Laguna di Oliveri – Tindari (ITA030012)
Tipologia sito: ZSC Zona Speciale di Conservazione
Codice: ITA030012- Ettari: 467
Il SIC abbraccia il tratto costiero tra Mongiove la Riserva naturale Laghetti di Marinello, includendo l’arenile e le falesie costiere di Capo Tindari, fino a Coda di Volpe. Ricade nel territorio comunale di Patti, dove si estende per una superficie di circa 420 ettari, comprendendo uno dei biotopi di maggiore interesse del versante costiero settentrionale del Messinese.Dal punto di vista geologico l’area rientra nell’Unità dell’Aspromonte (Complesso Calabride), prevalentemente costituita da marmi impuri, intercalati a paragneiss e micascisti o associati ad anfiboliti; flogopite, quarzo e feldspati sono i silicati più comuni (LENTINI et al. 1988). Sulla base della classificazione bioclimatica secondo Rivas-Martinez, il territorio rientra prevalentemente nell’ambito della fascia termomediterranea (Temperatura media annua di 17-18 °C), con ombrotipo subumido inferiore (piovosità media annua di 700-800 mm). Lungo l’ampio arenile che si sviluppa presso Capo Tindari sono presenti interessanti aspetti dunali, mentre verso l’interno si delineano una serie di laghetti i quali cambiano continuamente di aspetto, in funzione del movimentato gioco delle maree e delle mareggiate. I principali sono tre, localmente noti con i nomi di Marinello (il più grande), Verde e Mergolo della Tonnara; il lago Marinello risulta completamente isolato dal mare e relativamente più integro, mentre gli altri due sono in comunicazione col mare. La confluenza di polle di acqua dolce che affiorano alla base del promontorio calcareo di Capo Tindari ne attenua la concentrazione salina, consentendo lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione palustre e lacustre.Il paesaggio vegetale delle aree soprastanti risente notevolmente delle intense utilizzazioni del passato, nonchè degli incendi che si verificano quasi annualmente. Lungo il promontorio domina incontrastata la prateria secondaria ad Ampelodesma, talora frammista ad aspetti di macchia, oltre agli aspetti di vegetazione casmofitica delle rupi.
Si tratta di un’area di notevole interesse floristico-fitocenotico, nonché faunistico e paesaggistico. Vanno menzionati gli aspetti di vegetazione dunale, peraltro assai poco rappresentati lungo la fascia costiera della Sicilia settentrionale. Lungo l’arenile si conservano altresì dei peculiari ambienti umidi salmastri dalle acque tiepide e limpidissime. Nell’elenco riportato nella sezione 3.3 sono menzionate le entità floristiche endemiche – alcune delle quali esclusive (Centaurea ucriae subsp. seguenziae e Festuca humifusa) – oltre a specie di rilevante interesse fitogeografico (D), come ad esempio Echinops spinosissimus, che conserva in quest’area le più importanti stazioni sicule.Le spiagge sono luogo di sosta temporanea di numerose specie di uccelli migratori, alcune delle quali di notevole importanza dal punto di vista della conservazione. Notevole, per la presenza di numerose specie endemiche, è anche la fauna invertebrata ospitata dal sito
Fonte: Ministero dell’Ambiente Formulario Natura 2000
Dati ministeriali: Formulario Natura 2000
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
Foto: web
Contributi informativi: Ignazio Caloggero, Regione Sicilia