Vampata di San Giuseppe
Descrizione

Vampata di San Giuseppe

Bene inserito nel Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia (REIS)

  

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

N. Prog. 96
Bene: Vampata di San Giuseppe
Libro: REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione: 13-04-2007
Categoria: Festa/Cerimonia
Provincia: Palermo
 
Comune: Palermo
Denominazione locale: A vampa ri San Giuseppi
Notizie Cronologiche
Impossibile datare con certezza l’ origine delle vampe di San Giuseppe, in quanto l’uso di accendere il fuoco per propiziarne il volere dei santi è un fenomeno che risale alla preistoria (Perlès). La presenza delle vampe nel centro storico di Palermo è sicuramente attestata a partire dall’Ottocento, come riferisce Giuseppe Pitrè.
Ricorrenza: Annuale
Data: 19 Marzo
Occasione: Festeggiamenti in onore di San Giuseppe
Funzione: Devozionale/Rigenerativa, Apotropaica
Attori: Bambini dell’unità rionale di appartenenza, ma anche gli adulti, gli uomini nelle fasi più impegnative dell’iter rituale (costruzione della catasta, accensione del fuoco…), le donne come donatrici di oggetti domestici in disuso da destinare alla combustione.
Partecipanti: L’intero quartiere
Descrizione
All’interno di grandi aree scelte per preparare la vampa, possiamo individuare tre spazi specifici: lo spazio di raccolta della legna (soprattutto operata dai bambini), il luogo di accensione della vampa e lo spazio esterno (spazio del furto dove si compiono le scorrerie per rubare la legna di altri gruppi).
Ogni spazio di raccolta segna i limiti di una micro unità territoriale precisa e il luogo dell’accensione della vampa si trova sempre all’interno di essa.
Si inizia a ‘mpustari i ligna dopo che tutti i materiali raccolti sono stati trasportati sul posto. Devono essere selezionati i pezzi più pesanti e voluminosi per ottenere una struttura quanto più resistente: di una vampa è valorizzata non solo l’altezza ma anche la durata e la sua solidità nel sopportare il peso della legna anche dopo lo spegnimento delle fiamme.
La forma della catasta è perlopiù conica perché deve essere quanto più alta possibile e la sua cima esibisce spesso qualche oggetto curioso.
L’accensione, che deve avvenire quannu scura, è un momento considerato pericoloso: ad occuparsene sono perciò i ragazzi più grandi e non devono essere utilizzati materiali che possano interrompere la combustione (l’arrivo dei vigili del fuoco sarebbe disastroso).
La sera del 18 marzo i fuochi lampeggiano ovunque nei quartieri popolari: la luce e il calore emanati dalle fiamme sono al centro dei primi apprezzamenti che si mischiano agli schiamazzi dei bambini. Ancora diffuse sono le invocazioni al Santo dette però con imbarazzo. Attorno al fuoco si raccolgono le persone più povere del quartiere e in rarissimi casi vi si butta ancora il pane (ricevuto in dono l’anno precedente da chi aveva fatto il voto a San Giuseppe) tra le fiamme.
 
Bibliografia
Bernardi, Nara e Orietta Sorgi. 1985. Le vampe di Palermo. S.n.: Palermo
 
Buttitta, Ignazio E. 1999. Le fiamme dei santi. Usi rituali del fuoco nelle feste siciliane. Roma: Meltemi.
 
 
Note
Esistono tre regole nella formazione dei gruppi dei bambini che raccolgono la legna: generazionale, sessuale e territoriale. Ciascuna individua una identità ben definita.
Autore Scheda: Laura Mattaliano

 

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