Luoghi del Mito di Plutone e Proserpina (Enna)
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Descrizione

Luoghi del Mito di Plutone e Proserpina (Enna)

 Mito di Plutone e Proserpina

Luca Giordano: Ratto di Prosperina (XVII sec.)

Scheda sintetica

Demetra, figlia di Crono e di Rea, ebbe, da un rapporto con il fratello Zeus (Giove), una figlia a cui diede il nome di Persefone. Di questa fanciulla si innamorò Plutone, il dio dei morti, che, ottenuto il consenso di Zeus, la rapì mentre raccoglieva fiori nelle campagne di Enna. Persefone ebbe solo il tempo di lanciare un grido che fu udito dalla madre, ma inutilmente, poiché, accorsa in aiuto alla figlia, non riuscì a trovarla perché Plutone l’aveva portata già nel sottosuolo, nel regno dei morti. Dopo il rapimento della figlia, Demetra impugnò una fiaccola accesa con le fiamme del vulcano Etna e la cercò ininterrottamente per nove giorni e nove notti, ma non riuscì a trovarla. Durante la ricerca, giunse in Eleusi, nella Grecia centrale, dove fu accolta dai genitori di Trittolemo, che le offrirono del vino che la dea rifiutò. Si fece però preparare una pozione chiamata Ciceone, fatta di farina, acqua e mentuccia e che sarà usata come pozione per l’iniziazione nei misteri eleusini. Demetra, grata per l’ospitalità ricevuta, insegnò, a Trittolemo l’arte di coltivare la terra e lo mandò per il mondo a diffondere la coltura del grano. Il decimo giorno, il Dio Helios (il sole) le rivelò la verità e Demetra, irritata con Zeus per essere stato complice di Plutone, rifiutò di risalire sull’Olimpo, fino a quando non le sarebbe stata restituita la figlia. Mancando dall’Olimpo, Demetra non assolse più le sue funzioni di protettrice dei campi e la terra diventava sempre più sterile, quindi Zeus, che era il garante dell’armonia dell’universo, chiese a Plutone di restituire la figlia. Purtroppo ciò non era più possibile in quando Persefone, durante la sua permanenza nel regno dei morti, aveva infranto la regola che le imponeva il digiuno; spinta da Plutone, aveva, infatti, mangiato un chicco di melagrana  legandosi, in tal modo, definitivamente a lui. Si arrivò, comunque, ad un accordo, Persefone, per due terzi dell’anno avrebbe vissuto nel sottosuolo con Plutone e per un terzo nell’Olimpo con la madre. Ecco, quindi, che ogni anno, in primavera, Persefone fugge dal sottosuolo per ritornarvi in autunno.

E’ fin troppo chiara la relazione tra l’uscita di Persefone dal sottosuolo e i germogli di grano che in primavera escono dalla terra e  il suo ritorno negli inferi che corrisponde invece, con il periodo della semina in cui le sementi del grano vengono piantate sottoterra, consacrando l’inizio della stagione invernale.

Un’altra versione del Ratto di Proserpina vuole che invece sia avvenuta nei pressi di Siracusa, al rapimento cercò di opporsi la ninfa Ciane, compagna di Persefone  che, nel tentativo di opporsi a Plutone che voleva rapire Persefone, venne trasformata in una fonte: l’attuale torrente Ciane che si trova a Siracusa, dove addirittura sarebbe stato eretto un tempio [1]. Il legame tra il culto di Ciane e quello di Persefone è ricavato anche dal racconto di Diodoro che, parlando del viaggio di Eracle in Sicilia, dice che l’eroe pose uno dei suoi tori, nella fonte di Ciane a Siracusa  per sacrificarlo a Persefone, ordinando agli abitanti di compiere lo stesso sacrificio ogni anno in onore di Persefone e Ciane. E’ probabile che dietro il sacrificio del toro si nascondesse, in realtà, il ricordo antico di sacrifici umani che si compivano presso la fonte, come avveniva spesso nelle culture orientali. Questo fatto e il richiamo all’Ercole fenicio, darebbero un’impronta orientale al culto di Ciane.

Ciane e il Ratto di Proserpina Jan Soens, 1580

Luoghi indicati nel registro LIM della Regione Sicilia (Luoghi dell’Identità e della Memoria)  – Settore “Luoghi degli dei e divinità minori:

  • Lago di Pergusa (Enna)  
  • Sorgente del Ciane (Siracusa) 

 

Bernini: Ratto di Proserpina (1621-1622)

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