Castello Normanno - Paternò
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Descrizione

Castello Normanno – Paternò

Castello normanno paternò

Simbolo della città di Paternò, il Castello normanno fu edificato nel 1072 dal Gran Conte Ruggero per garantire la protezione della valle del Simeto dalle incursioni islamiche. Il primo nucleo del maniero fu ben presto ampliato e dalle primigenie funzioni prettamente militari fu utilizzato per usi civili, divenendo la sede signorile della Contea di Paternò che Enrico VI di Svevia assegnò nel 1195 al nobile di origine normanna Bartolomeo de Luci [1] [2] consanguineo del sovrano svevo. Il Castello negli anni seguenti ospitò re e regine, tra i quali Federico II di Svevia, la regina Eleonora d’Angiò e la regina Bianca di Navarra. Il castello di Paternò e i territori sottoposti, infatti, furono inseriti nella cosiddetta Camera Reginale che venne costituita da Federico III d’Aragona come dono di nozze alla consorte Eleonora d’Angiò e che poi venne ereditata dalle Regine che si susseguirono, sino alla sua abolizione. Dopo il 1431 appartenne alla famiglia Speciale e dal 1456 fino alla fine del feudalesimo fu proprietà della famiglia vicereale dei Moncada. Utilizzato come carcere nel XVIII secolo iniziò il processo di degrado e abbandono, ma dalla fine dell’Ottocento ha visto diverse campagne di restauro che gli hanno restituito l’antica possenza. L’edificio è a pianta rettangolare su tre livelli e raggiunge un’altezza di 34 m. Originariamente il maniero era coronato da una merlatura ghibellina (come si osserva nel seicentesco Disegno della veduta di Paternò) di cui allo stato attuale resistono solo dei monconi. Particolarmente interessante e gradevole l’effetto di bicromatismo che si crea tra il colore scuro delle murature e le cornici delle aperture in calcare bianco. Al piano terra si trovano una serie di ambienti di servizio e la cappella di S. Giovanni ornata da pregevolissimi affreschi del XIII secolo. Al primo piano il grande salone d’armi è illuminato da una serie di bifore. All’ultimo piano quattro grandi ambienti un tempo adibiti per l’abitazione del re sono disimpegnati da un vano delle dimensioni del salone sottostante e disposto trasversalmente ad esso, chiuso su entrambi i lati da due grandi bifore gotiche che dischiudono lo sguardo verso il Simeto e verso l’Etna.

Inserimento scheda: Heritage Sicilia
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