Festa patronale di San Giorgio martire - Ibla
Descrizione
Festa patronale di San Giorgio martire
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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana
Registro Eredità Immateriali
N. Prog. 196
Bene: Festa patronale di San Giorgio martire
Libro: REIS – Libro delle Celebrazioni, delle Feste e delle Pratiche Rituali
Data approvazione: 18-02-2015
Categoria: Festa patronale
Provincia: Ragusa
Località: Ragusa Ibla
Comune: Ragusa
Denominazione locale: Scinnuta e Abballariata
Notizie Cronologiche
San Giorgio (Cappadocia, 275-285 circa – Nicomedia, 23 aprile 303) è il santo martire cristiano venerato da quasi tutte le Chiese cristiane che ne ammettono il culto. La sua storia ci è pervenuta da un testo antico chiamato “Passio Georgi”, considerato un’opera apocrifa secondo il “Decretum Gelasianum” del 496 d.C. del Papa Gelasio I. In famiglia entrambi i genitori lo educano alla religione cristiana fino all’anno in cui Giorgio intraprende la carriera militare come ufficiale delle milizie. Si trasferisce in Palestina, dove viene arruolato nell’esercito dell’imperatore Diocleziano. Giorgio rinnegò la religione pagana (politeista) per difendere il culto cristiano e a causa di ciò venne martirizzato dopo aver subito sanguinarie punizioni.
In Sicilia molti comuni sono legati al culto del santo martire della Chiesa: ricordiamo Agrigento, Barcellona Pozzo di Gotto, Caccamo, Modica, Calatabiano, Messina, Monreale, Enna, Palermo e Ragusa Ibla.
Esistono diverse rappresentazioni della figura di San Giorgio: in piedi, seduto su un trono, a mezzobusto o a cavallo nell’atto di trafiggere il drago, spesso anche attorniato da immagini raffiguranti la vita e il martirio. La rappresentazione più diffusa a Ragusa è quella del cavaliere che impugna la lancia o la spada, con lo scudo raffigurante la Croce ricurva, nell’atto di trafiggere il drago.
La storia della festa di S. Giorgio ha origini molto antiche nella città di Ragusa, essendo già patrono della cittadina prima del 1693, anno del terremoto che sconvolse l’intera Sicilia orientale, quando la città di Ragusa era composta solamente dal quartiere barocco di Ibla. Dopo il 1693, con la creazione del nuovo centro abitato di Ragusa Superiore, si diffuse il culto di San Giovanni Battista, solenne festa di popolo, celebrata a Ragusa nel novenario dal 20 al 29 agosto. Da quel momento Ragusa si è divisa traSangiorgiari (sostenitori della priorità del culto di San Giorgio di Ibla) e Sangiovannari (sostenitori della priorità del nuovo culto di San Giovanni di Ragusa). Se da un lato la festa di S. Giovanni è più raccolta e più religiosa, la festa del cavaliere Giorgio è sicuramente più ricca di tradizione popolare e folklore, è la festa dei fuochi pirotecnici, della ballata del santo, degli spettacoli musicali e anche del cosiddetto “martiriu”.
Ricorrenza: Annuale
Data: Ultima domenica di Maggio (anche se da calendario si svolgerebbe il 23 Aprile)
Occasione: Festa del Santo Patrono di Ragusa Ibla
Funzione: Devozionale/Patronale
Attori: Autorità civili (il Sindaco) e religiose (Vescovo della Diocesi di Ragusa), portatori della vara, confraternite del paese, figuranti del corteo storico.
Partecipanti: Devoti, comunità locale, turisti
Descrizione
Le notizie storiche sulla festa di S. Giorgio a Ibla risalgono al XVI secolo. L’evento celebrativo è caratterizzato da una lunga serie di festeggiamenti dedicati al Santo che si svolgono in una atmosfera di allegria e di trionfo espressa nella tradizionale abballariata. La processione viene aperta dagli stendardi delle varie confraternite iblee, ciascuna presente con costume tradizionale, accompagnata da luci, musiche e suoni, giochi pirotecnici e spettacoli. Sul calendario romano la festa del santo ricade il 23 aprile, ma i festeggiamenti si svolgono sempre l’ultima domenica di maggio oppure anche agli inizi di giugno (come negli ultimi due anni).
Il rito si suddivide in più azioni volte a celebrare il Santo: la domenica prima del 23 aprile si tiene la spettacolare traslazione o scinnuta del simulacro di San Giorgio e dell’Arca Santa all’interno del duomo di Ragusa; durante il triduo di fine maggio si tengono: il Corteo Storico, che rievoca la battaglia del santo contro il Drago con un grande carro allegorico in cui compaiono i protagonisti della vicenda; la processione del venerdì, quando San Giorgio e l’Arca Santa escono dal Duomo per raggiungere la Chiesa del Purgatorio, situata nella zona della Piazza Repubblica, sita all’ingresso di Ibla, dove rimane l’arca santa mentre il simulacro di S. Giorgio viene invece collocato all’interno della chiesa di S. Tommaso, vicino ai giardini iblei; la processione del sabato, che riparte da S. Tommaso con il simulacro e prosegue fino al Purgatorio dove viene prelevata l’arca santa, così da poter ritornare insieme al Duomo; la domenica, tutta la città vive intorno al suo patrono e dopo la Santa Messa nel pomeriggio cresce l’attesa per “l’uscita”, preceduta dalle bande comunali e dagli sbandieratori che introducono l’abballariatae la processione principale, solenne, accompagnata dalle confraternite con i vari stendardi e i gonfaloni di Comune e Provincia. Ai Giardini Iblei i portatori della vara caricano sulle spalle il Patrono lasciando il carro, e portandolo a braccia, proseguono verso Piazza Duomo lo faranno ballare come tradizione, anche issandolo in alto a braccia tese, urlando continuamente Tutti Truonu! che sta a significare che è lui il Patrono della città. I giochi pirotecnici chiudono i festeggiamenti.
Caratterizzata dalla processione che si articola per le strade di Ibla, la statua del cavaliere (rappresentato a cavallo, vestito come un antico soldato, armato di una lancia d’argento mentre affronta e uccide un terribile drago) viene portata a spalla dai fedeli e seguita da una folla di devoti.
Bibliografia
Cirnigliaro, Nino, a cura di. 2003. San Giorgio Martire. Il culto e la tradizione a Ragusa e nel mondo. Ragusa, Duomo di Ragusa.
Note
La statua di S. Giorgio è opera dello scultore palermitano Rosario Bagnasco della seconda metà dell’Ottocento. La statua del cavaliere è preceduta da un’altra portantina sulla quale è posta la “santa cassa” in argento lavorato con le reliquie dei santi.
Autore Scheda: Chiara Dell’Utri
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