Semaforo (Faro dell’Eremita)
Il Semaforo era una postazione di vedetta della Reale Marina Militare Borbonica del Regno delle Due Sicilie. La posizione strategica su Monte Gallo permetteva la vista di tutta la costa, a ovest fino a San Vito Lo Capo e ad est di tutto il Golfo di Palermo fin quasi a Cefalù. A differenza del faro, che è un punto di riferimento per la navigazione, il Semaforo è dotato anche di apparecchiature atte alla trasmissione di ordini ai vascelli di passaggio, regolando il traffico verso il porto di Palermo. La struttura esterna anche se malandata non è compromessa, anzi mantiene una sua solidità. La parte principale dell’edificio è a pianta quadrata, con stanze in successione. Al centro del quadrato si trova la scala di accesso all’ambiente superiore, l’elemento più interessante dell’edificio, la torre di avvistamento ottagonale. Sono interessanti le capienti cisterne per la raccolta delle acque piovane, ancora oggi visibili all’esterno della fabbrica, scavate nella viva roccia. Il semaforo ha oggi un “ospite” fisso, l’eremita Nino, che ha trasformato l’edificio adornando tutte le pareti ed i tetti delle numerose stanze di mosaici a carattere sacro, realizzati con sassolini policromi e piccoli pezzetti di vetro levigati dal mare, facendolo diventare il suo un santuario. Le decorazioni si estendono all’esterno del Semaforo ed anche al percorso che dall’ingresso della riserva porta al santuario, che ha ribattezzato “Via Santa”. Molte delle scene rappresentate si riferiscono al Giudizio Universale, con “tanti” angeli con la spada insanguinata. Sicuramente è una visita che lascia il segno, che non si dimentica. Nino preferisce farsi chiamare Isravele (elevarsi letto al contrario). Vive senza luce elettrica e con una radio a batterie, sintonizzata costantemente su Radio Maria. Ha un orto, il forno e la cucina, a volte scende in città per comprare i viveri ma, soprattutto, per trovare il materiale di cui ha bisogno per le completare le sue opere. Nonostante Isravele sia poco conosciuto alla maggioranza dei palermitani, è considerato dagli studiosi di storia dell’arte uno degli esponenti dell’Art Brut o Arte grezza. Il concetto di “arte grezza” indica le produzioni realizzate da non professionisti che operano al di fuori del sistema convenzionale dell’arte, in modo del tutto inconsapevole e disinteressato.
Fonte testo: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/capo-gallo-il-semaforo-e-leremita-57446968#wp-57446981
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
Contributi informativi: Ignazio Caloggero Web
Foto:web
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