Luoghi del Mito di Artemide – Diana (Eolie)
Scheda sintetica
Secondo la mitologia greca, Artemide, identificata con l’italica Diana dei Romani, è considerata figlia di Zeus e sorella gemella di Apollo. Così come il fratello, è armata di arco ed è amante della caccia; però, mentre Apollo è visto come la personificazione del sole, Artemide è vista come la personificazione della luna, infatti, è sovente rappresentata con l’inseparabile arco mentre va a caccia di notte, a lume di torcia.
Nelle sue battute di caccia era spesso accompagnata da bellissime ninfe, e guai a chi osava attentare alle loro virtù: il cacciatore Orione fu, infatti, ucciso per aver tentato di violentare alcune delle sue accompagnatrici.
Ai mortali non era permesso neanche di vedere Artemide nuda, lo capì a sue spese un altro cacciatore, di nome Atteone, che, per aver visto la dea nuda, fu prima trasformato in cervo e poi sbranato dai suoi stessi cani.
Giandomenico Tiepolo (Venezia 1727 – 1804) Metamorfosi di Atteone
Come il dio fenicio Baal, Artemide dovette un tempo ricevere sacrifici umani. Si sa, infatti, che nella città di Efeso nella Lidia (Asia Minore) dove sorgeva il tempio di Artemide incendiato nel 356 a.C., si venerava la dea raffigurata con numerose mammelle quale simbolo di fertilità e a cui, anticamente, si sacrificavano vittime umane.
Artemide di Efeso, Musei Vaticani
In Sicilia il culto di Artemide era particolarmente diffuso; se ne parla ad Agrigento, Alesia, Centuripe, Leontini, Murganzia ed anche in una delle tre Ible di Sicilia: quella Etnea. Il Ciaceri racconta che a Centuripe (a 35 km. a nord-ovest di Catania), appeso allo scheletro della testa di una ragazza, chiuso in una cassa di piombo, è stato trovato un medaglione fittile rappresentante Artemide. Secondo alcune versioni del mito Artemide si recò nell’isola di Lipari (Isole Eolie), dove si trovava la fucina dei Ciclopi per ottenere le armi di cui aveva bisogno (un arco, la faretra e le frecce). La fucina dei Ciclopi è anche collocata, in altre versioni e miti sotto l’Etna
Siracusa
Il culto di questa dea era particolarmente fiorente a Siracusa, nell’isola di Ortigia, dove il suo tempio sorgeva vicino a quello di Atena, con la quale aveva delle affinità: entrambe infatti, erano state compagne di Persefone.
Siracusa – Fontana di Artemide
Selinunte
La presenza del culto a Selinunte sarebbe dimostrata dal ritrovamento di una metopa che raffigura la dea e Atteone, adesso conservata al Museo Archeologico Salinas di Palermo.
Atteone sbranato dai cani e Artemide
Camarina
A Camarina, il culto della dea sarebbe dimostrato dal ritrovamento di alcune statuette votive dedicate alla divinità [5], alcune di queste sono ora conservate al museo archeologico di Ragusa.
Segesta
A Segesta il culto di Artemide doveva essere particolarmente fiorente, come si deduce dalla lettura di Cicerone (Verrine II.IV.72-80), che descrive una statua bronzea raffigurante Diana presente nella città e della sua sottrazione da parte di Verre, Governatore romano della Sicilia dal 73 al 71 a.C.
L’arrivo del Cristianesimo vede Artemide prima confondersi con lo stesso demonio alla guida notturna delle streghe, poi con la Madonna; non a caso, secondo la tradizione, la vergine Maria avrebbe vissuto gli ultimi anni della sua vita a Efeso, sede del famoso tempio di Artemide, citato precedentemente
Scheda dettagliata e indicazioni bibliografiche sulla nostra pagina tratta dallo studio di Ignazio Caloggero (Culti e Miti dell’Antica Sicilia): Artemide (Diana)
Luoghi indicati nel registro LIM della Regione Sicilia (Luoghi dell’Identità e della Memoria):
- Ortigia (Siracusa)
- Isole Eolie
Nota:
Alla luce della scheda sintetica presentata, si ritiene che potrebbero essere aggiunte nella LIM anche i luoghi descritti dalla scheda
Diana e Atteone Tiziano (1556-1559)
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