Settimana Santa - Biancavilla
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Descrizione

Settimana Santa – Biancavilla 

Bene inserito nel Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia (REIS)

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

N. Prog.
112
Bene
Settimana Santa
Libro
REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione
28-04-2008
Categoria
Festa pasquale
Provincia
Catania
Località
 
Comune
Biancavilla
Denominazione locale
 
Notizie Cronologiche
Dei riti della Settimana Santa di Biancavilla sono attestate le notizie storiche riguardanti la processione del Venerdì Santo, meglio conosciuta come “a sira dei tri Misteri“. Questa locuzione nasce per indicare i tre gruppi di statue che inizialmente erano portati in processione: l’Ecce Homo, il Cristo alla Colonna e il Cristo morto.
La processione nacque, presumibilmente, intorno alla seconda metà del 1600, in seguito alla fondazione della prima arciconfraternita cittadina del SS. Sacramento. Secondo la tradizione era questa che portava in processione l’attuale statua lignea del Cristo morto, le cui braccia mobili lasciano presagire che in origine il simulacro venisse usato per la deposizione del Cristo dalla Croce all’interno dell’attuale teca che lo contiene. Le altre due statue furono realizzate dallo scultore e sacerdote locale Placido Portale prima del 1727, anno della sua morte. Gli altri gruppi statuari dell’Addolorata, del Cristo che porta la croce, del Gesù all’orto, della Pietà e della Torcia furono introdotte nella processione con il passare dei secoli.
Ricorrenza
Annuale
Data
Settimana Santa
Occasione
Morte del Cristo Salvatore
Funzione
Commemorativa, devozionale
Attori
Le sette confraternite cittadine e il clero.
Partecipanti
Comunità locale, turisti
Descrizione
La Settimana Santa a Biancavilla, come da tradizione liturgica, inizia la domenica precedente la Pasqua con la benedizione delle palme e dei ramoscelli d’ulivo. A conclusione del rito religioso, dal 1993, si svolge la Via Crucis vivente. Si tratta di una sacra rappresentazione che riprende una storica manifestazione che si svolgeva il Sabato Santo, nota come “Ecce Agnus Dei“.
 
Con il Giovedì Santo si entra nel vivo delle celebrazioni del Triduo Pasquale. Nelle chiese parrocchiali vengono allestiti “i sepolcri”, altari per la reposizione. Un momento particolarmente emozionante, caratterizzato dalla “visita” della popolazione locale ai “sepolcri” della città, che ha origini molto antiche, e veniva chiamata “i cruciddi”.
 
Il Venerdì Santo, già all’alba, dalla Chiesa del Purgatorio, esce il simulacro della vergine Addolorata, a Ddulurata, che va alla ricerca del figlio morto (a cerca) tra le chiese, le comunità religiose e i luoghi di sofferenza della città, come ospedali e case di riposo. La sua ricerca si conclude nella Basilica Collegiata Santuario “Santa Maria dell’Elemosina”, dove la Madre incontra il Figlio morto. A conclusione della mattina la Vergine Addolorata rientra nella Chiesa del Purgatorio.
Nel pomeriggio, a seguito del rito pomeridiano dell’Adorazione della Croce, noto a Biancavilla come “u pirdunu“, le confraternite della città e l’intera popolazione dei fedeli si prepara alla processione serale del Venerdì Santo.
E’ stato recentemente ristabilito l’antico rito de “a scisa da Cruci” del Cristo Crocifisso che viene poi deposto nell’urna.
La processione dei “Tri Misteri“, che percorre le vie della città in quello che viene definito “giro dei Santi”, è senza dubbio il cuore dei riti della Settimana Santa biancavillota. Alla processione prendono parte sette gruppi artistici statuari che rappresentano, procedendo in una narrazione storica, gli ultimi momenti della vita terrena del Cristo Salvatore, rappresentati da gruppi di statue, portati a spalla dai giovani confrati delle sette confraternite cittadine.
 
All’imbrunire del Venerdì Santo, il gruppo statuario di Gesù all’orto, u Signuri all’ortu, apre la processione con la confraternita di Sant’Antonio. L’opera, risalente agli inizi del ‘900, è realizzata in carton-romano ed è posta su un fercolo ligneo della stessa epoca. Il Mistero si compone di due figure: il Cristo raffigurato nell’atto di pregare e un angelo che regge un calice.
Segue nella processione il simulacro del Cristo alla colonna, u Cristu a culonna, probabilmente il primo mistero ad essere stato realizzato dall’artista locale Placido Portale nella prima metà del 1700. Il simulacro avanza, in processione, con passo lento e cadenzato, accompagnato dalla confraternita di Maria SS. del Rosario. Nell’ultimo tratto della processione procede a passo di “annacata“, ossia un particolare andamento caratterizzato dal procedere di tre passi in avanti e uno indietro.
Il terzo gruppo statuario, che si aggiunge, durante il giro, alla processione, è quello dell’Ecce Homo, u Cciaòmu, con la confraternita di Maria SS. Dell’Annunziata. Statua lignea scolpita verso gli inizi del 1700 dall’artista locale Placido Portale, è uno dei “Tri Misteri” che fa parte da sempre della processione del Venerdì Santo. Il Cristo in un’immagine pietosa e drammatica è raffigurato con le mani legate, una catena intorno al collo e una corona di spine. Sulle spalle un mantello color porpora che si rifà al mantello indossato dai soldati romani.
A seguire il Cristo con la croce, “u Signuri ccâ cruci“, con la confraternita di  Maria SS. della Mercede e della Madonna dello Spasimo. Il primo simulacro fu realizzato in pasta di legno nel 1900 e, assieme a quello dell’Addolorata, ha le vesti non scolpite ma di stoffa. Il secondo, ovvero la Madonna dello Spasimo, “a Madonnô pàçimu“, è una statua realizzata in gesso risalente agli anni Trenta del ‘900, sostituita a quella originale andata perduta. Raffigura Maria avvolta da un mantello nero che sostiene tra le braccia Gesù appena deposto dalla croce.
Gli ultimi due Misteri sono: la Madonna Addolorata e il Cristo Morto. La prima, nota come “a Ddulurata“, viene seguita dalla confraternita dei Bianchi. Opera risalente al XVIII secolo, fu realizzata dalla bottega Rosselli di Messina. Il simulacro è di legno ricoperto da carta e stoffa, mentre le mani, il viso e i piedi sono in cera. Il vestiario è costituito da una veste di velluto e da un mantello in seta ricamato in oro. Infine il Cristo Morto, “u Signuri mortu”, datato agli inizi del XVIII secolo. Di autore ignoto, viene seguito dalla confraternita del SS. Crocifisso, la più antica della città e datata al 1600.
Chiude la processione la Torcia, “a tòrcia“, condotta a spalla dai confratelli del Sacramento. Si tratta di un cero ligneo, opera dell’artista locale Giuseppe Salomone, segno della devozione della città al Salvatore. Un tempo, il cero era arricchito dei simboli della Passione.
 
Le funzioni della Settimana Santa si concludono con “a calata da tila“, nella notte tra il Sabato Santo e la Domenica di Pasqua, e l’incontro, noto come “a Paci”, tra il Cristo Risorto e la Madre, accompagnata dall’Angelo. L’Angelo è l’assoluto protagonista del momento, procedendo dalla Chiesa dell’Annunziata verso la “Matrice” vede Gesù risorto, si accerta dell’accaduto e ritorna nella chiesa, dove simula, con movimenti gioiosi, di comunicare alla Vergine Maria di aver visto il Figlio Risorto. La Madonna, ora spogliata dagli abiti di lutto, procede verso piazza Collegiata dove avviene il gioioso incontro con il Cristo Risorto.
Bibliografia
 
Sitografia
 
Filmografia
 
Discografia
 
Note
 
Autore Scheda
Francesca Maria Riccobene
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