Luoghi del Mito di Cibele o Grande Madre
Descrizione

Luoghi del Mito di Cibele o Grande Madre

santoni palazzolo acreide

 

Scheda sintetica

 

Le caratteristiche principali di Cibele erano quelle di madre universale, dea della terra, protettrice dell’agricoltura e della vegetazione; queste caratteristiche fecero sì che il culto di Cibele si confondesse con quello di Rea, di Gea, di Demetra ed, in qualche modo, anche con quello dell’egiziana Iside[1].

 Del culto di Cibele in Sicilia parla Cicerone (Verrine IV.97). Egli racconta che Scipione[3] regalò corazze ed elmi di bronzo al tempio della Grande Madre ad Engio[4], dopo avervi fatto incidere il proprio nome. E’ probabile che ad Engio fossero venerate anche altre dee, spesso collegate al culto di Cibele. Ne parla anche Diodoro Siculo (lib. IV.79) a proposito di un tempio “alle Madri” edificato dai Cretesi sbarcati in Sicilia dopo la disfatta di Troia.

 Tracce del culto di questa dea sono rinvenibili a Piazza Armerina, nella villa del Casale, dove, in un mosaico raffigurante una corsa circense, [5] è ritratta la statua di Cibele.

Ad Akray si trovano i cosiddetti santoni, una serie di sculture rupestri allineate lungo una parete rocciosa: quasi tutti i 12 rilievi rappresentano scene in cui compare la dea Cibele in varie posizioni[6].

A Siracusa esiste una zona simile a quella dei santoni di Akray. In località Fusco, non lontano dal cimitero militare britannico, su una parete rocciosa, esiste un rilievo in cui è rappresentata Cibele su un trono con accanto gli immancabili leoni. Inoltre, una scultura greca rappresentante sempre Cibele sul trono tra due leoni, situata questa volta all’interno di un’edicola, è conservata nel museo Archeologico Regionale di Siracusa.

 L’avvento della religione cristiana fece sì, che, nel contesto sincretico delle “grandi madri”, il culto della Madonna assorbisse, in parte, alcune delle caratteristiche di Cibele. Un esempio era la festa dell’Assunta a Messina, il 15 Agosto, dove due grandissime statue, chiamate il Gigante e la Gigantessa[7],  venivano portate in processione dalla popolazione. Alcuni scrittori del passato hanno chiamato queste statue Cam e Rea, altriSaturno e Cibele, oppure Zancle e Rea ed anche Grifone e Mata. Quest’ultimo nome è stato, a volte, tramutato in Madre, forse per errore o forse perché sia Rea che Cibele erano effettivamente viste come madri; infatti, Cam e Rea venivano considerati dalla popolazione come progenitori. Il Gigante e la Gigantessa erano vestiti da guerrieri, entrambi a cavallo, la Gigantessa aveva sulla testa una corona turrita simile a quella con cui era spesso raffigurata Cibele.

Scheda dettagliata e indicazioni bibliografiche sulla nostra pagina tratta dallo studio di Ignazio Caloggero (Culti e Miti dell’Antica Sicilia): 

Cibele (Grande Madre) 

 

Luoghi indicati nel registro LIM della Regione Sicilia (Luoghi dell’Identità e della Memoria):

  • Santoni di Akrai (Palazzolo Acreide, Siracusa) 

 

Nota: 

Alla luce della scheda sintetica presentata,  si ritiene che potrebbero essere aggiunte nella LIM i seguenti luoghi:

  • Villa Romana del Casale – Piazza Armerina
  • Siracusa (Località Fusco)
  • Messina 

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