Festa in onore di San Giovanni Battista di Aci Castello
Descrizione

Festa in onore di San Giovanni Battista di Aci Castello

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

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Festa in onore di San Giovanni Battista
REIS – Libro delle Celebrazioni, delle Feste e delle Pratiche Rituali
03-04-2014
Festa/Cerimonia
Catania
Acitrezza
Aci Castello
 
San Giovanni Battista è l’unico santo del quale si festeggia il giorno della nascita, il 24 Giugno, e anche quello della morte, il 29 Agosto. Condivide questo privilegio con Maria la madre di Gesù perché, secondo la tradizione, entrambi furono liberati dal peccato originale nel grembo materno.
La storia di S. Giovanni Battista è ben conosciuta da tutti. Discendente da una casta sacerdotale, trascorse molti anni da eremita nel deserto, cibandosi di miele selvatico e locuste. Il 29 d.C. lo si ritrova sul fiume Giordano a predicare il battesimo per il perdono dei peccati. Durante le sue predicazioni Giovanni si scagliava contro il re Erode, considerandoli peccatori. Il suo destino fu proprio segnato dall’essersi messo contro Erode che lo fece arrestare e subito dopo decapitare.
I suoi discepoli, saputo dell’accaduto, presero il suo corpo e lo seppellirono. La sua sepoltura divenne subito luogo di pellegrinaggi e, si dice, che in quel posto avvenissero numerosissime guarigioni soprattutto di ossessi.
Molti testi apocrifi, come anche i libri musulmani, fra i quali il Corano, parlano di lui; dai suoi discepoli si staccarono Andrea e Giovanni apostoli per seguire Gesù. Il suo culto all’inizio si diffuse in tutto il mondo conosciuto di allora, sia in Oriente che in Occidente e a partire dalla Palestina si eressero innumerevoli Chiese e Battisteri a lui dedicati.
È tale la considerazione che la Chiesa gli riserva, che è l’unico santo dopo Maria ad essere ricordato nella liturgia, oltre che nel giorno della sua morte (29 agosto), anche nel giorno della sua nascita terrena (24 giugno); ma quest’ultima data è la più usata per la sua venerazione, dalle innumerevoli chiese, diocesi, città e paesi di tutto il mondo, che lo tengono come loro santo patrono (tanto per citarne alcune, è patrono di città come Torino, Firenze, Imperia, Ragusa, ecc.). Ciò testimonia il grande interesse, che in tutte le epoche ha suscitato questo austero profeta, così in alto nella stessa considerazione di Cristo, da essere da lui definito “Il più grande tra i nati da donna”.
La festa della Natività di S. Giovanni Battista fin dal tempo di s. Agostino (354-430), era celebrata al 24 giugno, per questa data si usò il criterio, essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella di Giovanni doveva essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto annunciò l’arcangelo Gabriele a Maria.
Le celebrazioni devozionali, folkloristiche, tradizionali, sono diffuse ovunque, legate alla sua venerazione; come tanti proverbi popolari sono collegati metereologicamente alla data della sua festa.
Giovanni Battista è il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli; non c’è si può dire, pala d’altare o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della Vergine Maria, che non sia presente questo santo, rivestito di solito con una pelle d’animale e con in mano un bastone terminante a forma di croce.
Senza contare le tante opere pittoriche dei più grandi artisti come Raffaello, Leonardo, ecc. che lo raffigurano bambino, che gioca con il piccolo Gesù, sempre rivestito con la pelle ovina e chiamato affettuosamente “San Giovannino”.
Inoltre fra i nomi maschili, ma anche usato nelle derivazioni femminili (Giovanna, Gianna) è il più diffuso nel mondo, tradotto nelle varie lingue; e tanti altri santi, beati, venerabili della Chiesa, hanno portato originariamente il suo nome; come del resto il quasi contemporaneo s. Giovanni l’Evangelista e apostolo, perché il nome Giovanni, al suo tempo era già conosciuto e nell’ebraico Iehóhanan, significava: “Dio è propizio”.
Ciò testimonia la grande devozione e popolarità di quest’uomo, che condensò in sé tanti grandi caratteri identificativi della sua santità, come parente di Gesù, precursore di Cristo, ultimo dei grandi profeti d’Israele, primo testimone-apostolo di Gesù, battezzatore di Cristo, eremita, predicatore e trascinatore di folle, istitutore di un Battesimo di perdono dei peccati, martire per la difesa della legge giudaica.
Annuale
24 Giugno
Festeggiamenti in onore del Santo Patrono. Tre giorni prima, il 20,21 e 22 Giugno si celebra il “Solenne Triduo in onore di San Giovanni Battista”
Devozionale
Portatori, Confraternita, Associazioni laiche
Bambini, devoti, associazioni laiche, confraternita, corpo bandistico, turisti
Il 24 Giugno Acitrezza festeggia il suo Santo Patrono. Durante tutto il periodo dei festeggiamenti i devoti annodano attorno al collo un fazzoletto triangolare rosso con i bordi gialli, mentre le donne indossano un sacco rosso stretto in vita da un cordoncino giallo, “u vutu”.
Il 23 giugno, la celebrazione eucaristica della vigilia, precede la processione della Sacra Reliquia per le vie del paese. La processione ha inizio subito dopo la Messa Vespertina, aperta da una lunga fila di bambini del catechismo, seguiti dalla gente che indossa “u vutu” e porta in mano delle torce, disposta in due file parallele, al centro delle quali sfilano le diverse bandiere delle associazioni laiche. Dietro sfila la Confraternita di San Giovanni Battista; a seguire il corpo bandistico e la popolazione in processione.
La “Processione della Santa Reliquia” percorre le vie principali del paese, accompagnata da preghiere e canti. Alla fine della processione, giunti sul sagrato della chiesa, il parroco benedice i fedeli, in un tripudio di gioia, colori e grida “Viva San Giovanni”, che preludono alla giornata di festa dell’indomani.
Il 24 Giugno i trezzoti vengono svegliati da fragorosi colpi di cannone e dalle note della banda che fa il suo ingresso in paese. Alle 10 del mattino le portoncine della “cammaredda” si schiudono e San Giovanni Battista, vestito a festa, è pronto a ricongiungersi ai suoi devoti.
Fuori dalla chiesa la banda intona note gioiose, mentre in chiesa e fuori è tutto uno sventolio di fazzoletti rossi e gialli. Nel primo pomeriggio ha inizio la Tradizionale Pantomima “U Pisci a Mari”: i teatranti attraversano le vie del paese, richiamando la gente che li seguirà fino al molo di Ponente dove avrà luogo lo spettacolo. Alle 19 il Simulacro del Santo Patrono fa la sua “uscita trionfale”, salutato dagli ultimi raggi di sole, dalle grida di giubilo dei devoti e dai fuochi d’artificio.
Inizia la processione e durante il percorso il Fercolo raggiunge il luogo dove avviene la “calata di l’angilu”: un angioletto legato ad un argano scende lentamente fino a raggiungere la statua del Santo, portandogli l’omaggio degli abitanti del quartiere.
Nell’ultimo tratto di strada che separa la processione dalla chiesa, due ali di folla festante sono pronte a salutare San Giovanni Battista, che arriva con la tradizionale “a cussa” (la corsa), a grande velocità, per poi essere sganciato dal Fercolo e proseguire lentamente verso l’altare maggiore.
L’indomani mattina, il 25 Giugno, i trezzoti sono nuovamente destati da colpi di cannone. L’uscita del Santo è prevista per le 19. Il percorso di questa giornata copre la parte nord del paese, mentre il giorno prima ha coperto la parte sud. La tiepida sera di Giugno risuona del suono della campane, del frastuono dei fuochi. Di colpo, davanti alla chiesa, la sua corsa rallenta, viene sganciato dal fercolo e il suo passo diventa lento. Si aprono le portoncine della “cammaredda”, che accoglie il Santo e piano piano si richiudono, per conservarlo fino all’anno seguente.
Buttitta Ignazio E., Palmisano Maria E. 2009. Santi a mare. Palermo: Regione Sicilia
 
 
 
Per quanto riguarda le reliquie, dopo essere stato sepolto privo del capo a Sebaste in Samaria, dove sorsero due chiese in suo onore; nel 361-362 ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apostata, il suo sepolcro venne profanato dai pagani che bruciarono il corpo disperdendo le ceneri. Ma a Genova nella cattedrale di S. Lorenzo, si venerano proprio quelle ceneri, portate dall’Oriente nel 1098, al tempo delle Crociate.
La testa del Battista senza la mandibola si custodisce a Roma nella chiesa di S. Silvestro in Capite, mentre la cattedrale di S. Lorenzo di Viterbo, custodirebbe il Sacro Mento.
Salvatore Gambacurta

 

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