Tonnara di Vendicari
La tonnara di Vendicari, detta anche Bafutu, ossia anticamente del Capo Bojuto, fu una tonnara di ritorno, cioè una tonnara che pescava i tonni e gli sgombri che dopo la stagione degli amori ritornavano in mare aperto.
Nei periodi di massimo splendore arrivo a contare fino a 44 tonnaroti e 2 rais più una cinquantina di terrazzini che si occupavano della riparazione e trasformazione del pescato.
Notizie certe della tonnara di Vendicari o Bajuto si hanno solo a partire dal 1600 quando nell’isola si attiva un processo di liquidazione e privatizzazione del regio patrimonio, al fine di rimpinguare le casse dello stato, tonnare comprese.
Nel 1655 Vendicari fu acquistata insieme alle tre consorelle di Marzamemi, Fiume di Noto e Santa Panagia da Simone Calascibetta, giudice della Regia Corte di Palermo, divenuto Barone con l’acquisizione delle tonnare. Per tutta metà del 1600 l’attività delle tonnare della Sicilia orientale sono monopolizzate dalla famiglia Nicolaci: il loro dominio sulla pesca del tonno li renderà ricchi e influenti imprenditori fino a tempi recenti.
Condizionata dalle vicine tonnare di Marzamemi e Pozzallo, più efficienti e favorite da migliori contesti ambientali, la tonnara di Vendicari fu soggetta a periodi di magra e anche di chiusura nella seconda metà del 1800.
L’attività rifiorì nel corso del secolo scorso, registrando un consistente incremento del pescato. Fu in quel contesto che un nobile di Avola Antonino Modica Munafò, già in possesso delle saline di Vendicari, ebbe in concessione l’intero impianto: avvio così una profonda ristrutturazione sui resti della vecchia struttura settecentesca.
Fonte testo: https://www.riserva-vendicari.it/tonnara-vendicari/
Altre fonti: https://reimar.it/puntodiinteresse/provincia-di-messina/
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
Contributi informativi: Web
Foto: Di Mikuzz – https://www.flickr.com/photos/mikuzz/1273695039/sizes/o/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4681066
Nota: Il popolamento delle schede della Banca dati Heritage, procede per fasi incrementali: catalogazione, georeferenziazione, inserimento informazioni e immagini. Il bene culturale in oggetto è stato catalogato, ed inserite le prime informazioni. Al fine di arricchirne i contenuti informativi sono graditi ulteriori contributi, se lo desiderate potete contribuire attraverso la nostra area “I Vostri Contributi“