Fondali dell’isola di Ustica (ITA020046)
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Descrizione

Fondali dell’isola di Ustica (ITA020046)

 

Tipologia sito:  ZSC Zona Speciale di Conservazione  

Codice: ITA020046 – Ettari: 16214

Descrizione:

L’isola di Ustica è ciò che resta di un complesso sistema di vulcani basici, oggi praticamente smantellato. I fondali intorno all’isola, rocciosi con solo poche ed isolate fasce di sabbie e ciottoli, sono costituiti quasi esclusivamente da lave basiche e relativi tufi che hanno in parte origine sottomarina e formano dei caratteristici depositi. Tutti i versanti dell’isola sono caratterizzati da coste ripide, con particolari strutture a falesia nell’intero versante nord, disastrato da imponenti frane, e con pendio molto accentuato a Sud-Sud/Est. Numerose grotte caratterizzano il versante di mezzogiorno, alcune delle quali formate dall’azione abrasiva dell’acqua sui sedimenti calcarei inglobati dalle lave di effusione. I sedimenti marini sono rappresentati da sottili lembi fossiliferi e da sedimenti clastici che hanno avuto origine dai tufi.La composizione della flora e della fauna marina ha una discreta affinità subtropicale. L’infralitorale presenta la classica zonazione dei popolamenti a Cystoseira tipici del Mediterraneo che si estende nel circalitorale con popolamenti a Cystoseira zosteroides e più in profondita con la presenza di Laminaria rodriguezii. Nel piano circalitorale sono ben rappresentate anche le biocenosi del precoralligeno e del coralligeno I posidonieti mostrano una distribuzione discontinua lungo tutto il perimetro costiero, infatti in corrispondenza dei fondi ciottolosi del versante di tramontana e sui substrati levigati del lato di ponente si interrompono e si riscontrano principalmente su mattes isolate poco estese che si concentrano sulle rade distese di fondi sabbiosi. Gli insediamenti della fanerogama sono molto più fitti sull’intero versante sud, dove la prateria cresce anche su roccia. La prateria di Posidonia oceanica presente lungo le coste dell’Isola di Ustica presenta principalmente un limite inferiore progressivo su fondo roccioso a profondità comprese tra 30 e 38m, in alcuni casi si ha un limite netto quando la roccia si arresta su un fondale sabbioso. L’elevata naturalità, la variabilità delle biocenosi riscontrabili nei fondali dell’isola e il gran numero di grotte superficiali e profonde rendono il sito di elevato interesse naturalistico.Un’importanza notevole, sia dal punto di vista paesaggistico che biologico-ambientale, sono le zone dello Scoglio del Medico e del Banco Apollo, caratterizzati da una elevata ricchezza di specie. Il primo ospita le popolazioni più numerose della cernia bruna e i banchi più densi della Sphyraena viridensis; il Banco Apollo è rivestito alla sua sommità (-45m) dal popolamento a Laminaria rodriguezii di provenienza atlantica, che a sua volta supporta una ricchissima epibiosi incrostante che da sola contribuisce a massimizzare la biodiversità. I popolamenti delle fronde di Laminaria comprendono serpulidi, briozoi frondosi e crostosi, alghe epifite incrostanti, colonie di celenterati, poriferi, ed una folla di organismi predatori strettamente connessi all’epibiosi algale

Per la sua ricchezza biologica Ustica può assimilarsi ad una secca di grandi dimensioni, un ostacolo meccanico al transito delle correnti. I movimenti del mare e il ricambio delle acque assumono un ruolo fondamentale sulla qualità e la diversità dei popolamenti. Le correnti atlantiche permettono il mantenimento degli alti valori di biodiversità determinando un considerevole flusso di forme planctoniche, che trovano nei fondali rocciosi dell’isola i substrati necessari per il loro insediamento e sopravvivenza. Il mescolamento delle acque atlantiche a basse densità e temperatura con quelle del basso Tirreno, dense e calde, insieme allo scorrere delle correnti superficiali generano flussi turbolenti di risalita che incrementano la produttività primaria e secondaria dell’intero ecosistema marino.I fondali dell’isola, quindi, sono un luogo di attrazione e concentrazione dei banchi di pesci pelagici, ma anche un sito di insediamento del meroplancton caratterizzato da un mosaico di popolamenti bentonici e nectobentonici che vivacizzano il paesaggio sommerso. La tessitura del substrato roccioso e la sua rugosità svolgono un importante ruolo sulla biodiversità, poiché entrambe le caratteristiche rappresentano un fattore influente per l’attaccamento delle larve e il loro sviluppo.I fondali dell’isola di Ustica rappresentano un hot spot, un “punto caldo”, dove si crea e si diffonde biodiversità.Negli ultimi anni sono state descritte nuove specie endemiche per l’isola, due anellidi policheti (Nereis usticensis e Chone usticensis), un mollusco poliplacoforo (Ischnochiton usticensis) ed un porifero (Didiscus spinoxeatus).

 

Fonte: Ministero dell’Ambiente Formulario Natura 2000

Dati ministeriali: Formulario Natura 2000

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto: web

Contributi informativi:  Ignazio Caloggero, Regione Sicilia

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