Vallata del Fiume Ippari (Pineta di Vittoria) (ITA080003)
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Descrizione

Vallata del Fiume Ippari (Pineta di Vittoria)

Tipologia sito: ZSC – Zona Speciale di Conservazione

Codice: ITA080003 – Ettari: 2692

Descrizione: 

Il SIC, esteso 2646 Ha, ricade nei territori dei comuni di Vittoria, Ragusa e Comiso.I suoli sono costituiti prevalentemente da rendzine su marne, sabbie poco
evolute da terre rosse dilavate, terre rosse, limi di origine alluviale. I substrati sono calcareniti, calcari, marne (trubi), argille, gessi. Le calcareniti si inframmezzano
alle rocce di natura evaporitica.Il clima dell’area è per le zone prossime al mare Termomediterraneo inferiore secco inferiore, nelle zone lontane dal mare è
Termomediterraneo superiore secco superiore secondo il criterio di Rivas Martinez adattato alla Sicilia da Brullo & al. (1996).Le pinete, costituenti la vegetazione
pressoché dominante si insediano preferibilmente su marne, dove costituiscono un edafoclimax.Il sito si caratterizza per essere uno dei pochi luoghi in Sicilia
ospitante pinete naturali a Pinus halepensis. Esso inoltre si caratterizza per la presenza di specie molto rare e per numerosi endemismi, le une e gli altri di grande
interesse geobotanico. Un parte di estensione considerevole ospita le pinete vere e proprie (codifica 9540) che si insediano su macchia o su garighe nelle quali si
sono aperti dei varchi soprattutto a causa degli incendi. Il pino d’Aleppo può – dopo incendio – dare vita a popolazioni fittissime che per ombreggiamento
soffocano del tutto la vegetazione del sottobosco, e sono pertanto foriere di nuovi incendi. Nella condizione di naturalità gli incendi avvengono una volta ogni 80
anni circa e non producono boscaglia eccessivamente fitta. A causa del disturbo antropico gli incendi negli ultimi decenni hanno accresciuto la loro frequenza e la
fisionomia del bosco ha assunto caratteri eccessivamente giovanili. Le formazioni vegetali comunque sono nella naturalità un insieme di macchia e gariga con
pini, macchia e gariga senza pini, prati aridi dei Thero Brachipodietea. Queste formazioni non sono in equilibrio tra loro, ma nel corso del tempo governate dalle
forze contrastanti del fuoco e della tendenza alla climacità, si trasformano le une nelle altre. Guardando con attenzione le garighe e macchie con pini e senza pini
non si osserva alcuna differenza né nella fisionomia né nella struttura. La macchia è spesso riconducibile Chamaeropo-Quercetum calliprini Barbagallo, Brullo e
Fagotto, o ancora al Pistacio-Quercetum ilicis Brullo & Marcenò, e in casi un po’ più rari all’Ephedro-Pistacietum lentisci Brullo, Guarino & Ronsisvalle, mentre
nella gariga domina il Rosmarino-Thymetum capitati abbondantemente accompagnato nei versanti più caldi da Globularia alypum.In prossimità del mare, su
terreni prevalentemente sabbiosi si hanno aggruppamenti caratterizzati da Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa (Sm.) Ball, che però hanno rilevanza ridotta
in quanto il SIC non si estende fino alla zona strettamente litoranea. Sulle stesse sabbie è comunque presente Retama raetam subsp. gussonei. Si tratta
evidentemente di casi di sfruttamento opportunistico di habitat vergini destinati prima o poi a sparire per azione delle attività dell’uomo, e non del caso di
insediamento stabile su duna (è pertanto dubbio se questi casi vadano ascritti alla codifica 2250, come si è fatto nella prima compilazione della presente scheda).
Sui fianchi impera la classe Thero Brachypodietea con formazioni che si compongono a mosaico con le garighe a Timo e Rosmarino. Laddove la sabbia diventa
sciolta ma riesce a conservare una buona percentuale di humus, lì si insediano le associazionidel Malcolmietalia (codifica 6220). È qui che è presente
l’associazione Vulpio-Leopoldietum gussonei annoverante in contrada Brancato-Buffitella una popolazione di circa 100.000 individui di Muscari gussonei, che,
insistendo su circa un ettaro di terreno, risulta essere la popolazione più numerosa di tutto l’areale della specie. Nelle parti dell’interno, verso Comiso in
corrispondenza delle contrade Comuni, Martorina e Passo Piro abbondano gli ampelodesmeti (codifica 5330). Laddove le marne o i calcari vengono sostitute
dalle argille sono presenti aspetti dei Pegano-Salsoletea (codifica 1430), con presenza di Sasola oppositifolia, Salsola agrigentina, Capparis ovata, Asparagus
aphyllus, etc. Non mancano infine aspetti delle aree ripariali salmastre con varie specie di Juncus e di Carex a cui però non è opportuno dare grande peso per
l’esiguità delle spazio occupato (codifica 1410). È qui però che si presenta la rara Lithrum tribracteatum. Su rupi calcaree si insedia vegetazione dominata da
Euphorbia dendroides riferibile all’Oleo-Euphorbietum dendroidis Trinajstic 1974 (classe Quercetea ilicis). La vegetazione propriamente fluviale è molto degradata
essendo stato in passato completante eradicato il bosco ripario per fare posto a colture di Arundo donax.

Il valore del sito è notevole. Intanto c’è da dire che la biodiversità comunque la si consideri (in relazione alle specie, alle comunità, alle forme di paesaggio, etc.) è
sempre elevatissima. Ciò è testimoniato anche al pubblico dei non specialisti dalla bellezza del paesaggio, e dal numero di incontri con “cose diverse”
normalmente verificantesi durante una qualsiasi escursione. La ricchezza in biodiversità è spiegata non solo dalla varietà delle condizioni fisiche (suoli,
esposizioni, etc.), ma anche dall’incessante dinamismo della vegetazione, che ciclicamente acquista negentropia e successivamente la perde per eventi
apparentemente esterni ma in realtà autoprodotti dall’invecchiamento delle formazioni. C’è certamente da dire che il climax locale è rappresentato dal Quercetum
ilicis, molto meno ricco di biodiversità. Il non raggiungimento di questo stadio e il mantenimento delle pinete nel corso dei millenni, è certamente dovuto al
moderato disturbo indotto dall’uomo con le sue attività tradizionali.Sorprendente è il numero di specie vegetali rare, endemiche e di significato fitogeografico
presenti: Loeflingia hispanica, Cistus clusii, Retama raetam, Ophrys calliantha, insieme con Muscari gussonei e Ophrys lunulata sono tra le specie che non
possono mai mancare in un elenco anche molto ridotto delle preziosità floristiche della Valle dell’Ippari.Per finire occorre sottolineare che la vallata è un
concentrato di molte specie anche rare dei vari generi di Orchidaceae.Notevole interesse riveste l’avifauna con specie legate principalmente agli ambienti serici e
subxerici ed a substrati sabbiosi. Gli invertebrati mostrano una notevole ricchezza e varietà di specie essendo presenti taxa di rilevante interesse scientifico legati
a svariati ambienti: corsi d’acqua, ambiti golenali, pinete, macchie

Fonte: Ministero dell’Ambiente Formulario Natura 2000

Dati ministeriali: Mappa Ministeriale  Formulario Natura 2000

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto: web

Contributi informativi:  Ignazio Caloggero, Regione Sicilia

Nota: Il popolamento delle schede della Banca dati Heritage, procede per fasi incrementali: catalogazione, georeferenziazione, inserimento informazioni e immagini. Il bene culturale in oggetto è stato catalogato, georeferenziato ed inserite le prime informazioni. Al fine di arricchirne i contenuti informativi sono graditi ulteriori contributi, se lo desiderate potete contribuire attraverso la nostra area “I Vostri Contributi

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