Luoghi del Mito del Santo Graal
Descrizione

Luoghi del Mito del Santo Graal

Il termine graal, scritto talora anche gral, designa in francese antico una coppa o un piatto e probabilmente deriva dal latino medievale gradalis, con il significato di “piatto”, o dal greco κρατήρ (kratḗr “vaso”). In particolare, secondo la tradizione medievale, il Sacro Graal, o Santo Graal, è la coppa con la quale Gesù celebrò l’Ultima Cena e nella quale Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue di Cristo dopo la sua crocifissione.

Il termine graal  fu usato dallo scrittore francese Chretien de Troyes che scrisse un romanzo intitolato Perceval. L’autore morì nel 1190 d.C. prima di completare l’opera. In essa, un giovane cavaliere visita il castello del Re Pescatore dove vede una strana processione nella quale è presente un piatto d’oro incastonato di gemme e chiamato “graal”.  Dopo la morte dell’ autore. Continuano il testo numerosi autori, tra cui Robert de Boron e nel 1200 Wolfram von Eschenbach che compone “Parzifal”. A quest’ultimo autore si rifà nel 1845 Richard Wagner nel suo “Parsifal” che narra la vicenda di Parsifal, «puro folle» e del Graal, tra riti d’ iniziazione, religione e magia. La vicenda  si svolge nella rocca dei custodi del Graal, e del castello incantato di Kingsor che sarebbe, secondo alcuni, proprio il castello di Caltabellotta, abitato dal mago Klingsor. 

Il Santo Graal è legato ad altri luoghi in Sicilia tra questi il Castello di Pietrarossa luogo in cui, secondo una leggenda, la sera dell’epifania fu vista il calice d’oro del Santo Graal portato da tre templari che scomparirono due giorni dopo (Fonte web, autore sconosciuto)

Luoghi indicati nel registro LIM della Regione Sicilia (Luoghi dell’Identità e della Memoria)  – Settore “Luoghi delle leggende plutoniche e dei tesori”

  • Castello di Pietrarossa (Caltanissetta)
  • Castello di Caltabellotta (Caltabellotta)

 

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