ora sorge la chiesa di Maria SS. di Piazza Vecchia.
Quest’eremo si trova in cima ad una montagna distante circa 4 chilometri dalla città.
Nonostante le ripetute ricerche, la tanto amata immagine della Vergine per lungo tempo non fu ritrovata; si racconta che nel 1348 il ritrovamento fu reso possibile grazie ad un sogno che ebbe il sacerdote Giovanni Candilia. Infatti il 3 maggio di quell’anno il ritrovato vessillo fu portato con grande festa dall’eremo alla Chiesa Madre di Piazza che allora era la Chiesa di San Martino.
Quando fu costruita la Chiesa Madre, ora Duomo e Cattedrale, il vessillo fu custodito in una teca d’argento e posizionato sull’altare maggiore, dove si trova tuttora.
Ancora oggi, ogni anno, viene festeggiata solennemente questa ricorrenza. L’ultima domenica di aprile una icona, copia dell’originale, custodita nella Chiesetta di Piazza Vecchia, viene portata a piedi fino alla Chiesa degli Angeli Custodi, nel quartiere Monte. Il 3 maggio il percorso inverso che va dalla città fino alla Chiesetta.
Ricorrenza: Annuale
Data: 12-13-14 Agosto
Occasione: Festeggiamenti in onore della patrona Maria SS. Delle Vittorie
Funzione: Storica, commemorativa.
Attori: Attori locali popolari (circa 600) in costumi d’epoca, armi e cavalli che simboleggiano:
  • la nobiltà piazzese;
  • i cavalieri dei quattro quartieri Monte, Canali, Castellina e Casalotto;
  • i saraceni:
  • le truppe normanne guidate dal Conte Ruggero.
Negli ultimi anni i personaggi del Conte Ruggero e/o della Gran Dama sono stati interpretati da personaggi dello spettacolo (Alex Belli, Francesco Monte, Giusy Buscemi).
Partecipanti: Alla manifestazione partecipano decine di migliaia di spettatori locali, provinciali, regionali e turisti di varie provenienze che nei giorni 12, 13 e 14 agosto affollano le piazze dove si svolgono le rappresentazioni e le vie dove sfilano i vari cortei. Partecipano anche autorità comunali (sindaco, assessori, consiglieri, questore, ecc.), provinciali (Prefetto, Presidenza della Provincia, ecc.), regionali.
Descrizione
Il Palio, che è un vessillo raffigurante la Vergine col Bambino dipinto ogni anno da famoso pittore, viene conteso tra i cavalieri dei quattro quartieri che indossano i seguenti colori:
  • Monte-giallo
  • Canali-rosso
  • Castellina-blu
  • Casalotto-verde
Ogni quartiere è rappresentato da cinque cavalieri.
Gli avvenimenti si susseguono con il seguente programma:
5 agosto – la teca d’argento contenente l’immagine di Maria SS. delle Vittorie viene scesa dall’altare, alla presenza di tutto il popolo di Dio e delle autorità locali, e posizionata sulla bara. In questa occasione tutti i cavalieri dei quattro quartieri vestiti in costume portano una lampada votiva, una per ogni quartiere, che viene posta al lato dell’immagine su apposito piedistallo di legno dorato.
12 agosto – dalla piazza principale di ogni quartiere (Monte – piano Crocifisso;
Canali – piazza Regione Siciliana; Castellina – largo Santa Veneranda; Casalotto – piazza Carmine) partono i cortei rappresentativi di ogni rispettivo quartiere formati dal gruppo dei tamburi, dai nobili e dai cavalieri giostranti e vanno in Piazza Semini (davanti il Teatro Garibaldi). Qui il Gran Magistrato, che rappresenta il potere della città, consegna il pubblico bando al banditore e le armi ad ogni singolo cavaliere giostrante. Tale manifestazione viene eseguita tra rulli di tamburi e suoni di trombe.
Terminata questa cerimonia tutti i partecipanti si compongono in corteo e, al rullo dei tamburi e suono di trombe, percorrono le vie principali della città e si recano in Cattedrale dove ricevono la benedizione e dove il Gran Magistrato dona la lampada votiva che viene posta davanti alla teca contenente l’immagine di Maria SS. delle Vittorie.
13 agosto – i cortei di ogni quartiere partono dalle rispettive piazze e si recano, tra rulli di tamburi e suoni di trombe, in Piazza Duomo. In contemporanea, dal piazzale antistante l’Istituto Commerciale, si compone il corteo delle truppe del Conte Ruggero. Questo è formato dal Conte Ruggero a cavallo, dal comandante delle truppe e da vari plotoni con rispettiva bandiera e comandante. Ogni plotone è armato in modo diverso e con costumi diversi: lancieri, arcieri, balestrieri, alabardieri, guardie nobili, guardie del vessillo, vichinghi, ecc. un plotone di saraceni ed un plotone di soldati a cavallo. Inoltre c’è il gruppo composto da due monaci e dal boia con l’accetta sulle spalle. Il corteo così formato, percorrendo le via della città, al rullo dei tamburi battistrada, si reca in Piazza Duomo dove viene accolto con grande festa tra suono delle campane, rulli di tamburi, squilli di trombe e applausi dei numerosi spettatori. Qui il banditore, legge il Pubblico Bando e, subito dopo, il Gran Magistrato consegna simbolicamente al Conte Ruggero le chiavi della Città. Terminata questa rappresentazione, si compone tutto il corteo comprendente le truppe Normanne, i nobili della città (cavalieri, dame, damigelle e paggetti) e i plotoni dei quattro quartieri della Città e percorrendo le principali vie cittadine, applauditi dalla numerosa folla, si ritira nelle rispettive logge.
14 agosto – i cortei dei quartieri e il corteo delle truppe normanne, partendo dai rispettivi siti e percorrendo le vie principali della città, si recano al Piano S. Ippolito (campo sportivo o in gergo piazzese “chianu t’rrmotu”). Ivi giunti, il Banditore legge di nuovo il bando ed il Conte Ruggero, alzando la spada, dà il via alla giostra. Questa è divisa in due parti: nella prima parte i cavalieri, lanciando il cavallo al galoppo, devono colpire con armi diverse lo scudo del Saraceno, simulacro precedentemente posizionato su perno girevole; nella seconda parte, sempre col cavallo al galoppo, devono lanciare il giavellotto e forare il disco di carta posizionato il alto a 5 metri di altezza. Tutto secondo rigoroso regolamento che ne definisce modalità di esecuzione e comportamentali, nonché rispetto del cavallo; in funzione al risultato ottenuto dal giostrante viene assegnato un punteggio.
La gara viene eseguita a chiama alternativamente da un cavaliere per ogni quartiere e viene comandata dal comandante della giostra.
Questa la descrizione della prima parte:
1^ gara – il cavaliere, al via, lancia il cavallo al galoppo e con la lancia in cresta deve colpire lo scudo del saraceno (punteggio da 2 a 20);
2^ gara– il cavaliere, sempre al via e col cavallo al galoppo, deve colpire con la mazza lo scudo del saraceno (punteggio da 2 a 20);
3^ gara – viene tolto lo scudo al saraceno e viene messo un anello di circa 10 centimetri di diametro al quale sono legati i nastrini del colore del cavaliere che sta giostrando in quel momento; questi, ricevuto il via e col cavallo al galoppo, deve prendere con la punta della lancia l’anello (punteggio 20).
La seconda parte si compone di una sola prova che in linea di massima è quella che definisce il quartiere vincitore del Palio.
4^ gara – il cavaliere, al via e col cavallo al galoppo, deve lanciare il giavellotto e deve forare il disco di carta posto in alto (punteggio 25).
Il Palio viene vinto, tra gli applausi ed il tifo dei sostenitori, dal quartiere che è riuscito a totalizzare il punteggio più alto.
Viene premiato con una coppa anche il cavaliere che ha avuto il miglior comportamento in campo ed ha realizzato il miglior punteggio.
Alla gara, ogni anno assistono decine di migliaia di spettatori oltre alle autorità politiche ed ecclesiastiche.
A conclusione della manifestazione, il corteo si ricompone e percorrendo le vie della città tra affollatissime ali di spettatori applaudenti e inneggianti al quartiere vincente, si ritira nelle rispettive logge, a notte inoltrata.
Bibliografia: Burgaretta, Sebastiano. 2005. Distretto Sicilia, Appunti di viaggio. Folklore storia e religiosità in Sicilia.Siracusa: Emanuele Romeo.
 
Cedrini, Rita. 2008. La grande giostra in onore di Ruggero in Piazza Armerina, Kalos, Luoghi di Sicilia (ott. dic. 2008). pp.28-29.
 
Leone, Giuseppe e Daniela, Minacapilli. 1989. Il palio dei normanni a Piazza Armerina. Enna: Papiro editrice.
 
 
Note
I Quattro quartieri
 
Monte
Colori: Giallo listato di nero
Araldica: l’Aquila nera ad ali spiegate e coronata caricata sul petto da uno scudo coronato di colore giallo, all’interno del quale sono rappresentate le Armi della Città di Piazza Armerina
Sede: “Palazzo Iaci di Feudonovo” via Vittorio Emanuele, 19
Motto: Mater Domine Dirige Nos
Santi Patroni: Maria SS. Delle Vittorie, San Martino
 
Canali
Colori: Rosso listato di giallo
Araldica: In campo rosso la fonte con i quattro canali
Sede: locali annessi alla chiesa di santa Lucia
Motto: Acqua e vita
Santi patroni: Santa Lucia
 
Casalotto
Colori: Verde listato di giallo
Araldica: In campo verde la torre dei Cavalieri Crociati sorretta da un leone rampante con bandiera
Sede: via Carmine
Motto: Vivere non nocesse sed navigare
Santi patroni: San Filippo
 
Castellina
Colori: Azzurro listato di rosso
Araldica: In campo azzurro un muro turrito con porta ed una torre circolare
Sede: “Casa canonica Sant’Andrea” via Torquato Tasso
Motto: Magnos homines virtute metimor non fortuna
Santi patroni: Santa Veneranda e San Rocco
Autore Scheda: Salvatore Gambacurta

 

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