I luoghi del racconto filmico: Marianna Ucria
Descrizione

I luoghi del racconto filmico: Marianna Ucria

 

Siti inseriti nel registro LIM della Regione Sicilia (I Luoghi del racconto letterario, televisivo e filmico)  – Settore “Luoghi dell’identità meridionale della Sicilia nelle trasposizioni cinematografiche del testo letterario”

““ Marianna Ucria ” , 1997, ( da “ La lunga vita di Marianna Ucria ” di Dacia Maraini ) regia di Roberto Faenza:

  • Villa Fegotto (Chiaramonte Gulfi-prov. Ragusa);
  • Riserva naturale di Vendicari (prov. Siracusa);
  • Piazza Duomo, Via delle Carceri vecchie (Siracusa);
  • Porta Nuova (Palermo);
  • Casa colonica in contrada Vallefame, Chiesa di San Paolo, Masseria “Case Musso” (Palazzolo Acreide prov. Siracusa)

Scheda:

Marianna Ucrìa è un film del 1997, diretto da Roberto Faenza, tratto dal romanzo La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990) di Dacia Maraini.

Nel 1743, a Palermo, il duca Signoretto porta invano la nipote tredicenne Marianna Ucria, che essendo sordomuta comunica tramite una lavagnetta, ad assistere a un’impiccagione, sperando che l’esecuzione possa restituirle la parola. In seguito la madre della ragazza, Maria, costringe la figlia a sposare l’anziano zio Pietro, fratello di Maria e cugino del defunto marito, con il quale nei successivi quattro anni Marianna fa tre figlie femmine e infine l’agognato figlio maschio.

In seguito il precettore dei figli, Grass, le insegna la lingua dei segni, la introduce a un nuovo ideale filosofico, l’illuminismo, ma soprattutto le instilla l’autostima e la voglia di indipendenza dal marito. Il rapporto fra Marianna e Grass, però, è ostacolato dal fratello minore della ragazza, un sacerdote, che convince il cognato ad allontanare il precettore dal palazzo.

Marianna, però, ormai è risoluta. Essendo stata iniziata alla modernità da Grass, la donna si rifiuta di concedersi ancora al marito. L’uomo addolorato uccide con le proprie mani la capretta Sisina che tanto amava e muore subito dopo. Rimasta vedova, Marianna si riappropria della sua esistenza, con un atteggiamento che si traduce in una relazione con Saro, fratello della serva Fila, ma soprattutto nella ricerca delle ragioni del suo mutismo, che risiedono in un segreto che la famiglia le ha sempre taciuto: la violenza sessuale subita proprio da Pietro quand’era una bambina

 

Premi e riconoscimenti

  • 1997– David di Donatello
    • Miglior fotografiaTonino Delli Colli
    • Miglior scenografiaDanilo Donati
    • Migliori costumiDanilo Donati
    • Nomination Miglior film
    • Nomination Miglior registaRoberto Faenza
    • Nomination Migliore attrice non protagonistaEva Grieco
    • Nomination Miglior montaggioRoberto Perpignani
  • 1998– Nastro d’argento
    • Migliore fotografiaTonino Delli Colli
    • Migliore scenografiaDanilo Donati
    • Miglior costumiDanilo Donati
    • Nomination Migliore attrice non protagonistaEva Grieco
    • Nomination Migliore attore non protagonistaRoberto Herlitzka
  • 1998– Globo d’oro
    • Miglior sceneggiaturaRoberto Faenza
    • Nomination Miglior filmRoberto FaenzaFrancesco Marcucci e Sandro Petraglia
    • Nomination Miglior fotografiaTonino Delli Colli
  • 1997– Grolla d’oro
    • Miglior fotografiaTonino Delli Colli
    • Miglior colonna sonoraFranco Piersanti
  • 1997– Festival cinematografico internazionale di Mosca
    • Nomination Gran PremioRoberto Faenza

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto: web

Contributi informativi:  Ignazio Caloggero, Regione Sicilia

Nota esclusione responsabilità

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