Trofeo di Poesia Popolare Turiddu Bella
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Descrizione

Trofeo di Poesia Popolare Turiddu Bella

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

N. Prog.
166
Bene
Trofeo di Poesia Popolare Turiddu Bella
Libro
REI – Libro delle espressioni
Data approvazione
21-02-2013
Categoria
Evento letterario
Provincia
Siracusa
Località
 
Comune
Floridia
Denominazione locale
 
Notizie Cronologiche
Il Trofeo di Poesia Popolare Turiddu Bella è un concorso di poesia dialettale istituito a Siracusa nel 1991, due anni dopo la morte del poeta, e si svolge annualmente per volere della figlia Maria Bella, la quale, in compagnia di pochissimi amici, avverte la necessità di recuperare e salvaguardare quel patrimonio culturale ed artistico che rischia altrimenti di scomparire.
Ricorrenza
Annuale
Data
Mese di Maggio
Occasione
Memoriale della nascita del poeta a cui è dedicato il trofeo, Turiddu Bella nato a Mascali (CT) il 15 maggio del 1911
Funzione
Scultore di carretti siciliani/Artista
Attori
Poeti, scrittori e cantastorie, noti e meno noti, che partecipano alla competizione.
Partecipanti
Pubblico che partecipa alla cerimonia di premiazione
Descrizione
Il Trofeo nasce per volere della figlia del poeta Turiddu Bella, Maria, al fine di valorizzare la lingua e la cultura siciliana, con particolare riguardo alle tradizioni popolari e soprattutto alla poesia di carattere popolare o popolareggiante; una particolare attenzione è rivolta a quei generi letterari che rischiano la totale estinzione, dalla ballata alla storia, dal sonetto all’ottava, oltre alla poesia polimetrica, dando voce a tutti quei poeti che non trovano spazi adeguati nel panorama della poesia dialettale. E così si sono riportati alla luce, o quanto meno rispolverati: dubbi, favole, storie, miniminagghi, contrasti. Questo trofeo si distingue da tutti gli altri concorsi di poesia in dialetto perché ha focalizzato la sua attenzione sulla poesia siciliana del popolo e la poesia epico-narrativa che ha determinato la figura del cantastorie (cuntastorie) e l’opera dei pupi. Anche se oggi si può dire che alla storia cantata o raccontata, al fatto di cronaca, alle gesta coraggiose di paladini, si sta sostituendo una nuova corrente: i nuovi componimenti che possono essere inseriti nel filone della poesia popolare sono quelli che narrano storia di vita, non era ancora avvenuto che il poeta popolare parlasse di sé, oggi il protagonista della storia è lo stesso poeta che la racconta.
Maria Bella afferma: “Era questo il mio intento fare di un concorso non una gara, ma un laboratorio di ricerca e di studio per costituire anche un’associazione che, allargando gli obiettivi del Trofeo, si occupasse delle tradizioni popolari della nostra terra, se ne facesse propulsore per i giovani, e desse agli anziani il modo di esprimere la loro saggezza rientrando nel ruolo atavico di detentori della cultura e della vita”. Infatti, indipendentemente dal giudizio finale della giuria, tutti i testi ricevuti vengono raccolti in antologie per rispettare i principi del Trofeo che vuole dare voce a tutti quei poeti che vivono fuori dalla fiumana dei poeti colti o che dell’attività poetica hanno un’altra visione.
Alla competizione partecipano poeti dialettali noti e meno noti, residenti sia in Sicilia che fuori dall’isola, poeti che verseggiano utilizzando le tradizionali strutture metriche e che si ispirano soprattutto ai ricordi della terra natìa, Il Trofeo ha fatto conoscere al pubblico le voci più interessanti della poesia siciliana contemporanea; poeti colti ed esperti che hanno portato il livello della poesia siciliana molto in alto, nel variegato panorama regionale italiano.
Il Concorso prevede 3 sezioni: Sezione A – Poesia in dialetto siciliano (inedita e a tema libero), Sezione B – Racconto in dialetto siciliano (inedito che non superi le 4 cartelle), Sezione C – Trofeo “Il Cantastorie” (un premio unico che viene assegnato, a giudizio insindacabile della giuria, a un cantastorie, “cuntastorie”, affermato o emergente o ad un interprete della musica popolare).
Per rendere più concrete tutte le iniziative sviluppatesi attorno al Premio, Maria fonda nel 1997 il Centro Studi Turiddu Bella, che promuove giornate di studi, di convegni, di simposi, e che ha dato vita a tre pubblicazioni di “Studi critici delle opere di Turiddu Bella”. Oltre ai saggi critici, il Centro Studi pubblica, ogni anno, opere inedite del poeta, facendole interpretare a cantastorie e facendo recitare le sue poesie ad attori.
Bibliografia
 
Sitografia
 
Filmografia
 
Discografia
 
Note
Il poeta Salvatore Bella, conosciuto come Turiddu, nacque il 15 Maggio 1911 a Mascali (CT). A tredici anni scrisse la prima storia e qualche tempo dopo, conobbe un giornaletto dialettale il “Po’ t’u cuntu”, edito a Palermo dove mandò le sue prime composizioni in dialetto siciliano, diventando un assiduo collaboratore di quel foglio. Nel 1929 conobbe il cantastorie Orazio Strano con il quale iniziò una lunghissima collaborazione a partire dal primo poemetto “Chi cosa è la Donna” che lo stesso Strano portò nelle piazze della Sicilia.
Nel 1932 fu chiamato alle armi prima ad Agrigento e poi a Palermo dove ebbe modo di conoscere e frequentare tanti poeti contemporanei tra cui Vito Mercadante, il quale curò la stampa del suo primo libro di versi “Diliziu di picciuttanza” e ne fece la prefazione.
Nel 1936, tornato a casa dalla Somalia dove aveva combattutto per un anno, prese servizio nel municipio di Mascali e vi rimase per 22 anni. Nel 1942 dall’unione con la moglie Anna Cavallaro venne al mondo l’amata figlia Maria.
Nel 1950 venne ucciso il brigante Salvatore Giuliano e immediatamente il Bella scrisse un poemetto di 195 sestine, “Turi Giulianu re di li briganti”, musicato da Orazio Strano e da lui presentato al pubblico. Seguì nel 1953 “U Passaturi” di 242 sestine. Questi furono le prime di una lunga serie di storie di briganti e Santi, scritte in sestine per dare maggiore incisività alla storia e composti come veri e propri poemetti, a differenza della tendenza dei cantastorie di contenere il tutto in poche strofe in fogli volanti.
Nel 1958 lasciò l’impiego al Municipio di Mascali per prendere servizio all’Ente Comunale di assistenza di Catania dove si trasferì con la famiglia per dar modo alla figlia Maria di continuare gli studi universitari.
Molto intensa è la produzione poetica e di storie a partire da questa data: dal 1960 in poi sono state indette delle sagre di cantastorie in diverse città d’Italia alle quali il poeta ha partecipato direttamente con i suoi componimenti o scrivendo per i vari cantastorie, fino al 1975, guadagnando, oltre a quattro medaglie d’oro, dei riconoscimenti lusinghieri.
Entrato a far parte ufficialmente della famiglia dei cantastorie, venne nominato Delegato per la Sicilia dell’Associazione Italiana Cantastorie (AICA).
Nel 1976 una volta in pensione, libero da impegni di lavoro, intensificò la sua attività, intessendo corrispondenza poetica ed epistolari con moltissimi poeti, collaborando a giornali, frequentando circoli culturali, recitando versi in televisioni locali, conducendo un programma su cantastorie alla radio privata Catania-Monte.
Nel 1980 è stata pubblicata l’edizione integrale del poema “Turi Giuliano re di li Briganti” con prefazione di Salvatore Camilleri e nel 1981 “Le Grandi sfide” (botta e risposta tra Turiddu Bella e altri poeti contemporanei). Ancora incompleta ma già in tre volumi è la “Farsa Strolica” immane opera ad imitazione dantesca che iniziata nel 1939 si conclude al terzo volume nel 1987 e cita oltre duemila nomi di poeti e personaggi illustri con relative note illustrative.
M
uore il 20 Gennaio 1989.
Autore Scheda
Maria Rosaria Paterno’
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