Luoghi del Mito di Scilla e Cariddi
Bene inserito nel registro LIM della Regione Sicilia (Luoghi del Sacro) – Settore “I Luoghi del mito e delle Leggende” nella seguente sottocategoria: Luoghi della metamorfosi
Scilla e Cariddi erano due mostri marini che vivevano nello stretto di Messina.
Scilla era una ninfa dagli occhi azzurri che trascorreva i suoi giorni sulla spiaggia di Zancle. Una sera fu vista da Glauco un dio marino metà uomo e metà pesce. Glauco si innamorò, non corrisposto, di Scilla, chiese aiuto alla maga Circe chiedendole un filtro d ‘amore che a sua volta si invaghi di Glauco ed al suo rifiuto trasformò, per vendetta, la rivale Scilla in mostro enorme ed altissimo con sei enormi teste di cane con tre file di denti ognuna. Per l’orrore Scilla si gettò in mare trasformandosi in uno scoglio. Scilla viene descritta da Omero nell’Odissea, XII, 112 e sgg. e da Ovidio nei libri XIII-XIV delle Metamorfosi.
Cariddi era una naiade, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò a Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni. Allora Zeus la punì trasformandola in un mostro con una gigantesca bocca e una voracità infinita, Cariddi risucchiava l’acqua del mare e la rigettava, creando enormi vortici che affondavano le navi in transito. La leggenda la situa presso uno dei due lati dello stretto di Messina, di fronte all’antro del mostro Scilla.
Le navi che imboccavano lo stretto erano costrette a passare vicino a uno dei due mostri.
Scilla e Cariddi
Johann Heinrich Füssli, , olio su tela, Kunsthaus Zurich, Zurigo (Svizzera)
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