Strategia europea per la Biodiversità 

L’Unione europea (UE) ha adottato una strategia per proteggere e migliorare lo stato della biodiversità in Europa nel prossimo decennio. Tale strategia prevede sei obiettivi in relazione alle principali cause della perdita di biodiversità e che permetteranno di ridurre gli impatti sulla natura.

Visione per il 2050
Entro il 2050, la Biodiversità dell’Unione europea e i servizi ecosistemici da essa offerti – il capitale naturale dell’UE – saranno protetti, valutati e debitamente ripristinati per il loro valore intrinseco della Biodiversità e per il loro fondamentale contributo al benessere umano e alla prosperità economica, onde evitare mutamenti catastrofici legati alla perdita di Biodiversità.

Obiettivo chiave per il 2020
Porre fine alla perdita di Biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici nell’UE entro il 2020 e ripristinarli nei limiti del possibile, intensificando al tempo stesso il contributo dell’UE per scongiurare la perdita di Biodiversità a livello mondiale.

[accordion title=”I sei Obiettivi prioritari”]
[accordion-item title=”Obiettivo 1: conservare e ripristinare l’ambiente naturale”]
L’UE deve assicurare che venga data piena attuazione alle direttive Uccelli e Habitat. Queste due direttive sono la colonna portante della politica europea in materia di biodiversità. Finora hanno favorito alcune importanti realizzazioni come la creazione di Natura 2000, la più grande rete mondiale di zone protette che copre più di 750 000 km2. Tuttavia i progressi sono ancora insufficienti per consentire che lo stato di conservazione di tutti gli habitat e le specie di interesse europeo sia soddisfacente. Per raggiungere il primo obiettivo di questa strategia, gli Stati membri devono attuare più coerentemente la legislazione esistente. In particolare, essi devono garantire la gestione e il ripristino dei siti Natura 2000, investendo le risorse necessarie. Tali azioni contribuiranno ad arrestare la perdita di biodiversità e ad assicurarne il ripristino entro il 2020.
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[accordion-item title=”Obiettivo 2: preservare e valorizzare gli ecosistemi e i loro servizi”]

In UE, numerosi ecosistemi e i loro servizi sono stati degradati, principalmente a causa della frammentazione delle proprietà terriere. L’Obiettivo 2 ha lo scopo di mantenere e migliorare i servizi degli ecosistemi, oltre a ripristinare gli ecosistemi degradati (almeno il 15% entro il 2020) tramite l’integrazione di un’infrastruttura verde nella pianificazione dell’uso territoriale.

Il 6 maggio 2013, la Commissione ha adottato una Comunicazione sull’infrastruttura verde che descrive, in particolare, gli elementi chiave della futura strategia europea in quest’area, fra cui:

la promozione dell’infrastruttura verde nelle aree di policy pertinenti (politica di coesione, politiche in materia di cambiamenti climatici e ambiente, della salute e della tutela dei consumatori, PAC (Politica Agricola Comune), ecc.);

il miglioramento dell’informazione, della conoscenza e dell’innovazione per incoraggiare l’implementazione dell’infrastruttura verde;

il miglioramento dell’accesso ai finanziamenti per progetti di infrastruttura verde;

studi di fattibilità per progetti di infrastruttura verde di portata europea.

Entro il 2015 la Commissione proporrà inoltre un’iniziativa volta a prevenire qualsiasi perdita netta di ecosistemi e dei relativi servizi.
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[accordion-item title=”Obiettivo 3: garantire la sostenibilità dell’agricoltura e della silvicoltura”]

Gli strumenti previsti nell’ambito della PAC dovrebbero contribuire ad estendere al massimo le superfici agricole coltivate a prati, seminativi e colture permanenti che sono oggetto di misure inerenti alla biodiversità entro il 2020.

Entro il 2020 saranno attuati piani di gestione forestale o strumenti equivalenti per tutte le foreste di proprietà pubblica e per le aziende forestali di dimensioni superiori a una determinata superficie. Tali piani dovranno garantire una gestione sostenibile delle foreste per poter beneficiare di finanziamenti nell’ambito della politica di sviluppo rurale dell’UE.

Le misure adottate per garantire una gestione sostenibile in entrambi i settori devono contribuire anche al conseguimento degli obiettivi 1 e 2 della strategia.
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[accordion-item title=”Obiettivo 4: garantire l’uso sostenibile delle risorse alieutiche”]
Le misure adottate nel quadro della riforma della politica comune della pesca dovrebbero permettere di conseguire il rendimento massimo sostenibile entro il 2015. Per questo, è essenziale raggiungere una distribuzione della popolazione per età e dimensioni, indicativa di uno stock in buone condizioni. Grazie ad una gestione della pesca senza effetti negativi sugli altri stock, specie ed ecosistemi, sarà possibile conseguire un buono stato ecologico entro il 2020, in linea con la direttiva quadroStrategia per l’ambiente marino.
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[accordion-item title=”Obiettivo 5: combattere le specie esotiche invasive”]
Ad eccezione della legislazione relativa all’impiego in acquacoltura di specie esotiche e di specie localmente assenti, non esiste attualmente a livello dell’UE una politica globale specifica per combattere contro le specie esotiche o invasive. Tuttavia, queste specie sono una grave minaccia per la biodiversità europea. E’ quindi necessario classificarle, isolarle o sradicarle, e controllare la loro introduzione per evitare la comparsa di nuove specie. A questo scopo, la Commissione intende colmare le lacune politiche nella lotta contro le specie esotiche invasive attraverso uno strumento legislativo ad hoc.
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[accordion-item title=”Obiettivo 6: gestire la crisi della biodiversità a livello mondiale”]

L’UE deve intensificare il suo contributo alla lotta contro la perdita di biodiversità a livello mondiale mantenendo gli impegni assunti in occasione della 10^ conferenza delle parti (COP 10) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica, tenutasi a Nagoya nel 2010. In occasione di questa conferenza, l’UE si è impegnata a:

raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano Strategico Mondiale per la Biodiversità 2011-2020;

attuare il protocollo di Nagoya sull’accesso alle risorse genetiche e alla giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione (protocollo APA); e

mobilitare risorse di finanziamento ulteriori per affrontare la sfida della protezione della biodiversità nel mondo.

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Atti collegati

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© Centro Studi Helios

Parchi e Riserve di Sicilia

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