Settimana Santa e Giunta di Pasqua - Aidone
Street View (se presente)
Descrizione
Settimana Santa e Giunta di Pasqua – Aidone
  

 

  ———————————————- 

Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

N. Prog. 105
Bene: Settimana Santa e Giunta di Pasqua
Libro: REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione: 28-04-2008
Categoria: Rappresentazione/Spettacolo
Provincia: Enna
 
Comune: Aidone
 
Notizie Cronologiche
Il rito della Settimana Santa di Aidone, in particolare il rito della Domenica di Pasqua, si svolge da secoli nella piazza principale della città e consiste in un vero e proprio atto scenico di ispirazione religiosa che si vuole far risalire agli anni della Controriforma, durante il XVII sec., quando la Sicilia, sotto l’influenza spagnola, fu protagonista di un forte processo di ricristianizzazione della popolazione. Infatti, sono numerose sono le somiglianze con analoghe manifestazioni religiose andaluse della Spagna che prevedono la presenza di questi veri e propri giganti.
Ricorrenza: Annuale
Data: Settimana Santa
Occasione: Morte del Cristo Salvatore
Funzione: Commemorativa, devozionale
Attori: Attori principali della manifestazione sono le sette confraternite del paese dette “santar” o lamentatori,che, con più voci, eseguono i lamenti (antichi canti in lingua siciliana che accompagnano le processioni della Settimana Santa) e le colossali raffigurazioni in cartapesta dei dodici Apostoli, i santoni, alte circa tre metri, sorrette da alcuni confrati.
Partecipanti: Comunità locale, turisti, comunità dei fedeli e devoti.
Descrizione
Poetici lamenti funebri accompagnano i riti religiosi e di fede cristiana che caratterizzano la Settimana Santa di Aidone.
 
Durante la Domenica antecedente la Pasqua la tradizionale benedizione delle palme avviene nei pressi della chiesetta dell’Annunziata da dove si snoda, per le principali vie della città, una processione diretta verso la chiesa matrice. I Santoni, raffiguranti gli Apostoli, giunti in coppia nei pressi della Chiesa, che diventa palcoscenico di un singolare rituale, bussano a turno e invano alle porte della chiesa. Queste rimangono serrate quasi a voler simboleggiare la Gerusalemme che si rifiuta di accogliere il Messia. Solo l’apostolo Mattia riesce ad aprire la porta tirandosi indietro nell’atto di lasciar entrare gli altri Apostoli secondo una gerarchia ben stabilita e di seguito riportata: Giovanni, Giacomo maggiore, Pietro, Mattia, Filippo, Matteo, Giuda Taddeo, Andrea, Giacomo minore, Bartolomeo, Tommaso, Simone.
Per ultimo entra il parroco che, simboleggiando Gesù, procede alla solenne funzione.
 
Il mercoledì santo si svolge la sacra funzione della “scisa dda cruci” (la discesa dalla croce). Durante la sera dalla chiesa dell’Annunziata parte un corteo suggestivo che accompagna mestamente il simulacro del Cristo verso la chiesa madre. Lì viene posizionato sulla croce, ricevendo, in processione, l’omaggio dei fedeli che ne baciano i piedi e il costato. Tradizione, quest’ultima, che è stata motivo di contesa tra la popolazione dei fedeli e il clero, che pare l’abbia reintrodotta negli anni Cinquanta.
 
Il venerdì santo, verso le ore 20.00, il Cristo morto viene portato fuori dalla Chiesa Madre e deposto, a scisa a cruc, in una bara di vetro. La toccante processione attraversa le principali vie del paese accompagnata dalla banda musicale che intona diverse marce funebri. Durante la processione i confrati intonano il lamento de “Li vintiquattr’uri di Cristu“.
 
La Domenica di Pasqua, tra lo scampanio delle campane in festa, le vie del paese vengono percorse dai dodici giganteschi apostoli che, partiti da diversi angoli della città, vanno alla ricerca del Cristo Risorto.
Scortati rispettivamente da alcuni Apostoli nella piazza centrale del paese, ad una estremità dello spazio cittadino sosta il simulacro del Cristo Risorto e all’estremità opposta quello della Madonna Addolorata, l’uno nascosto alla vista dell’altra e viceversa. Giunto in prossimità della parte terminale di via Terranova, San Pietro raduna a sé tutti gli apostoli e successivamente compie, accompagnato dai vessilliferi delle confraternite, un triplice viaggio da un capo all’altro della piazza in ricordo della sua trina negazione. Alla fine del terzo viaggio sarà San Giovanni, arrivato per primo al sepolcro del Signore, che andrà incontro a San Pietro facendoli cenno della risurrezione del Cristo. Inizia così uno scambio veloce di notizie scandito dalle corse dei Santoni in un andirivieni continuo.
Nel frattempo il simulacro di Gesù si fa scorgere da San Pietro, che irrompe in un cenno di gioiosa esultanza, inchinandosi profondamente e precedendo il Risorto con gli altri apostoli che lo scortano verso la Madre, la quale, nel frattempo si è mossa verso il centro della piazza dove avverrà l’incontro con il Figlio alle 12.00 in punto.
La Madonna, con gesto repentino, viene spogliata del suo manto nero mentre tutti gli Apostoli esultano accompagnati dallo scampanio festante e dalle grida esultanti della gente. Si forma, così, un solenne corteo processionale composto dai coloratissimi e mastodontici santoni, il Risorto e la Madonna, i quali, insieme, attraversano le principali vie cittadine fino alla chiesa Madre.
Bibliografia
Evola, Renzo. 2002. Aidone: dal dopoguerra al III Millennio. Fatti, Avvenimenti, Personaggi e Cronaca. Catania: Tipografia La Provvidenza.
 
Malfa, Vittorio. 1995. Le tradizioni popolari di Raddusa: note folcloriche su Aidone e Valguarnera. Enna: Il Lunario.
 
Raffiotta, Silvio. 1983. Guida alla città di Aidone e agli scavi di Morgantina. Palermo: Herbita.
Sitografia
 
Filmografia
 
Discografia
 
Note
Di seguito viene riproposto il testo del tradizionale canto di Li vintiquattr’uri di Cristu, intonato dai confrati durante la processione del Venerdì Santo.
 
Li vintiquattr’uri di Cristu
Chista è l’una di notti e notti semu
faccia la cena Gesù di Nazzarenu
Mentri Gesuzu la cena faccia
Giuda lu tradimentu priparava
E Gesù Cristu ca tuttu sapiva
che la so morti si iva avvicinannu
Alli duri uri li pedi ci lavanu
alli tri uri lu cumunicanu
alli quattr’uri lu predicanu
alli cinc’uri all’ortu lu purtanu
pi iri a fari li so funzioni
alli sei uri un angilu calau
pi concipi sedu è veru figghiu i Diu
alli sett’uri la truppa arrivau
Gesuzu allli so mani s’arrinniu
alli ottu uri fu un corpu sfiatatu
alli novi fu malutrattatu
alli deci di biancu fu vistutu
Gesuzu ca a schernu fu pigghiatu
all’unnici uri fu misu carceratu
alli dudici uri fu a casa di Pilato
alli tridici uri fu misu alla culonna
fu’ncurunatu di spini pungenti
spini pungenti ali malifatturi
fu n’curunatu alli quattordiciuri
alli quinnici uri di russu fu vistuto
pi schernu lu pigghianu li Giudei
alli sidici uri cu gran duluri
è mortu e non su sazi li Gudei
alli diciassetti uri fu misu alla cruci
gridannu li Giudei
Maria alli peri di la cruci
‘nghiangennu
alli diciottu lu corpu mutanu
lu corpu sacratissimu di Cristu
alli diciannovi uri chianava alla cruci
pi dari alli piccati eterna luci
alli vinti uri prega allu so patri e dici
di perdunari tutti li nemici
alli vintunu uri l’acqua dumammau
ci desunu na spugna inzuppata di vinu trapassatu
alli vintidui uri la cosa si scupriu
na lanciata pi mortu riciviu
alli vintiquattru uri Maria cu gran duluri
chiamatimi, chiamatimi, Giuanni
quantu mi duna un’ura di cunfortu
tu pirdisti lu maistru e iu me figghiu
veni Giuanni aiutami a chiangiri lu Cristu>>
Laudamuci lu Santu Sacramentu
viva lu beddu nomi di Maria.
 
Le ventiquattr’ore di Cristo
 
Questa è l’una di notte e di notte siamo
faceva la cena Gesù Nazzareno
Mentre Gesù la cena faceva
Giuda il tradimento preparava
E Gesù Cristo, che tutto sapeva, [sapeva]
che la sua morte si andava avvicinando
Alle due i piedi gli lavarono
alle tre lo comunicarono
alle quattro lo predicarono
alle cinque all’orto lo portarono
per andare a fare le sue funzioni
alle sei un angelo discese
per capire se quello è veramente figlio di Dio
alle sette la truppa arrivò
Gesù alle sue mani si arrendeva
alle otto divenne un corpo sfiatato
alle nove fu maltrattato
alle dieci di bianco fu vestito
Gesù a scherno fu preso
alle undici fu incarcerato
alle dodici fu (portato) a casa di Pilato
alle tredici fu messo alla colonna
fu coronato di spine pungenti
spine pungenti (come) ai malfattori
du incoronato alle quattordici
alle quindici di rosso fu vestito
(come oggetto di )scherno lo presero i Giudei
alle sedici con gran dolore
è (condannato a) morte e non sono soddisfatti i Giudei
alle diciassette fu messo in croce
gridando i Giudei
Maria ai piedi della croce
piangendo
alle diciotto il corpo spingevano
il corpo santissimo di Cristo
alle diciannove saliva in croce
per dare ai peccati remissione
alle venti prega il Padre e dice di perdonare tutti i nemici
alle ventuno l’acqua domandò
 gli diedero una spugna inzuppata di vino inacidito
alle ventidue da morto lo deposero
alle ventiquattro Maria con gran dolore
Chiamatemi, chiamatemi, Giovanni
perché mi dia un’ora di conforto
tu hai perso il maestro e io mio figlio
vieni Giovanni aiutami a piangere il Cristo>>
Lodiamo il Santo Sacramento
Viva il bel nome di Maria.
Noti come Sanpaoloni o Santoni (in dialetto aidonese “Santui”), sono costituiti da un’intelaiatura di legno che fa da corpo e prevede delle spalliere per il “santaro” o “santer”, ovvero il portatore volontario. Il tutto è rivestito da stoffe coloratissime a cui vengono aggiunte la testa dell’apostolo e le mani realizzate in cartapesta.
Storicamente i primi calchi furono modellati sulle statue di S. Giovanni in Laterano di Roma. La grandezza di queste raffigurazioni ha un intrinseco valore pedagogico: quello di indurre i fedeli a mantenere vivo quel sentimento di riverenza nei confronti della Verità della fede cristiana di cui gli Apostoli sono i depositari.
 
Ogni santone viene plasticamente contraddistinto da alcuni simboli iconografici che riconducono all’Apostolo. Di seguito vengono esplicitati tutti i 12 Sanpaoloni con i relativi simboli iconografici:
  1. San Pietro con le chiavi del regno dei cieli;
  2. Sant’Andrea contraddistinto dal pesce, in memoria della sua partecipazione all’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci;
  3. San Giovanni con in mano il calice;
  4. San Giacomo maggiore simboleggiato con libro della sua lettera pastorale;
  5. San Simone con la sega per ricordare il suo a Suanir in Persia;
  6. San Mattia dall’ascia, poiché si narra che prese il posto di Giuda Iscariota nella professione di legnaiolo;
  7. San Giuda Taddeo rappresentato con l’immagine del cuore di Gesù, per indicare la sua parentela con il Signore.;
  8. San Giacomo minore, il primo a essere martirizzato,viene ritratto con la palma;
  9. San Bartolomeo la cui effige è il coltello per ricordare che venne scorticato vivo;
  10. San Matteo a cui si associa il libro del suo omonimo Vangelo;
  11. San Filippo con il bastone e il libro;
  12. San Tommaso caratterizzato dalla presenza della riga e della squadra, in quanto un tecnico dei tempi.
Autore Scheda: Francesca Maria Riccobene

 

Vai su Google Maps
Dai una valutazione (da 1 a 5)
3.003
Invia una comunicazione all'autore della pubblicazione
[contact-form-7 id="18385"]
Share