Luoghi degli eventi storici: 1848 – Moti antiborbonici (Piazza Rivoluzione)
Il luogo fa parte dei Luoghi degli eventi storici dell’ottocento inseriti nella “Carta regionale dei Luoghi dell’Identità e della Memoria” (LIM) istituita dalla Regione Sicilia con il D.A n. 8410 del 03/12/2009. Il settore di riferimento è quello relativo ai “Luoghi degli eventi storici dell’ottocento – 1848 – Moti antiborbonici – I° Parlamento Siciliano.
La rivolta a Palermo nel gennaio 1848
La rivoluzione siciliana di quell’anno riveste un certo significato per diverse ragioni. Anzitutto il suo precoce inizio, il 12 gennaio 1848, la rende la prima rivolta dei moti di tale anno. Essa è in realtà l’ultima di quattro grandi moti che ebbero luogo in Sicilia tra il 1800 ed il 1849 contro i Borbone, oltre ad essere poi l’origine della creazione di stato indipendente e autonomo che durò circa 16 mesi. Tale stato era dotato di una costituzione liberale che sopravvisse per la durata del nuovo Regno che è considerata molto democratica per il suo tempo, al punto da ispirare la compilazione dello Statuto Albertino voluto da Carlo Alberto di Savoia. Infine, la rivoluzione del ’48, avendo avuto come protagonisti parecchi dei promotori della rivoluzione del 1860 è da considerarsi parte di quel processo che portò alla fine del regno dei Borbone nelle Due Sicilie che ebbe luogo tra il 1860 ed il 1861 con l’unificazione italiana detta anche Risorgimento.
La rivoluzione del 1848 fu sostanzialmente organizzata e centrata a Palermo. Essa prese inizio il 12 gennaio sotto la guida di Rosolino Pilo e Giuseppe La Masa. Il tempo d’inizio fu deliberatamente scelto affinché coincidesse con il compleanno di Ferdinando II delle Due Sicilie, essendo egli stesso nato a Palermo nel 1810 durante il periodo di occupazione napoleonica del Regno di Napoli. La natura nobiliare della rivolta, appoggiata dalla Francia e dall’Inghilterra, era evidente nell’organizzazione, infatti manifesti e volantini vennero distribuiti tre giorni prima degli atti rivoluzionari veri e propri. Nei giorni che precedettero l’insurrezione, per le vie di Palermo, venne affisso un manifesto che invogliava i palermitani e i siciliani alla rivolta.
Fu riconvocato il Parlamento siciliano di fatto soppresso dal 1817, e il 25 marzo viene proclamato il Regno di Sicilia. Il 10 luglio si emana un nuovo Statuto costituzionale del nuovo Regno, che ricalca in parte quella del 1812 (poi abolita dal Borbone), con l’abolizione della Camera dei Pari con la sostituzione di un senato elettivo, e con la scelta del regime monarchico costituzionale.
Il governo rivoluzionario di Ruggero Settimo aveva inviato una delegazione a Torino per offrire la Corona a un Principe sabaudo. I tentativi però di eleggere nuovo re di Sicilia Ferdinando Alberto Amedeo di Savoia non riuscirono per il suo rifiuto in quanto impegnato nella prima guerra d’indipendenza. Intanto nel giugno 1848 il comandante della flotta siciliana Salvatore Castiglia riuscì a portare a Paola in Calabria la spedizione del colonnello Ignazio Ribotti imbarcata su due piroscafi, eludendo con un abilissimo stratagemma la vigilanza di due fregate borboniche. Il tentativo di far insorgere anche altre regioni però non riuscì.
(Fonte:wikipedia)
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
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