Mito di Anapo e della Ninfa Ciane
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Mito di Anapo e della Ninfa Ciane

Ciane era la ninfa compagna di Persefone (la figlia di Demetra) che, nel tentativo di opporsi a Plutone che voleva rapire Persefone, venne trasformata in una fonte dalla acque di color turchino (Ciane deriva infatti dal greco cyanos che vuol dire turchino): l’attuale torrente Ciane che si trova a Siracusa, dove addirittura sarebbe stato eretto un tempio[1].  Il giovane Anapo, innamorato della ninfa Ciane vistosi liquefare la fidanzata, si fece mutare anch’egli nel fiume che ancor oggi, al termine del suo percorso si unisce in un unica foce con il fiume Ciane, per versasi nel Porto Grande di Siracusa.

Il legame tra il culto di Ciane e quello di Persefone è ricavato anche dal racconto di Diodoro[2] che, parlando del viaggio di Eracle in Sicilia, dice che l’eroe pose uno dei suoi tori, nella fonte di Ciane a Siracusa  per sacrificarlo a Persefone, ordinando agli abitanti di compiere lo stesso sacrificio ogni anno in onore di Persefone e Ciane. E’ probabile che dietro il sacrificio del toro si nascondesse, in realtà, il ricordo antico di sacrifici umani che si compivano presso la fonte, come avveniva spesso nelle culture orientali. Questo fatto e il richiamo all’Ercole fenicio, darebbero un’impronta orientale al culto di Ciane.

Anche l’altra versione del mito di Ciane ha come argomento il sacrificio umano, visto come espiazione dei peccati commessi. Si racconta, infatti, che a Siracusa viveva una fanciulla di nome Ciane, figlia di un certo Cianippo che una notte, in stato di ubriachezza, violentò la figlia, macchiandosi così di incesto. La fanciulla, durante la violenza, riuscì a strappare l’anello che il padre portava al dito, permettendole, con grande dolore, di riconoscere il giorno dopo l’autore dello stupro. Nel frattempo, essendosi abbattuta la peste sulla città, l’oracolo di Apollo sostenne che per placare l’epidemia serviva un sacrificio e la vittima doveva essere rea di incesto. Ciane intravide in questo il segno del suo destino, uccise il padre e dopo ne seguì la sorte uccidendosi.

In Sicilia Diodoro[3] parla di un tempio dedicato a Ciane con riferimento alle vicende che videro il tiranno Dioniso opporsi ai Cartaginesi che si trovavano alle porte di Siracusa nel 396 a.C. Da scavi effettuati nel 1887 nei pressi della sorgente del fiume Ciane, sulla collinetta Cozzo Scanderra, sono stati rinvenuti resti di un edificio in opera quadrata, da identificarsi, probabilmente, con il santuario citato da Diodoro[4].

[1] Diodoro Siculo lib. XIV.72

[2] Diodoro Siculo lib. IV.23

[3] Diodoro Siculo lib. XIV.72

[4]Biagio Bace: Arte e civiltà della Sicilia Antica pag. 464 vol III. 

Luoghi indicati nel registro LIM della Regione Sicilia (Luoghi dell’Identità e della Memoria)  – Settore “Luoghi delle metamorfosi”

  • Fonte Aretusa (Siracusa)

 

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