Ponte dei Cappuccini (Ponte di Padre Scopetta)
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Descrizione

Ponte dei Cappuccini (Ponte di Padre Scopetta)

pontevecchio

Il Ponte di Padre Scopetta venne finanziato e costruito perché il cappuccino aveva chiaramente dimostrato come, raggiungere oltre la cava il convento voluto dall’Ordine al quale anch’egli apparteneva (quello dei Frati Minori), fosse impresa difficoltosa e quotidiana per centinaia di ragusani che erano costretti a scendere fin sull’al-veo del torrente, per poi risalire la “costa” percorrendo un lungo e ripido sentiero (alcuni tratti del quale sono ancora oggi visibili oltre che perfettamente distinguibili nelle antiche foto della vallata), camminamento molto incerto tra pietre sempre umide e orti floridi quanto insalubri. Ma il fatto certamente chiaro ad un grande uomo come Giambattista Occhipinti è che quella impresa giornaliera era da risparmiare non soltanto ai frati, ai loro diretti collaboratori, a qualche artigiano e commerciante che aveva già stabilito casa e bottega nella zona che poi diverrà “traspontina”, ma era impresa faticosamente giornaliera anche per migliaia di “picialuori”, quei lavoratori che raggiungevano le contrade Tabuna, Pitrudi, Curtulidu, Cava Pici, Sdirrubatu, per cavare la roccia bituminosa, che poi, lavorata, diventerà l’asfalto esportato in tutto il mondo. Esiste una singolare ma non casuale coincidenza di date nella vicenda che secondo noi legafoto articolo strettamente le cave e le miniere di “petra pici” e il ponte di Padre Scopetta. Il frate cappuccino muore nel 1836, dopo aver speso buona parte della sua vita pubblica a preparare il terreno per quell’opera pubblica che all’epoca doveva apparire impresa notevole, tecnicamente e finanziariamente.
I lavori, come abbiamo visto, cominciano l’anno successivo e arrivano a conclusione sette anni dopo (ma il ponte viene utilizzato già da prima, perché pare che il cordolo che divide il primo dal secondo ordine di archi, poi diventato una condotta idrica, venne reso percorribile ai pedoni già durante i lavori di costruzione). Un anno dopo l’inizio dei lavori, quindi nel 1838, si può individuare l’inizio della fase industriale “moderna” dell’e-strazione e lavorazione della roccia bituminosa ragusana. Fu allora che arrivarono in città tre svizzeri, di professione militari al servizio del Re delle Due Sicilie, il generale Samberg (in alcune carte diventa De Sonemberg), il colonnello Meyer ed il chimico Doxlkofer. I tre chiesero ed ottennero l’autorizzazione a scavare poz-zi in alcuni terreni affittati allo scopo. La loro impresa era evidentemente finalizzata ad avviare la fase industriale della esplotazione e della lavorazione di roccia, cosa che avvenne effettivamente solo pochi anni dopo, con l’arrivo in massa di quattro grandi compagnie minerarie, una francese, la “Compagnie Generale des Asphalte de Francefoto articolo”, e tre inglesi: la “H. & A.B. Aveline e Company”, dei fratelli inglesi Henry e Alfred Benjamin Aveline, la “United Limmer & Vorwohle Rock Aspalthe Company”, e la “The Val de Travers Asphalte Paving Company Limited”. Attività industriale di esplotazione di migliaia di tonnellate l’anno di roccia, fino a tutto il 1968.
Appare evidente che il frate non avrebbe potuto ottenere finanziamenti e approvazioni per costruire un ponte, all’epo-ca grandioso, solo perché i suoi confrati erano stanchi di scendere nella vallata Santa Domenica e poi risalire. Ma perché, con i frati, erano diventati migliaia i ragusani che in quella parte “nuovissima” di città dovevano recarsi tutti i santi giorni. Ma i meriti di Padre Scopetta comunque rimangono tutti. Occhipinti non era un qualsiasi fraticello, e lo si capisce dalla sua seppur breve “carriera” nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Appena nominato venne mandato a Napoli, dove riuscì a fare parte della corte borbonica col ruolo di confessore della famiglia reale (probabile quindi che al momento di chiedere al Re “la grazia” per la costruzione del ponte nella sua città natale fece riferimento a questa fase della sua vita monacale) e dal 1816 a Tunisi col ruolo di “prefetto apostolico”. Oggi Padre Scopetta è ricordato all’imbocco del “suo” ponte dalla parte di San Giovanni, con un artistico busto scolpito in pietra di Nunzio Dipasquale.

Fonte: sito del Comune di Ragusa 

Inserimento scheda: Heritage Sicilia
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