Festa di San Michele
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Descrizione

Festa di San Michele – Palazzolo Acreide

   

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

N. Prog. 85
Bene: Festa di San Michele
Libro: REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione: 13-04-2007
Categoria: Festa/Cerimonia
Provincia: Siracusa
 
Comune: Palazzolo Acreide
 
 
Notizie Cronologiche
Il culto palazzolese legato a “San Michele Arcangelo” ha origini medievali che, secondo alcuni, sarebbero risalenti al periodo arabo – normanno, quando i Cristiani pregavano “L’Arcangelo Combattente” per fare in modo che aiutasse i soldati Cristiani a scacciare i Saraceni dall’antica Palatiolum. Dopo la vittoria normanna, la popolazione dell’antica Palatiolum festeggiò calorosamente “San Michele Arcangelo”. L’ “Arcangelo Combattente” fino ai giorni nostri è ancora venerato con una fervente devozione paragonabile a quella con cui vengono venerati i due “Santi” principali di Palazzolo; “San Paolo” e “San Sebastiano”. Si dice anche che in tempi molto antichi venne addirittura fatta una timida proposta dai devoti di “San Michele” affinchè Palazzolo Acreide avesse “L’Arcangelo Combattente” come Patrono, ma la proposta fatta dai devoti a “San Michele” non venne accettata.
Ricorrenza: Annuale
Data: La domenica successiva al 29 Settembre e tutta la settimana seguente
Occasione: Festa di San Michele Arcangelo che conclude il cerchio delle quattro feste dell’estate palazzolese (S. Paolo il 29 giugno, S. Sebastiano il 10 agosto, Madonna Addolorata la terza domenica di settembre, S. Michele la domenica successiva al 29 settembre).
Funzione: Devozionale
Attori: Portatori, confraternite, sbandieratori, majiorettes
Partecipanti: Comunità locale, sbandieratori, majorettes, bande musicali, clero, devoti, turisti, autorità locali.
Descrizione
La festa di San Michele Arcangelo chiude il periodo delle feste estive di Palazzolo Acreide. Infatti ci sono state: la festa di San Paolo il 29 giugno, quella di San Sebastiano il 10 agosto, la Madonna Addolorata la terza domenica di settembre.
Il 28 settembre, che è il giorno della vigilia della festa liturgica, avviene la “sciuta ra cammira”, cioè l’apertura della tenda che copre la cameretta dove è custodito il simulacro del Santo tutto l’anno sull’altare maggiore, e questo viene spostato leggermente più avanti.
Il sabato, che è il giorno della vigilia della festa esterna, nel pomeriggio avviene il Giro di Gala al quale partecipano sbandieratori, majorettes, diversi corpi bandistici, il corteo degli stendardi ed il gonfalone.
La domenica successiva al 29 settembre, alle ore 11 i ragazzi del comitato organizzatore della festa lanciano le caratteristiche mongolfiere da loro stessi realizzate.
Alle ore 13 avviene la “sciuta” cioè il simulacro del Santo, che poco prima è stato posizionato sul fercolo a spalla, esce dalla chiesa per iniziare la processione e vengono lanciati gli “nzareddi”, che sono lunghe strisce di carte di diversi colori che creano magnifici effetti scenografici cadenti a pioggia attorno alla statua accompagnati da fuochi d’artificio, mentre i numerosi fedeli presenti sulla piazza con le braccia alzate verso il Santo lo invocano ad alta voce.
Le urla dei portatori e dei confratelli si alzano all’aria e, mischiandosi con la musica delle bande musicali, con i colpi di tamburo da parte degli sbandieratori in costume medievale e dai colpi di mortaio sparati a ripetizione nel cielo palazzolese, fanno capire che la lunga Processione diurna ha inizio. Il Simulacro, attorniato dagli stendardi e dalle bandiere di color giallo della “Confraternita di San Michele”, viene seguito sia dalla stessa “Confraternita” sia da tanti pellegrini che, solo per la loro riconoscenza a “San Michele” per il loro “Voto di Grazia Ricevuta”, camminano a piedi scalzi su di un asfalto reso caldissimo dal secco sole autunnale
Il simulacro, nella processione diurna, viene portato a spalla nuda per le vie del quartiere, preceduto da lunghi stendardi.
Il giro è molto faticoso sia per i portatori che per i pellegrini scalzi che, tra le salite delle ripide viuzze montane dei quartieri limitrofi alla Chiesa, devono sobbarcarsi un’enorme fatica data anche dall’arsura del sole; ma loro solo per l’amore verso “San Michele” continuano imperterriti a camminare, pregare e invocare il Santo. E nel frattempo vengono alzati numerosi bambini al “Santo” per essere benedetti e ancor più numerose sono le banconote e l’oro offerto a “San Michele” durante le soste in cui i portatori giustamente si riposano.
Molte donne che partecipano alla processione fanno il viaggio scalze e lungo il percorso avviene la denudazione dei bambini, cioè questi vengono spogliati e sollevati davanti alla statua, in segno di affidamento alla protezione dell’Arcangelo per salvaguardarli dal male. Il Santo rientra in chiesa verso le ore 14.
La sera il simulacro, che è stato montato sul carro trionfale, viene portato in processione per le vie del paese ed a conclusione della festa, a tarda notte, avviene un grandioso spettacolo pirotecnico fuori paese.
Durante tutta la settimana successiva vari cori animano le celebrazioni liturgiche dell’Ottavario e S. Michele rimane sull’altare maggiore ben a vista.
La domenica seguente, ultimo giorno dell’Ottavario, il Santo viene rimesso all’interno della cameretta e ricoperto col velo.
 
  
Note
La Statua di “San Michele” ha un grandissimo valore sia economico che affettivo per i palazzolesi; la corazza d’oro che la ricopre è stata fusa con i preziosi Ex Voto donati nei secoli passati dalla gente facoltosa. Appena essi divennero troppo, si decise di fonderli e di formare la corazza che riveste tuttora “San Michele”, Statua che nei secoli passati è anche stata indicata come “Miracolosa” per via di alcune guarigioni piuttosto eclatanti.
Quindi nessun palazzolese si sognerebbe mai di andare a rubare la preziosa statua dorata o la sola corazza, neanche il più cattivo dei malviventi, poichè l’oro di “San Michele” non si tocca (nel senso che non si deve rubare) e guai a chi lo fa poichè subirebbe prima la feroce prima ira dei devoti di “San Michele” e dei palazzolesi tutti poi (secondo una credenza popolare) dei “Santi del Paradiso”. Neanche i soldi e i gioielli offerti al “Santo” si toccano (questi ultimi saranno conservati assieme a tutti gli altri Ex Voto donati nei secoli al “Santo”), essi devono andare o in beneficenza per gratitudine al “Santo” ma soprattutto per aiutare la gente bisognosa, o devono essere usati per pagare le spese inerenti alla festa; e neanche i preti della chiesa li possono toccare, solo i membri della “Confraternita di San Michele” (che si contraddistinguono dalle altre di Palazzolo per un fazzoletto giallo annodato intorno al collo) possono avere libero accesso a questi soldi, ma vige anche una regola all’interno della Confraternita, quella di “non usare i soldi a scopo personale” e guai a chi lo fa. Queste regole vigono non solo per la “Confraternita di San Michele”, ma anche per quelle degli altri “Santi venerati” nella cittadina iblea (“San Paolo”, “San Sebastiano” e la “Madonna Addolorata”).
Autore Scheda: Salvatore Gambacurta

 

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